Mi ero ripromessa di non indulgere più nel cantautorato siciliano, che non mi fa bene: mi ritrovo a sognare quella terra bagnata di luce per tutto il tempo. Ma come sempre, finisco per contravvenire alle mie stesse regole. Questa volta l’occasione me la da Paolo Mei e il circo d’ombre con il loro Inventario, esordio sulla lunga distanza uscito ieri in distribuzione digitale e da oggi in streaming esclusivo per i lettori di Shaq.
Otto tracce registrate in appena otto giorni sotto la direzione artistica di Cesare Basile, che ne cura arrangiamenti ed orchestrazioni. Ad affiancare Paolo nella scrittura, ritroviamo uno dei nomi celebri di questa stagione musicale: Lorenzo Urciulo, aka Colapesce.
Emerge velata da tutto il disco la tradizione autorale siciliana, trasposta in un pop che talvolta profuma di folk. I toni sono però universali, emancipati dalla regionalità di un meridione che tende a ricadere su se stesso.
Ariosa e radiofonica, la resofonia di A Milano fa da contraltare al melò Con le parole, la cui melodia tipicamente “urciuliana” si piega ad un brano degno di Mauro Ermanno Giovanardi. Il sodalizio con Colapesce tocca il suo picco in Marocco, fresca ballata dai toni agrodolci da far invidia a Francesco Bianconi.
Ampio respiro e introspezione, per un lavoro che deve al suo produttore una ricchezza non comune degli arrangiamenti che pur non ne soffoca la genuinità.
Ma bando alle ciance: a voi l’ascolto.