Fuori dalla giungla è il nuovo album della formazione bolognese TERSØ, in uscita per Vulcano il 22 febbraio 2019.
Ad anticiparlo, dopo il primo singolo Lynch,è il brano Stramonio che ti facciamo ascoltare in anteprima.
Subito dopo un paio di domandine alla band, giusto per farti essere sempre il più informato del tuo giro.
Il 22 febbraio uscirà il vostro nuovo album dal titolo “Fuori dalla giungla”. Da dove nasce l’esigenza di evadere da lì, così come dalla
vita di tutti i giorni?
La giungla, come dici tu, è un po’ immagine della vita di tutti i giorni: piena di animali selvatici che non sai mai se sono pericolosi oppure no, piena di piante enormi che a volte non fanno passare nemmeno la luce del sole e non è facile per niente uscirne, è vero. Le nove canzoni del disco sono una sorta di nove reazioni, nove modi per poterne uscire ma anche, cosa forse più difficile, riuscire a trovare il modo di restare. Questa esigenza nasce forse dalla natura del voler trovare il modo più vicino possibile a quello che siamo (come persone) per essere contenti. L’evasione poi è anche questo, il ribellarsi in cerca della libertà.
Prima di andare su Google, cos’è lo stramonio? Siamo anche molto curiosi di sapere come nasce questo brano.
L’idea di parlarne in una canzone nasce dal racconto-incontro di un nostro vecchio amico con questa pianta. Lo stramonio ha molteplici proprietà tra cui l’essere allucinogena, oltre che essere considerata una pianta “magica” dalle antiche tribù indiane e dagli sciamani. Le sostanze che le donano queste particolarità sono però, allo stesso tempo, le stesse che la rendono potenzialmente letale perché presenti in quantità vicinissima a quella tossica e ci sembra che questo sia di fatto un po’ una metafora delle relazioni tra le persone. Il confine tra il mettere passione e la sua tossicità è davvero sottile e per noi, che siamo animali, non è facile per niente cercare di non oltrepassarlo.
Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album e cos’è che lo distanzia principalmente dall’EP di debutto L’Altra parte?
In Fuori dalla Giungla c’è la stessa voglia di raccontare la quotidianità con tutto quello che c’è da affrontare, questo è rimasto invariato, ciò che è cambiato siamo forse noi, che abbiamo due anni di vita in più e quindi di esperienze (positive e negative) in più da raccontare.
Ci sono due urgenze diverse, in Fuori dalla Giungla abbiamo voluto approfondire sia musicalmente che nel messaggio quello che avevamo iniziato ne L’Altra Parte.
Tre dischi che influenzano le vostre produzioni.
Per la parte musicale tutto ciò che arriva dall’estero è sicuramente una fonte continua d’ispirazione mentre, dal punto di vista dei testi, ciò che c’è stato (parliamo del cantautorato come, per esempio, Tenco) e quello che si è sempre potuto ascoltare nella scena indipendente è ciò che noi cerchiamo se vogliamo leggere delle belle parole. Se dovessimo fare tre nomi a caldo, però, ci vengono in mente: Jon Hopkins – Singularity | FKA twigs – LP1 | Le luci della centrale elettrica – Canzoni da spiaggia deturpata.