Avevamo già intervistato Mecna tempo fa, ma dopo l’uscita del discONE “Disco Inverno”, una nuova chiacchierata era necessaria. L’abbiamo fatta grazie a Stefano di A New Hope Webzine.
Come stai? Cosa si prova a stare in giro per lo stivale, con il primo tour solista ufficiale della carriera? Tu non lo sai ma le persone già mi chiedono se stai già registrando un nuovo disco o un EP o qualche inedito… di solito si dice: ma che gli fai alle donne? In questo caso che gli hai fatto agli ascoltatori? Te lo aspettavi un riscontro del genere ?
Non me lo aspettavo. Anzi forse si, ma sicuramente non ci ho creduto fin quando non è uscito il disco. I primi giorni sono stati di grandi soddisfazioni, e poi a seguire c’è stato sempre più movimento ed interesse. Dopo ormai 3 mesi, il disco continua a catturare qualche ascoltatore che si perde, e mi scrive lettere infinite sulla pagina di facebook. Sono tutte cose a cui uno non si abitua facilmente. Direi che sono soddisfatto. Per ora.
Quando e come hai conosciuto per la prima volta l’hip-hop ?Qual’è stato il primo disco che hai comprato ?Quand’è che ti sei innamorato realmente della musica?
Il primo disco che ho comprato è stato “The Marshall Mathers LP” di Eminem, ecco, l’ho detto di nuovo. Mi ha stregato, mi ha rapito, ci sono andato sotto e non è durato poco. Da quello ho scoperto tutto ciò che c’era, fino ad arrivare all’Italia, appassionandomi ad artisti con cui oggi collaboro. Ma della musica mi sono innamorato molto prima, mio padre suonava la batteria, mia sorella è più grande di me quindi in casa c’era sempre un momento in cui la musica suonava.
Piccolo esperimento: io metto su un po’ di dischi di vario genere, dopo un po’ stoppiamo e discutiamo su ciò che abbiamo sentito ti va?
Microphone Killarz – Rollit On!
Primo disco, prima esperienza ufficiale, come sono nati i Microphone Killarz, l’amicizia con Lustro e Totò Nasty, cosa hai percepito la prima volta che hai riascoltato il progetto finito e che cosa hai provato quando hai avuto tra le mani, per la prima volta quest’album??
Il rapimento dell’hip-hop di cui ti parlavo prima è avvenuto durante il mio primo anno di Liceo. La stessa cosa era avvenuta ad un mio compagno di classe, Lustro, con cui ho iniziato a scrivere cose di cui mi vergogno, ma con cui ho subito visto un futuro definito. L’anno dopo nella classe affianco alla nostra, la prima, intravedemmo questo ragazzo vestito come noi e lo avvicinammo. Divenì Totò Nasty e noi i Microphones Killarz. Ricordo che eravamo sempre nella mia tavernetta a fare pezzi e mangiare pizza, mancava solo Splinter. Ahaha. “No problem” lo andammo a registrare a Lugano, dopo la gita di 5° superiore a Parigi (in pullman, da Foggia). Arrivammo lì e in 3 giorni registrammo tutto, in studio dagli Havana Clab e Dj S.I.D. Fu stupendo avere il disco finito, una soddisfazione immensa.
Microphones Killarz – I Vecchi Feat. Kiave e Ghemon
Come è nato il pezzo? La tua strofa a cosa o a chi è ispirata? Dove l’hai scritta come l’hai scritta? I contatti con Kiave e Ghemon, con cui anni dopo ti sei ritrovato nel progetto Blu-Nox, come si sono evoluti dopo questo brano? Mi sono sempre chiesto cosa significa il tuo Street Name e diciamo che qui, più o meno, Finisce McNamara e comincia Mecna. Correggimi se sbaglio, ma io ho notato proprio un cambio di personalità, di musicalità con questo taglio del nome, è vero? o è solo frutto delle mia immaginazione? Una maturità artistica che in “Le Valigie Per Restare” ho accusato tantissimo.
Mi dispiace deluderti ma né “Mec Namara”, né tantomeno “Mecna” vogliono dire qualcosa. Il primo mi fu attribuito da Nasty a scuola, il secondo è stato un consiglio di Ghemon, che mi ripeteva “devi troncare quel nome, Mecna funziona di più” e dopo qualche tempo, mi convinse. Sicuramente con “Le valigie per restare” ho messo in pratica un po’ di teoria musicale che avevo maturato in un lasso di tempo di inattività, dopo aver conosciuto Kiave, Ghemon, Macro e gli altri. Avevo trovato il mio modo di dire le cose e mi sono subito voluto confrontare.
Donny Hathaway – Someday We’ll All Be Free
Com’era? “Adagio, Ascolto Donny Hathaway e vado, cammino e rubo foto come un ladro”. Non so se questo è uno dei tuoi dischi preferiti, ma è il mio di Donny, perché ha scelto lui come riferimento? Tutti abbiamo delle influenze musicali le tue quali sono ?
Quando ho scoperto Donny Hathaway ricordo di aver pensato: “cazzo, pensa se nascevo qualche anno prima, lo avrei potuto vedere live!”. Secondo me è una di quelle cose che ti cambiano la vita, come la droga, o l’amore.
Ratatat – Loud Pipes
Il mio primo ascolto di questo disco mi ha lacerato il petto, cosa ti ha spinto ha scrivere su questo beat il brano Super? Come è nata l’idea del video dei font a tempo con la strofa? Tutto semplice e diretto come ma nessuno prima, probabilmente.
A dire la verità arrivai qualche anno dopo a contatto con questo disco, ma poi un giorno riascoltandolo capii che volevo offrire la mia versione di quel brano. Una volta fatto il pezzo, non credevo di fare il video, ma un giorno arrivò al mio collega una GoPro in ufficio, l’aveva comprata per corrispondenza. Così dissi “Oh, scendiamo nella cantina dell’ufficio (di uno stabile nella vecchia Milano, molto figo) e facciamo dei playback legando alla camera una torcia”. Lo facemmo ed il risultato era stiloso, ma alquanto scarno, così iniziai a disegnare delle parole, che diventarono loghi, che si duplicarono. Tutto fu fatto in 2 giorni, le cose belle nascono così.
Nicolay – Let It Shine For Me
Ascoltiamo tutto il disco? Io una volta che lo metto su non riesco più a premere il tasto STOP! La mia domanda è: quanto è importante la base, un beat per te, durante il concepimento di un brano? scrivi di getto oppure a tratti con intervalli lunghi di tempo? Questo brano ti ha trasmesso un Blues forse unico che probabilmente sta’ accora suonando come quello nei brani di Muddy Waters…
Quel beat è “il beat”. Uno dei pochi pezzi che ho scritto in 10 minuti, un flusso vero di coscienza. Il mio approccio è sempre questo, ma con “Le cose buone” c’è stata una magia insuperabile, sentivo proprio la neve che scendeva, vedevo ogni singola parola qualche secondo prima di scriverla. Infatti il brano non è perfetto, ma non lo cambierei mai.
Mecna – Kryptonite feat. Ghemon/Gilmar
Il video è fuori da ogni concezione umana e fa salire di livello l’immagine dell’Hip-Hop italiano. Sceneggiatura spettacolare, location ricercate che sposano a pieno i tuoi testi e in più tu con la versione cantata di Ghemon aka Gilmar, Non ci siete nel video! Solo in 3 frame di cui 2 primi piani singoli per 2 secondi e uno lungo di 4 secondi in lontananza… “Amazing”. Raccontami un po’ com’è nato il pezzo il video e tutto quello che c’è da sapere! Spettacolare.
Il pezzo è nato una notte, tornato da una serata in cui ero preso un po’ male. Scrissi questa strofona e decisi di non toccarla, ma al massimo di aggiungere un ritornello. Così chiamai Ghemon che però non voleva esserci, mi diceva che il pezzo si reggeva così, ma io mi ero fissato così mi mando un paio di provini e in studio rifinimmo il tutto, secondo me il suo inciso finale apre il pezzo e lo manda in un’altra dimensione. Del video posso solo dire che per vederlo ci ho messo 2, 3 ore, perché ero al mare senza connessione, ero in giro con Andrea Nardinocchi ed altri amici e mi arrivò questa mail con il premontato. Dopo aver recuperato un iPad, per caricare l’intero video aspettai 1 ora, ma poi ci fu un errore, quindi ne aspettai un’altra. Fu straziante, ma quando lo vidi, alle 4 di notte non ci potevo credere.
L’ultima domanda, volevo chiederti un Essential, una foto dei tuo oggetti che per te sono essenziali, da un disco ad un iphone, mac, microfono, cappello, apribottiglie, penna usb eccc… Cos’è l’essenziale per Mecna?
L’essenziale- L’iPod con anche solo un pezzo, ma dev’essere il mio pezzo del momento. Riesco ad ascoltare un solo brano anche per una settimana. “Se fossi un dj, sarei un fesso”.