I Kutso (Matteo Gabbianelli alla voce; Donatello Giorgi alla chitarra, Luca Amendola al basso e Alessandro Inolti alla batteria) sono quattro ragazzi di Marino, paese alle porte di Roma (e uno dei più famosi dei Castelli Romani – vedere alla voce: sagra dell’uva) da cui in realtà si spostano un numero imprecisato di volte (arrotondare per eccesso qualsiasi vostra ipotesi) per far divertire, ballare, in una parola per far smuovere gente.
Dopo più di tre anni dalla formazione, e centinaia di live (e la vittoria del Martelive, nel 2011), i ragazzi hanno deciso (finalmente!) di pubblicare un Ep di quattro brani: Aiutatemi, uscito per 22 Records e contenente l’omonimo pezzo, il cui video ha vinto il premio della tecnica al M.E.I. del 2010. E siccome noi di DLSO siamo dei kutsari, non potevamo farcelo sfuggire. E raccontare da loro stessi.
1 “Aiutatemi”
guardo la mia miseria interiore, ne rido sarcasticamente e odio il mondo ma voglio bene a tutti.
Chiedo stancamente aiuto esclusivamente per il mio egoismo ma cerco di mostrare la mia gratitudine perché io assolvo l’umanità in quanto tale.
2 “Compro una Tv”
Basta! Lascio perdere, non sono in grado, mi annichilisco nella moltitudine, mi confondo nella massa informe e anonima.
Compro una tv e guardo la vita degli altri, godo delle loro imprese, osservo in loro ciò che avrei voluto essere io e vaffanculo.
3 “Fottuto”
Prima pensavo che non avevi capito nulla di me, che non mi meritavi, che eri una stronza.
Ora mi è chiaro che parliamo due lingue estranee l’una all’altra, partiamo da presupposti diversi.
Tu non mi puoi amare, come io non ho potuto amare altri esseri umani al di fuori di te.
Non c’è giustizia, non c’è morale, non c’è bene o male, c’è solo sì o no.
4 “3 Anni”
C’è sempre qualche bastardo che ti fa perdere tempo, che ti illude riempiendoti di chiacchiere, che ti fa passare la voglia di vivere, di insistere, di sperare di ottenere una fottuta gratificazione. A questa gente di merda, a queste “élite” di poveracci, a questi 4 cani rabbiosi che si contendono un osso smangiucchiato e fetido, io strillo in faccia “ma che cazzo me frega?!” di voi, dell’osso smangiucchiato, della gloria, dei valori, del bello e del brutto.
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