A sperimentare di recente il rapporto tra musica ed intelligenza artificiale è stata Holly Herndon che, dopo aver creato il software Spawn, ha dato origine al suo ultimo album PROTO, basato proprio sulla rielaborazione e produzione automatizzata di suoni.
Il confine tra umano e non umano si fa sempre più sottile e ogni giorno facciamo un passo in più verso un futuro iper-tecnologico e orientato alla disumanizzazione digitale: è ciò che sta accadendo con i progressi dell’intelligenza artificiale che dimostra di avere infinite potenzialità, specie nel campo dell’arte.
Stando a quanto riportato da Adweek, l’agenzia digitale space150 ha creato un bot interamente dedicato all’imitazione di Travis Scott e conseguentemente prodotto per intero un brano fake del rapper, dal titolo Jack Park Canny Dope Man, basandosi su un programma di intelligenza artificiale.
Dopo due settimane di studi e prove su un modello di generatore di testi, il programma è stato finalmente in grado di riprodurre e imitare gli schemi ritmici, le melodie e le rime proprie della discografia del rapper che in questa versione fake prende il nome di Travisbott.
La traccia, che ha un testo completamente nonsense ma melodie sorprendentemente assimilabili a quelle della produzione di Scott, è stata rilasciata con un video abbastanza inquietante che utilizza la tecnologia deepfake:
Il direttore creativo di space150 ha dichiarato ad Adweek:
“We were sort of fascinated with like, ‘What if we tried to make a song—like an actual good song—by using AI and basically creative directing AI?’. And so we chose Travis Scott just because he is just such a unique artist and he has a unique sound and everything sort of has an aesthetic to it, both audibly and visually“.
Non sappiamo bene cosa dire a questo punto, eccetto il fatto che siamo di fronte a qualcosa di tanto affascinante quanto poco rassicurante.