Conosco da poco Le Guess Who?. L’anno scorso ci sono stata per la prima volta e fin da subito ho sentito di avere una connessione speciale, quasi familiare, soprattutto quando King Khan ha iniziato a fare i tarocchi fuori dalla sala principale del TivoliVredenburg, la location più grande del festival, davanti a una folla timida, poi curiosa, poi completamente in visibilio. Che poi è quello che ho provato per tutti i concerti del festival.
Le Guess Who? è per chi scrive il festival europeo imprescindibile per chi vuole trascendere i confini della musica occidentale (per esempio nell’edizione del 2019 l’afrobeat e la musica africana vanno fortissimo) e per chi vuole farsi una bella scorpacciata di jazz, folk, ambient ma non si vuole far mancare quelle chicche incredibili di pop.
Immaginatevi una cittadina olandese che si anima per 4 giorni, dl 7 al 10 novembre, di musica, fotografia, racconti, in cui una libreria o un mercato diventano snodi vivi per tramandare musica come fosse un passaggio di consegna cruciale. A Le Guess Who? convivono pacificamente nuove leve, artisti del passato, musicisti occidentali, asiatici e africani all’insegna del tema “abbraccia ciò che non conosci”. Ed è il messaggio politico più potente che un festival abbia mai lanciato.
Abbiamo chiesto a Bob Van Heur, fondatore e direttore artistico di Le Guess Who, quale sia la formula magica di un festival così unico nel panorama degli eventi musicali europei.
“Non c’è una formula. Forse è proprio questo il segreto. Bisogna rimanere aperti e lasciare che le opportunità nascano in maniera naturale. Non cerco di tenere tutto sotto controllo con troppo anticipo, lascio che la spontaneità faccia il suo corso. Se non ci si lascia trasportare non si lascia spazio alla magia”.
Parliamo delle figure dei curatori: LGW? ne schiera di nuovi ogni anno, come fate a sceglierli? E quali sono le caratteristiche principali che deve avere un curatore? Come avviene il processo di selezione degli artisti segnalati insieme ai curatori che finiscono in cartellone?
Anche qui si tratta di un processo di crescita naturale. Non credo che il curatore ideale spunti fuori dal niente. È piuttosto un processo di scoperta reciproca dove ci si confronta su desideri e idee. E, cosa ancora più importante, il curatore dovrebbe essere qualcuno capace di spingere un po’ più in là i confini del LGW? per come lo conosciamo. Quando mi presenta la sua whishlist discutiamo su cosa sia realizzabile e cosa no – così la pratica curatoriale prende forma in maniera organica. Idealmente non si tratta solamente di una whishlist ma di una collaborazione per dare vita al più magico dei programmi.
E se dovessi scegliere un artista non musicale per il LGW? chi sceglieresti e perché?
Banksy – perché non ho la minima di idea di cosa potrebbe combinare.
Una delle caratteristiche più peculiari del LGW? sono i cosiddetti “tesori nascosti”: mi piace immaginarli come provenienti dal passato e che si possano trovare solo per caso in un mercatino di vinili o nella soffitta di quello zio strano che tutti noi abbiamo. Come accadono questi incontri?
Parlando con le persone, viaggiando molto e ascoltando tanta musica. All’improvviso succede che mi imbatta in qualcuno e le cose cominciano a prendere vita…
Nel dicembre 2018 il Primavera Sound ha causato molto scalpore per il suo manifesto New Normal. A voler essere sinceri, il LGW? sta facendo questo sforzo da anni (e pure senza sponsor!), ogni anno con una line-up che è una dichiarazione politica. Che ne pensi?
Beh, trovo sia fantastico che gli abbiano dato perfino un nome, rendendolo argomento di conversazione. Essendo un festival così grosso, il Primavera è la giusta piattaforma e ha la facoltà di orchestrare un topic come questo. Credo abbia usato questo potere per fare una cosa positiva e giusta. Non si può che elogiarli.
Al LGW? c’è sempre la possibilità di essere testimoni di incredibile collaborazioni inedite: ti va di suggerircene una che non possiamo perderci nell’edizione 2019 e di indicarci alcune passate che ricordi con un sorriso?
Segui Greg Fox, il nostro batterista fisso (in residence): presenterà alcuni progetti molto interessanti e sono sicuro che se ne uscirà con qualche sorpresa in più lungo tutto il weekend. Alcune delle mie collaborazioni preferite del passato includono sicuramente: Moor Mother & Nicole Mitche, Shabaka & Merrill Garbuss (tUnE-yArDs) con le Sai Anantam Ashram Singers di Alice Coltrane, Circuit Des Yeux & alcuni membri dell’Orchestra Filarmonica olandese.
Il tema di quest’anno mi piace tantissimo. Che interpretazione dai tu a Embrace the Unknown?
Apriti. Non giudicare. Rimarrai sorpresa.
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Le Guess Who? 2019 si svolge dal 7 al 10 novembre a Utrecht, in Olanda. Tutte le info qui. Schiaccia un play altissimo alla playlist ufficiale.