12 tracce, 12 stanze e un filtro blur che ammorbidisce tutto.
È il Mystic Motel di Laila Al Habash, fuori dallo scorso venerdì per Undamento: un disco d’esordio che è tappezzato di velluto e si sorregge su colonne in marmo. Sfarzoso ma non patinato, è il rifugio mistico e notturno sulla statale: accogliente, di strada, affascinante.
Per il suo primo disco Laila ha scelto un posto insolito, arredandolo con tutte le sue sfumature. Lo ha reso piacevole in ogni sua stanza e poi ci ha invitati dentro per un tè, perché ad ogni sorso lento scoprissimo ciascun dettaglio di questo motel: lo sbrilluccichìo sfavillante degli Abbagli che luccicano come quei maestosi lampadari coi cristalli, poi la malinconia blu della stanza Oracolo e il brio pop di Ponza che ha le maioliche bianche e azzurrine come le case al mare. La morbidezza delle lenzuola in seta di Sbronza e il risveglio ruvido sulla moquette di Sunshine e poi potremmo andare avanti a svelartele tutte, ma non ci sarebbe sfizio.
Per cui qui sotto ti lasciamo le chiavi che aprono tutte le stanze di Mystic Motel e più giù la mappa alfabetica per orientarti meglio.
Dalla A alla Z, una chiacchierata con Laila Al Habash
A come Astrologia. Se il tuo disco fosse un segno zodiacale, quale sarebbe?
È nato il 5 novembre, quindi Scorpione.
B di Bouquet di frasi da non dire a Laila.
“Non c’è parcheggio” , “Mi piace Israele”, “Stai zitta”.
Coez, com’è andata?
Benone, avevo una demo, gliel’ho mandata, gli è piaciuta e abbiamo scritto il testo in una notte.
D di un Disco che hai ascoltato compulsivamente.
Salad Days di Mac Demarco.
E invece un nome nuovo che vuoi consigliarci?
Marco Castello.
Facciamo che abbiamo una macchina del tempo. Dove ce ne andiamo?
Nel futuro, tipo nel 2027. Vorrei vedere come sarò e se siamo ancora tutti vivi.
G di Gelosa. Di cosa, più di tutto?
La mia collezione di orecchini.
H come un Haiku che ora ti inventi per noi.
Ammazza quante domande st’intervista/
Devo impegnarmi e far capire/
Che sono un’artista.
Il posto perfetto per ascoltare le 12 tracce del tuo nuovo album.
In macchina nel traffico d’inverno, meglio se di sera, andando ad un appuntamento molto bramato.
Juke box. La canzone che fa da sottofondo al lento che vorresti ballare all’infinito.
Mi sei scoppiato dentro al cuore di Mina.
Keywords. Le parole chiave di questo disco.
Groove, basso, armonizzazioni.
La tua parola preferita.
“Bonifico a tuo favore”
Mystic Motel. Come te lo immagini?
Su una statale, ha appena finito di piovere, struttura vecchia con una bella insegna, entri e ci sono io ad accoglierti in una hall tutta colorata e di velluto.
Niccolò Contessa, STABBER, Laila. Come vi siete allineati?
Abbiamo fatto tutti separatamente dei riti etruschi prima di cominciare, contattato una sibilla cumana che ci ha benedetti e poi abbiamo giurato che sarei stata io l’unica che avrà i capelli per tutta la vita.
Oracolo. Qual è quello che avresti voluto sentirti dire?
Dire niente, avrei voluto più abbracci.
P di un perché a cui non hai mai saputo rispondere.
Perché non fanno pacchetti di tabacco che sono in quantità esattamente proporzionali alle cartine e i filtri così puoi comprare tutto insieme e non finiscono a turni? Non si sa.
Quell’artista con cui hai sempre sognato di collaborare.
Kali Uchis.
R di ricordo felice legato al disco.
Tantissimi. Il viaggio di ritorno in macchina dopo che ho scritto Fotoromanzi, Stabber che si emoziona per Oracolo, Niccolò che mi racconta che quando ha ascoltato il ritornello di Gelosa si è chiesto come cavolo mi fosse venuto in mente, e ancora un brindisi ad un ristorante a Roma un giorno tiepido di maggio, il giorno che abbiamo chiuso il disco, con Stabber, Niccolò, Sara e Tommaso.
S di Specchio. La canzone dell’album che ti riflette perfettamente.
Tutte, ma forse Complimenti un po’ di più delle altre.
Tu a Times Square. Quanto hai urlato nel vederti lì su?
Il giusto.
Un sapore che non dimenticherai mai.
La prima volta che ho ascoltato Oracolo e mi sono commossa.
V di Velocità. Quando scrivi, vanno più veloci le parole o la musica?
Le parole, sono velocissima, la felicità di ogni producer.
Wow! La cosa che ti ha stupita di più nell’ultimo anno.
Quante persone mi danno retta e credono in questo progetto. Dici fin quando sono io va bene, le faccio io le canzoni, parlo dei cavoli miei. Ma è assurdo che anche altri ci stiano così dentro come me.
X di x sempre. Una sensazione che non vorresti finisse mai.
La spontaneità che ho avuto nello scrivere ogni traccia del mio disco. È il primo, spero di conservarla anche per i prossimi e che non sia stata la fortuna del principiante.
Y come YouTube. Un video che dobbiamo vedere assolutamente.
Mi farà ridere per sempre
Z di Zattera. Dopo due anni, ora hai imparato a costruirla?
Non sono brava con le cose manuali alla fine sono andata da Decathlon ho preso un kayak giallo