Arriva novembre e torna per la terza edizione il Rome Psych Fest, appuntamento annuale con psichedelia e dintorni di cui siamo nuovamente partner. Nei due giorni del 9 e 10 novembre si altereranno sui tre palchi del Monk suoni, visioni e approcci diversissimi al comune tema lisergico. Dai Dead Meadow agli Ought, passando per Any Other e Davide Toffolo, o ancora i Bee Bee Sea, i Mamuthones o i Weird Bloom, faremo un punto sull’anno che è stato e quello che sarà per i riverberi e il fuzz che tanto ci piacciono.
Tra i concerti che aspetto di più c’è quello dei Go!Zilla: i toscani sono tornati da poco con un nuovo ottimo (concept) album, Modern Jungle’s Prisoners, che li vede giocare con riferimenti etnici, fuzz, afrobeat e mantra ipnotici. La band ci racconta il disco traccia per traccia.
Intro + Peeling Clouds
Fin dall’inizio eravamo attratti dall’idea del concept album: volevamo cioè creare un tema e giocarci dentro, con i suoni, con le liriche, con la grafica, e volevamo collegare il più possibile i brani tra di loro. Il disco parte con una traccia introduttiva, registrata con una batteria in reverse, una kalimba e un numero imprecisato di delay che apre direttamente a Peeling Clouds, di fatto uno dei primi brani scritti e da cui abbiamo preso ispirazione per le atmosfere dell’intero disco. È una canzone “oscura” ma con tratti melodici, quasi pop; rispetto ai primi provini, la velocità è stata quasi dimezzata!
Evil is Satisfying
Per noi è la traccia più esemplificativa di ciò che rappresenta l’album, la ricerca di un sound tribale col fuzz, come se nei vari dischi afrobeat che ci siamo consumati ultimamente avessero abusato della distorsione. Volevamo ricreare un’idea di soundtrack della giungla, dalle nostre inquietudini sino ai ritmi ipnotici della coda della canzone.
Red Light
Red Light è una cavalcata fuzz, la nostra necessità di spingere sulle distorsioni e sui suoni potenti. L’assolo di chitarra nei bridge è stato ribattezzato “Slash”, cosa che mi ha perseguitato fino alla fine, per fortuna non lo ha notato nessuno finora.
Hailing It’s Hailing
Due voci che si incastrano nel tentativo di creare una cantilena malvagia che prende in giro tutti coloro che si lamentano senza saper prendere una decisione; l’abbiamo scritta ispirandoci al sound dei 90’s applicato ai Go!Zilla: Mattia aveva un arpeggio di chitarra e Luca un ritornello, entrambi dalle venature pop, che qualcuno ha definito come una “cellula impazzita dei Pixies” (quale onore!).
Demons Are Closer
Ho scritto questo pezzo in una nottata dopo essere stato a un live di un amico, L’Albero, che suonava in acustico a Firenze insieme a Federico Fiumani (Diaframma). Di ritorno a casa, mi era venuta in mente una melodia mantra che si ripeteva all’infinito preceduta da una intro potente che spezzasse la canzone in due. Nel mezzo, abbiamo inserito uno special dove le chitarre e le tastiere suonano come fosse un brano industrial. Volevamo un pezzo che avesse più anime e con una melodia da potenziale singolo, non a caso è stato l’estratto che ha anticipato il disco.
Interlude + Falling Down Ground
Falling Down Ground è dedicato a un nostro amico scomparso in un incidente stradale. Abbiamo collaborato con Enrico Gabrielli, che ha registrato per noi un sax dal sapore sperimentale sulla coda del brano mentre era in hotel a NYC durante il tour di PJ Harvey. La notte dell’incidente di Niccolò è stata la stessa notte in cui un terremoto ha distrutto una parte del centro Italia, quindi il testo si alterna su questi due avvenimenti accaduti insieme, in maniera assurda. È una ballad dove tutto è in funzione della melodia e dell’atmosfera. C’è anche una breve intro, rinominata Interlude, dove suono alcune note di pianoforte mentre un synth ci galleggia sopra con suoni krautrock.
Follow Me
Abbiamo scritto questo brano subito di ritorno dal tour negli States, durante il quale ci eravamo interessati al sound dei Goat e al fatto che scrivessero pezzi dai richiami etnici mixandoli alle chitarre rock. La parte finale del brano era fondamentale perché doveva chiudere il disco e ci abbiamo messo alcuni mesi. Volevamo poi lasciare un omaggio a Morricone con una coda western nella quale il nostro fonico, Leo Magnolfi, ci ha aiutato nella produzione delle voci e degli strumenti. Follow Me, essendo un episodio che si presta molto all’improvvisazione, è anche la chiusura dei nostri live.