Torniamo a parlare degli Amari e del loro comeback con Kilometri. Dopo averli intervistati ed avervelo raccontato, lasciamo che sia la band stessa a descrivercelo attraverso la rubrica che conta più imitazioni al mondo─cit Biscardi─ovvero, il discoraccontato®. Mettetevi comodi.
Aspettare, aspetterò
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Un pezzo sull’attesa era in cantiere da parecchi anni, non avevamo mai trovato le parole adatte, e forse era giusto arrivassimo ad esaurire la nostra pazienza per riuscire a scriverlo, parlare cioè di quanto in realtà passiamo la nostra vita più ad aspettare qualcuno o qualcosa, che a farlo realmente. Come in molti momenti del disco anche qui c’è di tutto nel calderone, l’amore, il lavoro, la vita, i soldi, il viaggio, il tempo. “Aspetto di riaccendere il motore, ho un inverno per pensare se potrà ripartire” .. dai che avete capito di chi stiamo parlando.
Ti ci voleva la guerra
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Nasce tutto da questa frase che in friulano suona ancora più antica, un monito per le generazioni precedenti alla nostra; da qui siamo partiti, con Cero e Dariella che mi aspettavano a casa di quest’ultimo per suonare, ed io in tremendo ritardo, rimpiangendo la pessima idea di attraversare Milano in bicicletta, bloccato fra i fumogeni di un corteo ed i blocchi della polizia: e pensare che noi volevamo solo suonare, ingenui.
Africa
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Il testo è nato da una delle epifanie del Dariella, mentre rispondeva ad un’intervista ha partorito il tormentone finale “prova a spiegare la provincia a chi sta in Africa”. A quel punto mancava il contorno, e ci siamo divertiti ad immaginare questa lettera a mamma e papà. Lettera che alla fine si fa carico di descrivere l’eterna tensione fra provincia e metropoli, forse da sempre uno dei carburanti principali degli Amari.
Il tempo più importante
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Uno dei pezzi più vecchi del disco: arriva addirittura da delle vecchie session al Mushroom Studio di Enrico Berto, dove è nato jammando tutti quanti assieme come dei bravi boy-scout attorno al fuoco. Di quella versione primordiale è rimasta la parte vocale e come ho spesso detto a Dario “basterebbe questo testo a rappresentare tutto il disco”. Non basta: Leo Fresco qui ci ha chiesto il primo grosso salto della fede (di nuovo Indy..) dell’album, buttare nel cestino tutta la musica e ripartire dal pianoforte, per fare spazio alle parole. E così abbiamo fatto.
Il cuore oltre la siepe
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Durante una delle mie bucoliche scampagnate in bicicletta per la verde provincia, fra alte siepi e cani a far la guardia a placide villette, ho avuto l’immagine di questo cuore bambino a cui dare tutte le colpe, a cui dover ogni volta spiegare tutto da capo, a cui dare facilmente la responsabilità di tutti i nostri errori. Un po’ come fare una rapina in villa, sembra facile se hai un complice da mandare avanti, da lanciare oltre la siepe in avanscoperta, no?
La ballata del bicchiere mezzo vuoto
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Mi credete se vi dico che questo beat era inizialmente un provino per Marracash? E se vi dico che per quasi un anno ha sfoggiato una chitarra country tipo Loser di Beck?
Quello che non è difficile da credere, però, è che ero stronzo da bambino, ma in fondo lo era anche Dariella, altrimenti non mi avrebbe aiutato a scrivere questo testo, che dite?
Immagino però che tutti questi siano solo dettagli: ora concentratevi sulla ragazza che vi piace tanto e provate a convincerla che siete davvero un buon partito.
A questo punto
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Anche questo è stato un pezzo traghetto per portare i vecchi Amari verso i nuovi Amari, abbiamo sacrificato un basso post punk del prode Cero, un sinth wobble made in UK di quelli che piacciono tanto a Dariella, un beat dei miei di quelli (come direbbe Leo Fresco) “dove ci stanno i piattini che si rompono” Insomma a sentir questo disco raccontato sembra che vi stiamo raccontando un altro disco che non sentirete mai, ma il succo è proprio qui: Kilometri è figlio di questo enorme lavoro di sottrazione, di suoni, di note e spesso e volentieri di ego, che ci ha visto diventare praticamente un mezzo per far nascere questi pezzi, immolandoci al grido di “sono le canzoni che ce lo chiedono!”
Kilometri
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In un certo senso è il rovescio della medaglia della nostra vecchia “Le gite fuori porta”: qui il cavaliere infilza draghi pur di raggiungere la sua bella, scala montagne per arrivare da lei, prende nota di tutto e ne scrive un romanzo, e fra una tappa e l’altra del viaggio non si risparmia un Camogli in Autogrill.
Siete mai partiti a notte fonda per amore? noi si, e vi assicuriamo che i nostri compagni di viaggio si riconoscono dallo sguardo a una certa ora.
Rubato
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Probabilmente il pezzo più speranzoso mai scritto dagli Amari, speranzoso a modo nostro ovviamente, parla pur sempre di un furto, e di come commetterne un altro nel tentativo di riprendersi ciò che un tempo era nostro (il sonno, il sorriso, il futuro, la speranza appunto). Meritava anche per questo di chiudere il disco lanciando un bengala di speranza, come disse qualcuno anni fa nei nostri confronti.
RECENSIONE / INTERVISTA / FACEBOOK
DATE DEL TOUR (FIN QUI FISSATE)
1 feb – showcase a radio popolare Milano
2 feb – firenze auditorium flog
21 feb – modena – OFF
22 feb – arezzo – karemaski
23 feb – napoli – lanificio
28 feb – roma – lanificio