Il 17 aprile è uscito per Irma Records Vol.pe I, il primo album degli Orange Combutta, progetto capitanato da Giovanni Minguzzi che grazie a un collettivo di ottimi musicisti (come Davide Tardozzi e Lorenzo Serasini) sperimenta in lungo e in largo tra hip-hop e melodie dreamy, soul e atmosfere orchestrali.
È davvero molto riduttivo provare a incasellare in un solo genere questo progetto perché si sviluppa in direzioni diverse, lasciando libero spazio alla creatività compositiva dall’acustica all’elettronica, dall’orchestrale all’elettrico.
Tra i musicisti in schiera Orange Combutta c’è anche Michele Ducci aka MYK L (Lucifour M / M+A) che ha dato un contributo vocale a cinque brani del disco, tra cui Zero Kappa di cui vi presentiamo in anteprima il video con tanto di commento della coppia Minguzzi / Ducci:
Giovanni Minguzzi:
E’ un video tra il metafisico e il surreale.
L’ho girato con l’aiuto del fotografo e trekker Alessandro Carnevali.
Si parte con il tentativo, tra mille conflitti, di avvicinarci alla torta, fonte di sconvolgente ispirazione.
Raggiungendola veniamo travolti e assorbiti da visioni psichedeliche che ci trasformano nel corpo e nello spirito.
Infine, stravolti da quest’esperienza mistica, ci lanciamo nel mondo con arrogante spensieratezza: ora siamo i RE del Parchetto.
Così come tutti i brani del disco, Zero Kappa aveva inizialmente un altro nome: Cast Agnole.
Era periodo carnevalizio e nella saletta di Traversara, io, Davide e Lorenzo avevamo buttato l’idea della ritmica e ci siamo detti “come lo chiamiamo?”, guardiamo un cabaret di castagnole (dolci) “Cast Agnole” – “Perfetto adesso caffè da Dante”.
Questo brano è stato il primo che MYK L (Michele Ducci / Lucifour M) ha registrato insieme a noi Orange Combutta.
Un brano che nasce da 3 semplici accordi e poi con il tempo ha tirato fuori bellezza e colori inaspettati.
Zero Kappa, all’inizio acido e serrato, viene improvvisamente addolcito dall’arrivo di fiati e archi (la Torta) che ne cambiano radicalmente l’umore, dandogli nuovo slancio per il finale in una rivalutazione delle sue stesse origini.
Da notare il trattamento con varispeed della parte centrale “aperta” e abbellita dagli svolazzi di theremin di Vincenzo Vasi.
MYK L (a.k.a. Michele Ducci / Lucifour M):
Mi arrivò Zero Kappa via email, tramite Mattia, con cui già collaborò da anni. Non sapevo niente del gruppo, non conoscevo Giovanni, ma c’era qualcosa che mi rendeva spontaneo cantare sopra il brano. Avevo un testo, una bozza; che è diventato un altro testo. Ogni melodia di ogni canzone è improvvisata: one take buona, nelle sue linee guida, e alla fine improvvisata take to take, mentre si produce. Questa canzone era per me un flusso, che si muove in un riff di chitarra, nel senso, io avevo in mente i The Clash, che poi diventano Serge Gaingsburg, che sono le bugie della giovinezza, gli orizzonti impercorribili di ogni giorno. Poi diventava la follia del fuori scena, la follia di Gould con l’humor Dei Monty Python. Il tempo morto del mentre si fa una canzone, la si cerca.
Quella fu la prima.