Ortigia Sound System aka il festival che più somiglia all’idea di festival che abbiamo sognato per noi stessi in tutti questi anni. Sarà che stiamo invecchiando, ma la musica da sola inizia a non bastarci più, se dobbiamo fare lo sforzo di alzarci alle 5:00 di mattina, prendere un aereo alle 7:00 nella calura di fine luglio e spararci un’ora e mezza di bus fino alla destinazione finale.
A meno che quella destinazione non sia un gioiellino come OSS, che sembra aver trovato l’equazione per realizzare la rassegna (quasi) perfetta: ha una scenografia naturale da fare impallidire i migliori stage designer del mondo, una selezione di act che strizzano l’occhio alla ricerca underground come al divertissement più frivolo e un popolo meraviglioso che ti sveglia con una spruzzata di limone sulle ostriche di primo mattino. Nei cinque giorni di festival siracusano si sono susseguiti momenti indimenticabili come il concerto di Erlend Øye al tramonto, il live ascetico di James Holden con i suoi Animal Spirits, il boat party magistrale di Young Marco e un Kamaal Williams che raramente si vede da queste parti.
Ma più forte di tutto questo è stata la sensazione di aver preso parte a una grande festa collettiva, nata da quattro amici che volevano fare qualcosa di bello per la propria città, ma sono finiti per creare qualcosa di bello per tutta l’Italia.
Ci vediamo l’anno prossimo OSS. E quello dopo. E quello dopo ancora.
Il resto ve lo facciamo vivere attraverso gli occhi di chi ci è stato, dall’alba a notte fonda, tra un tuffo a mare e un’impepata di cozze.