Il 20 giugno uscirà per Early Sounds e NG Records Napoli Segreta – Vol 1, una compilation di 9 diamanti preziosi della musica napoletana scovati tra gli anni 70 e gli anni 80 nella scena funk e disco di Napoli.
Una raccolta a cura di DNApoli, Famiglia Discocristiana e Nu Guinea.
Questo progetto ci affascina perché ci dà l’illusione di poter cogliere qualcosa che altrimenti sarebbe andato irrimediabilmente perduto e poi perché l’aggettivo “Segreta” accostato a una città come Napoli farebbe drizzare le antennine un po’ a tutti.
A me che in questa città ci sono nata e che (quasi) ogni giorno mi fa rinascere, sapere che un progetto come questo possa estendersi oltre confine, fa brillare gli occhi.
Perché di Napoli Segreta si parlerà. Vuoi perché Napoli mo’ si porta, vuoi perché LIBERATO, vuoi perché la ami da sempre, vuoi perché te piace a musica e no o fummo, sappiamo che apprezzerai.
Abbiamo perciò chiesto ai ragazzi di DNApoli, Nu Guinea e Famiglia Discocristiana di prepararci alla release, lasciando volutamente il testo in napoletano e senza alcuna traduzione essenzialmente per un motivo:
– esiste un solo modo per far sì che Napoli sia davvero segreta. Non parlarne affatto.
NON È VERO VI DOVETE IMPARARE IL NAPOLETANO CHE È BELLISSIMO. Altrimenti che volete capire di Napoli Segreta?
A metà giugno uscirà Napoli Segreta – Vol. 1, la prima compilation a cura di Early Sounds e NG Records che raccoglie 9 pepite d’oro della musica napoletana selezionate da DNApoli, Famiglia Discocristiana e Nu Guinea.
Da dove nasce quest’idea?
FAMIGLIA DISCOCRISTIANA: era un pomeriggio tardo di un’estate torrida, giocavo a basket nel giardino sul retro della mia villetta, quando sentii il furgone dei gelati e una voce urlare «Viennettapret-à-porter! Viennettapret-à-porter!». Allora corsi incontro al furgone e il gelataio aveva un giradischi portatile acceso. Sul piatto girava “Follia” di Giancarlo D’Auria e il tizio faceva dei passetti di ballo esagerati. Pareva snodabile!
Bell’e bbuono intorno al furgone se facette una folla di scugnizzi del mio quartiere, e ognuno a fare una mossa, un passetto, tutti a ballare come i pazzi per far salire le capate agli altri. Allora Genny, un bambino delle Case Azzurre ca‘a capa nun era bona, arapette l’idrante e tutti quanti a ballare sotto all’acqua! A quel punto il gelataio alluccò «Ue Ue! Gennarino O’ Sioux! Tu e sta vrangata e bbastard, seavit’aballà, ballate bene o non ballate proprio! O se no smonto le tende, aizo ‘nguollo e me ne vaco». A quel punto partette una specie di gara di break dance napulegno… per non portartela per le lunghe, quando finì la traccia decidemmo di apparare i soldi insieme e ci comprammo quel disco invece che la Viennetta. Probabilmente quello fu il giorno in cui nacque Napoli Segreta. Oppure, aspetta… forse fu un pomeriggio a casa di Walter Quiroga? Chi s’arricorda…?
NU GUINEA: Non ci andava che un progetto del genere fosse preso in mano da etichette estere che si occupano di ristampe. Negli ultimi anni tra le scoperte di DNapoli e Famiglia Discocristiana (che ci hanno deliziato con i mixtape “Napoli Segreta”) e i nostri ritrovamenti fra basement puzzolenti e mercatini delle pulci, abbiamo ritenuto doveroso rendere accessibile al pubblico brani che altrimenti sarebbero stati quasi impossibili da trovare. Fra meeting con Taralli e lupini al chiosco sul lungomare di Mergellina e serate a base di pollo allo spiedo e 45 giri ammuffiti, in una notte calda d’estate abbiamo dato il via alle danze.
Una processione durata più di un anno alla ricerca di tutti gli artisti prima e di tutte le licenze poi. Un lavoraccio che farebbe invidia ai migliori detectives privati e che ci ha permesso oltretutto di scoprire molti interessanti retroscena della Napoli degli anni ’70 e ’80.
Si dice “Napoli Segreta” ed è praticamente implicito che, per restare tale, questa Napoli non ci verrà mai svelata. Nonostante l’euforia collettiva degli ultimi tempi, l’attenzione smodata per ogni aspetto della città, la caccia allo straordinario, al passato, all’ancora non-detto e alla sua stessa essenza.
Voi come ve lo spiegate tutto questo? Com’è che si è addirittura arrivati a parlare di “brand Napoli”?
FAMIGLIA DISCOCRISTIANA: penso che sia solo una definizione coniata da qualche blogger parzialmente informato su quanto accade oggi a Napoli. Molti di questi periodisti che hanno scritto su portali più o meno autorevoli nella realtà hanno ritenuto di non dover conversare con i soggetti interessati, valutando di poter riportare dall’esterno o addirittura da altri remotissimi luoghi (Honululu), quanto accade. Parafrasando nientepocodimenoché Antonio De Curtis direi che Editorialista si nasce… e i Christian Zingales, i Gianni Minà, i Demented Burrocacao e i Gennaro Ascione sono più unici che rari.
DNAPOLI: penso che non si possa parlare di brand Napoli. Probabilmente alcuni stereotipi della città saranno anche facili da rivendere nel mondo, ma assimilare lo spirito di una complessa ed intricata come Napoli richiede studio e passione .
Nuova Napoli dei Nu Guinea è l’esempio più prossimo del ritorno del Napoli Sound, o meglio, di quelle sonorità anni 70 e 80 che hanno dato grande lustro al panorama musicale partenopeo, inserendosi in un momento di particolare fermento della città (culturale, cinematografico, teatrale).
Cos’è, allora, il nuovo Napoli Sound?
FAMIGLIA DISCOCRISTIANA: Napoli Sound è un marchio associato spesso ad un gruppo di amici, un collegamento ipertestuale rapido che va a: Mystic Jungle, Milord, Whodamanny, il negozio di dischi Futuribile, la label Periodica ed i party Soul Express. Un aggregatore tematico di una scena dal sapore disco, scenari vaporwave e deviazioni jazz-punkish. Questa hashtag è comparsa sul giornale inglese MIXMAG, tra l’altro proprio dopo una serata Famiglia Discocristiana a Torre del Greco, per identificare una crew con cui ho spesso collaborato. Escluderei ogni altro significato. Una storia ancora differente, ad esempio, sono altri ottimi lavori come l’EP«L’alba dei vinti» di Bop& 291out, uscito per Early Sound Records, o l’album «Tonight» dei Fitness Forever. Una storia ancora differente, per ragioni geografiche e di attitudine, è quella dei Nu Guinea. Il loro album, Nuova Napoli, a mio avviso, va oltre, pescando nella boogie africana, una certa MPB brasiliana, jazz funk europeo, mantenendo un approccio diversamente fusion. Prendi la traccia «‘A voce ‘e Napule», ad esempio : sì, è un omaggio velato a «L’eroe di plastica» di Tony Esposito, ma se l’album fosse cantato in inglese o portoghese conserverebbe ugualmente la stessa potenza. Perciò, confinarlo a una municipalità piuttosto che a un territorio, o restringerlo a un prodotto “fatto per Napoli” semplicemente per una letteratura in dialetto ne sminuisce il valore e la ricerca precedentemente svolta anche tramite Halfway Ritmo. Se poi mi chiedi invece di attaccarmi addosso un’etichetta che possa rappresentarmi, allora ti direi senza dubbio #libericomegabbiani.
DNApoli: effettivamente Nuova Napoli dei Nu Guinea è un ottimo esempio di questo recupero, però credo che non si possa considerare come unico modello. La musica rispetto agli anni 70 e 80 è profondamente cambiata, ma questo album è stato un ottimo lavoro di reinterpretazione del passato.
Esistono dischi che non esistono. Almeno fino a che non ti si palesano davanti agli occhi, in un’insospettabile bancarella del mercato (metti Agnano, per esempio) e ti senti felice, euforico, appagato. Qual è il disco più raro, la perla napoletana che siete più fieri di aver trovato e di custodire nella vostra collezione?
FAMIGLIA DISCOCRISTIANA: eeeh… io t’o dico e po’ accussì avimm’ fernut’e fa l’underground! Ad Agnano, in tanti anni, poche soddisfazioni. Appagato da qualche doppia o tripla copia da scambiare con gli amici di vecchia data, come Guglielmo Mascio, Georg di Zurigo, ed altri recenti come Le Discoboulet di Monaco. Molto altro è stato scoperto in altri siti più o meno divenuti leggendari. Uno di questi che non troverete citato in nessuna guida è il Mercato Rosso. Al semaforo di Via Ing. Corrado Ferlaino. Svoltare a sinistra.
DNApoli: se proprio devo citarne uno direi l’LP di Antonio Sorrentino, ma il disco raro è quello che non ha una quotazione economica stabilita perché ancora sconosciuto ai più. Segreto.
Nu Guinea: Decisamente il ritrovamento dell’LP “Tonica & Dominante – Fantasticando”. Dopo infinite speranze di trovarlo ad un mercatino delle pulci, appaiono magicamente 2 copie in un negozio al Vomero alla smodata cifra di ben 1 euro e 50 cadauno. Volendo usare un francesismo usato nei migliori salotti borghesi napoletani diremmo …che mazz sfunnat’!
Da dove viene questa mania del collezionismo e, soprattutto, l’interesse a voler riscoprire le gemme della disco-music napoletana?
FAMIGLIA DISCOCRISTIANA: Prima che i campionatori colonizzassero l’immaginario acustico globale, qui, a Napoli, per Napoli, attraverso i suoi spazi metropolitani e i suoi ritmi clandestini, sono state incise tracce di tale bellezza che una volta ascoltate restano indelebili. E dopo anni sulle tracce di leggendari personaggi in un sottosuolo urbano che brulica di aneddoti e di passione, immersi in sanguinose ricerche tra oceani di vinili, nastri polverosi, nel mezzo di vicissitudini emotive, feste, mare, herpes zoster, studi di registrazione e gabbiani… Napoli Segreta.
DNApoli: sono un appassionato di musica, cerco i dischi per ascoltarli e non per pura collezione. Con i dischi riempio la mia borsa, non come se fosse una bacheca di trofei. In realtà la Disco Music l’ho scoperta ascoltando i gruppi funk/soul napoletani che alla fine degli anni 70 si cimentavano in questo nuovo genere.
Nu Guinea: Da piccoli siamo sempre stati amanti della caccia dal tesoro e adesso è cambiato soltanto l’oggetto della ricerca, se prima erano caramelle adesso sono 45 giri ed Lp.
Il motivo principale che ci spinge verso la ricerca di gemme Napoletane del passato (e allo stesso modo anche di altre parti del mondo..) è di nutrire la nostra fame di scoperta di ritmi, armonie e colori che poi si tramutano in ispirazione in fase di composizione.
C’è un futuro per questa “Nuova Napoli” o c’è il rischio che resti un’operazione nostalgia, figlia di una nuova età d’oro di Partenope? (mo, se mi volete insultare come James Senese con Lello Arena, prego pure)
FAMIGLIA DISCOCRISTIANA: C’ammappizzat o cor! Ma solo un ingenuo crederebbe a tutto quanto appena letto. Napoli Segreta non è nulla di tutto ciò: Napoli Segreta è un diversivo, uno stratagemma per distogliere l’attenzione da tutto ciò che in questa compilation non c’è. Perché esiste un solo modo per far sì che Napoli sia davvero segreta. Non parlarne affatto. Le situazioni underground sono patrimonio dell’umanità e meno se ne parla meglio è. Tutti quanti fanno la corsa a mettere i marchi sulle cose che non gli appartengono. Comme se io mo’ bell’e buono vado alla camera di commercio e registro Napoli Segreta© che appartiene a tutta la Città. Zitto a chi sape ‘o juoco, o #vendinapoliepoimuori.
Nu Guinea: Dietro la nostra musica non ci sono troppe domande, è un percorso spontaneo e soprattutto mutevole. In questo momento storico a Berlino, fra Currywurst e Falafel , abbiamo sentito una forte nostalgia di casa, che abbiamo cercato di combattere nel modo migliore che conosciamo, con la musica. Per il futuro, vi consigliamo una visita alla Sibilla Cumana, che saprà darvi le risposte che cercate.
DNAPOLI: sì credo ci sia un futuro, perché Napoli ha una cultura musicale da secoli e secoli ed una riconoscibilità forse unica nel mondo. Il processo musicale andrà avanti in modo naturale. Adesso una domanda la faccio io a voi… “a te te piace a musica o’ o fummo?”
– ‘A MUSICA.