Venerdì è stato un giorno pieno zeppo di uscite, per cui abbiamo finito di ascoltare tutto soltanto due ore fa.
Quando è partito il brano di Dario Jacque, Dans les Yeux, ci siamo come risvegliati e abbiamo messo una puntina per non dimenticarcelo. Era già successo per il suo precedente singolo, Vamos Burrito, di cui in effetti non abbiamo mai più dimenticato croccantezza e sapore.
Ora, il secondo assaggio, è ancora più gourmet perché sul piatto ha le barre in inglese e francese del rapper Gem condite con un sound rilassato e ipnotizzante e con il basso caldo di Dario Giacovelli aka Dario Jacque.
Il brano, come avrai capito, è squisito. Perciò buttati a capofitto e poi scopri quali sono i riferimenti musicali di Dario Jacque.
1. Kendrick Lamar, Thundercat & George Clinton – Wesley’s Theory
Quando ho ascoltato questo brano cupo, moderno, inquieto, ho avvertito una sensazione di freschezza musicale che non sentivo da un po’ e sono tornato un ragazzino che sogna quando ascolta musica.
Kendrick è in assoluto il mio rapper preferito per impegno sociale e flow disarmante. Thundercat è la mia fonte di ispirazione moderna, colui che mi ha fatto credere che un bassista può essere anche un produttore e un artista. Se aggiungiamo George Clinton, tra i fondatori del funk psichedelico, il risultato non può che essere assurdo!
2. Brad Mehldau – When it rains
Un intro di pianoforte archi e brass, sembra di stare in un sogno; poi, in punta di piedi entrano il contrabbasso e la batteria e il pezzo sembra uscire dal sogno, ma resta sospeso in aria.
Amo il jazz da sempre a amo la melodia. Adoro lo stile di Mehldau, quella sofferenza consapevole in tutte le note, il peso delle esperienze di vita vissuta.
Collego questo brano a un periodo difficile in Danimarca, quando in preda all’ansia, lo ascoltavo e tornavo sereno.
3. Daft Punk – Giorgio by Moroder
Ho ascoltato questo brano quando è uscito RAM e ho iniziato a credere che la modernità possa nascere mescolando la traduzione all’innovazione.
Può esistere una musica ibrida composta da strumenti ‘tradizionali’ e produzione elettronica.
È stato un per me un ritorno al futuro: dal funk anni ‘70-‘80 alla musica che non è ancora stata prodotta.
4. Red Hot Chili Peppers – I Like Dirt
Quando ho sentito per la prima volta Flea suonare il basso ho capito che quella era la mia strada; sentivo energia provenire da quello strumento fino ad allora ancora così misterioso e a volte difficile da percepire. “I like dirt” segna un momento di svolta per me, ero ancora adolescente, ma già sapevo che avrei fatto il musicista.
5. Franco Battiato – Torneremo ancora
Quando avevamo 20 anni, in comitiva ascoltavamo Battiato senza analizzare troppo il testo, facendoci solo trascinare dal ritmo e dal flusso musicale.
A 30 anni con gli stessi amici, abbiamo ascoltato Il maestro e la Royal Philarmonic Orchestra: noi eravamo cambiati, diversi gli uni dagli altri, ma ancora consapevoli di provare le stesse emozioni nell’ascoltare questo brano.
‘Un suono discende da molto lontano, assenza di tempo e di spazio…’
La musica è fatta di pensiero, di filosofia. Quando compongo a volte ascolto Battiato per ricordarmi questo messaggio.