Chiariamo subito una cosa: se hai googlato NBA e sei arrivato qui, è bene che tu sappia che di basket si parlerà molto poco. L’autrice di questo pezzo è bionda e considera il basket americano una suprema forma di passatempo. Niente di più. La domenica sera, quando non ho nulla da fare, mi butto sul divano con mio padre, mi faccio due risate con la premiata ditta Buffa-Tranquillo (quando ancora si concede) e lancio gridolini nell’aere per quei tiri dalla mezza che fanno frusciare le retine ricordandomi Micheal-cometenessunomai-Jordan. Non me ne intendo, non conosco poi così bene le franchigie, riconosco i grandi campioni, senz’altro, ma ancora spero di vedere scendere in campo quel gran figo di Chris Webber, per dire.
Il motivo per cui mi son messa a scrivere di basket americano è molto semplice: venerdì scorso i Golden State Warriors hanno debuttato con la nuova uniforme. Normalmente nessuno si filerebbe i Warriors poi così tanto, perciò come hanno pensato di ovviare i californiani? Costringendo i loro giocatori a scendere in campo in pigiama.
La trovata pazzesca è di Adidas, che ha progettato queste nuove casacche super attillate, di tessuto tecnico e con le MEZZE MANICHE. Considerando i colori di Golden State… dicono che Lance Armstrong ne abbia già ordinate 7! Il tutto, tralasciando l’incauto abbinamento con quel pantaloncino “gessato” color zabaione.
Io lo so che la moda si è sempre evoluta anche nello sport, ma non tutte le evoluzioni sono apparse sensate. Pensate al top asimmetrico di Martina Hingis o alla seconda maglia recentemente sfoggiata dal Barcellona FC (si chiamano blaugrana, non cocorite). Mi dispiace molto per i signori di Golden State ma questa maglia dei Warriors rientra a pieno titolo nelle pessime idee.
Innanzitutto perchè, da che mondo è mondo, il basket non è la pallamano, perciò non si veste attillato. Pensateci, riasalite con la memoria lungo le epoche d’oro dell’NBA: era certamente tutto più ristretto ma non attillato. Larry Bird e Magic Johnson giocavano praticamente in hot pants, per esempio. MJ, Rodman e Pippen (se ci penso mi commuovo un po’…) indossavano la più elegante e proporzionata divisa di sempre (nonchè forse la più venduta). Oggi, a mio modesto avviso, le braghe così lunghe finiscono per penalizzare l’estetica di certi grandi campioni non dotati di misure colossali, uno su tutti il divino Chris Paul che slanciatissimo non è.
Il punto è che se è vero che anche le spalline delle canotte si sono allargate nel corso del tempo, non si è mai arrivati a poter pensare di coprire la cuffia dei rotatori. Non scherziamo! A noi spettattrici non ci pensate?! Quella palletta muscolosa che unisce bicipite e spalla ha una rilevanza fondamentale. Per non parlare dei tatuaggi che è felice di ospitare. Non potete sul serio farci questo!
La ditta produttrice ha sostenuto la bontà dell’iniziativa perchè si tratta del completino da basket più leggero della storia. Sembra, infatti, che pesi addirittura il 26% in meno rispetto ai tradizionali completini. Voci di corridoio dicono che Cathy Freeman e quel ciccione di Ian Thorpe abbiano commentato: “Embè?“. Stiamo parlando di uno sport popolato da massicci, brunei omoni di oltre 100 chili di peso, capaci di librarsi in aria con l’elasticità e la prepotenza dei più feroci predatori. Mi volete far davvero credere che una maglietta di qualche grammo più leggera farebbe la differenza? Permettetemi di dubitarne.
Il motivo sotteso a tutto, sono e rimangono i soldi. Nella pallavolo femminile, per esempio, l’unico modo per far regredire le sgambatissime culotte ad una qualche forma di pantaloncino è stato il pensiero di poter stampare uno sponsor proprio nel punto in cui il pubblico lo avrebbe guardato più volentieri. Nell’NBA non ci sono sponsorizzazioni stampate sulle divise perciò l’unico modo per farci dei soldi è vendendole.
Al di là del fatto che se avessi Lebron James o qualche altro ragazzo di quel calibro lì in squadra, la maglia la venderesti sicuramente meglio che non a mettergli le maniche, mettetevi nei panni del ragazzo che malauguratamente scegliesse di comperarsi la maglietta dei Golden State per andare a fare due tiri al campetto. Vi immaginate quanto lo prenderebbero per il culo?
Come se ciò non bastasse, prefiguratevi la scena. Domenica mattina, lei si è fermata a dormire da lui e si alza per fare il caffè. E dovrebbe mettersi addosso quella cosa lì? Lei si riveste e torna a casa, datemi retta.
Per la cronaca, i Warrios hanno anche vinto contro San Antonio, interrompendo la striscia di 16 sconfitte di prima, ma nonostante ciò, la nuova divisa non convince.