Da venerdì è fuori per Asian Fake e peermusic Italy il nuovo EP di Ginevra, il primo in Italiano per l’artista torinese.
Si intitola Metropoli ma è in realtà un viaggio che va oltre le dense strade in cemento delle città: ascoltando i sei brani che lo compongono, prodotti da Francesco Fugazza, si ha la sensazione di poter trascendere la dimensione urbana e attraversarne una nuova, ultraterrena.
Questo accade perché EP come quello di Ginevra vengono da un altro pianeta, di cui amiamo esplorare le luci e le atmosfere inedite ai nostri occhi.
In Metropoli coesistono materico e immaterico, respiri pesanti e sospiri di sollievo, ostinazioni urbane e destinazioni ultra planetarie.
Sarà lei ad accompagnarci in questo viaggio metropolitano e non nel track by track del disco che trovi sotto al player
METROPOLI EP, prodotto da Francesco Fugazza, è un viaggio di 6 brani che dalle strade della città può portarti fino a Marte.
METROPOLI è un’intro, una piccola finestra che si spalanca e che anticipa i temi fondamentali del disco: la vita nelle grandi città, i sogni, l’amore, la solitudine e le birrette al tramonto con gli amici di sempre.
URAGANO è una ballad malinconica che racconta di quei momenti di sconforto presenti in tutte le relazioni. L’apertura del ritornello con “questa volta non ti parlo più” è un invito a cantarlo a squarciagola, fuori dal finestrino, sfrecciando lontano da chi ci ha fatto star male.
SCONOSCIUTI è la storia di chi s’innamora in una grande città, fra corse frenetiche e giornate infinite. In questo scenario, in cui sembra non esserci mai abbastanza tempo per gli affetti, un aquilone spensierato custodisce la metropoli cullato dal suono dei synths (dai un’occhiata al video se non l’hai ancora fatto!), donando leggerezza al brano.
RAJASTHAN è il vento caldo che soffia nelle notti d’estate, un sussurro, una lettera che inizialmente ho scritto per mio fratello e che ora regalo a chiunque abbia bisogno di un abbraccio. Semplicemente cerca di dirti “Stai tranquillo. Tutti noi abbiamo davanti un futuro incerto, incasinato. Qualsiasi cosa accada, ci sarò io con te”.
MOSTRI è un inno alla bellezza delle cose semplici, primordiali, quelle che forse abbiamo dimenticato: le montagne prima della costruzione delle città-lunapark, il profumo dell’erba fresca. Rimane il dubbio su chi siano i Mostri: noi o gli altri?
La scelta spetta a chi ascolta.
MARTE è un outro, speculare a METROPOLI. Rappresenta la fine di un viaggio, una sorta di saluto dolce-amaro, una riflessione matura su quello che siamo e che ci circonda. Forse, non è altro che un ponte verso un nuovo inizio.