Dopo l’ottimo Ep del 2009, “Sometimes it’s better to wait” e la partecipazione alla compilation “Il Natale (non) è reale”, a febbraio tornano gli Ofeliadorme.
Loro sono bolognesi e sono in quattro: Gianluca Modica, Francesca Bono, Tato Izzia e Michele Postpischl, che si alternano negli strumenti accompagnando la magica voce di Francesca.
Il progetto prende forma nel 2007 e da allora viaggia in molte città d’Italia e d’Europa. Il nuovo disco, All Harm Ends Here, rigorosamente autoprodotto, è stato registrato nel proprio studio (Soporoco Studio).
Ci troviamo di fronte ad una voce energicamente affascinante, a tratti malinconica, a tratti superba, a tratti dolcissima e sicuramente forte, accompagnata da una musica capace di modificare i toni e le atmosfere passando da un “clima” assurdo dell’intimità più nascosta ad un “clima” sterilmente caotico delle grandi città (vuote). È la voce di Francesca potente e dimessa (a seconda delle situazioni) a rendere l’idea ed è un peccato che si esprimi solo in inglese – ma questa è un’opinione personale.
È un album sicuramente di facile ascolto, ma non per questo scontato: man mano che si va avanti, ci si rende conto che c’è qualcosa di più.
Di impatto nord europeo, le tonalità sono alte e caratterizzate da chitarre che si affrontano, il tutto coordinato da questa voce suprema. Undici brani che si alternano passando da toni acustici a toni elettrici con le chitarre sempre in primo piano; in tutto l’album si rintraccia il dualismo tra sonorià dimesse e sonorità più accese, tuttavia c’è un filo conduttore che è quello dell’essenzialità della canzone, della melodia, degli arrangiamenti e della voce.
È un album, All Harm Ends Here, che si ascolta tranquillamente seduti sulla poltrona mentre si parla del più e del meno con qualche amico o amica.
Resta la convinzione che la lingua italiana sarebbe una gran bella sfida, senza voler nulla togliere alla scelta della lingua inglese, ovviamente. Vedremo cosa accadrà. Nel mentre, se volete ascoltarli live queste sono le prossime date:
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