Se vivi tutto l’anno aspettando il Miami o sei in fissa per una band indie a caso─L’orso─avrai sicuramente già notato i suoi disegni sulle mille mila locandine appiccicate sui pali della luce a Milano durante lo scorso inverno o sulla copertina de L’Adolescente EP due anni quasi or sono─ne approfitto per riascoltarlo. Ma Giordano fa anche un sacco di altre cose: tipo realizzare artwork per Wired, Il Sole 24 Ore, per Zero e non ultimo per se stesso. La bio che trovi sul suo sito non dice molto di lui, se non che vive nel capoluogo meneghino e che ha trent’anni. Curiosi, gli abbiamo posto qualche domanda che forse vorresti fargli anche tu se lo incontrassi per caso.
A scuola che ruolo avevi? Eri il bullo, il capo dell’autogestione, l’emarginato timido o il secchione generoso con gli altri?
Diciamo che dipende dal periodo, sono stato molto timido alle medie, la parte del bullo non mi si addice, ma sono sempre stato amico dei “potenti” :), senza esserlo per ovvio opportunismo.
Come scegli i tuoi soggetti?
Razionalmente non saprei, non sono cose costruite con logica nel tempo, sono molto istintivi, spesso decido anche in base ai colori. Pensandoli a ritroso non trovo mai un punto di partenza e la cosa in realtà mi diverte molto. Mi piace l’inquietudine come sensazione, che di solito bilancio con altri soggetti molto solari. Un’altra cosa che mi piace molto è dipingere la luce, ma è cosa secondaria al soggetto.
E se qualcuno dovesse disegnare te, come ti immagineresti?
Beh, mi piacerebbe moltissimo! Vorrei sicuramente una cosa poco seria, una caricatura ironica, un mezzo busto. Qualcosa che potrebbe fare un artista da strada turistica, quelli che dipingono le caricature di attori per intenderci. Oltre a questo il mio sogno sarebbe un ritratto fatto da Charles Burns, uno dei miei artisti preferiti.
Se non in questa, in che epoca saresti voluto nascere? E quale personaggio conoscere?
Nelle metropoli dell’800, meglio Londra, ma anche Parigi. Ovviamente avrei voluto essere un aristocratico per godermi tutto. Il caos metropolitano mi ha sempre affascinato. Per il personaggio storico, andiamo molto più indietro nel tempo e ti dico Alessandro Magno.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Feticci inconfessabili.
Ci ho pensato per una settimana e non me ne è venuto in mente nessuno, giuro.
Fobie incontrollabili.
Una su tutte le vertigini, forse è anche per questo che odio la montagna.
Quand’eri piccolo come disegnavi la tua casa? La mia aveva sempre il tetto fatto di tegole marroni e lo steccato intorno al giardino. Ah, e poi aveva anche una finestrella rotonda sul lato sinistro che la faceva somigliare tanto ad una chiesa.
La mia era geometrica e spigolosa: struttura quadrata, tetto triangolare, una porta, due finestre, anche queste quadrate, poi fumo dal camino sempre acceso, e il fumo era un ricciolo lineare che si attorcigliava verso l’alto, tipo filo del telefono.
Ci consigli qualche illustratore da intervistare nelle prossime puntate di Passaporto?
Il primo nome è la mia illustratrice-feticcio (allora ne hai uno!! nda), che nomino ormai in tutte le interviste, è Anna Deflorian. Un altro nome che ti faccio è quello di Ratigher se ti può andare bene anche un fumettista-illustratore.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?