È il Natale meno Natale di sempre.
Ci conforta però che in questo esilio brutale dalle feste e dai sentimenti, le canzoni natalizie continuano a fare il loro corso, risuonando da più parti la loro inscalfìta magia.
Puoi odiarle, barricandoti nel tuo atto di resistenza ai campanellini e all’uptempo, oppure amarle incondizionatamente: loro, in ogni caso, ti troveranno.
Si è arreso pure Gigante che ha trovato il modo di sopravvivere a Last Christmas con una cover che l’ha resa più Last e molto meno Christmas.
La sua versione del pezzo degli Wham! non ha campanelli ma conserva quella bellissima malinconia degli anni ’80, della quale purtroppo siamo totalmente asserviti.
Perciò se anche quest’anno stai provando a vincere a Whamageddon, questa cover è la soluzione perfetta per ascoltare il brano e restare in gara.
“Last Christmas è uno dei pezzi più belli di sempre, non ci sono dubbi, ma ascoltarlo ogni anno a Natale dal 1984 ha generato due scuole di pensiero: quella del “Vogliamo ascoltarla ogni giorno, anche a Ferragosto” e quella del “Whamageddon”, rappresentata da gente che non ne può più. Il mio esperimento è stato quello di provare a varcare questi due mondi contrapposti. Ho cominciato a giocare al “Whamageddon” ed effettivamente mi sono reso conto che sopravvivere è un’impresa ardua. Questo perché, in un modo o in un altro, Last Christmas ti trova. Posso dire quindi di essere entrato in una perfetta empatia con i “whamageddiani”. Sono poi passato all’altra faccia della medaglia, quindi mi sono chiesto quale sarebbe stata una buona soluzione per ascoltare Last Christmas anche il 1° maggio. Ho deciso così di prendere il pezzo e sfilettarlo, chiudendo sonagli, campanellini e roba natalizia nel baule, lasciando tuttavia quel retrogusto anni 80. Il risultato è questa cover immersa nel rosa, colore che nasce dal rosso natalizio ma alleviato dalla purezza del bianco. Un modo per creare una “Last Christmas” meno “Christmas” ma più “Last”.”