Da dove cominciamo? Ah, si, ecco. Comincio col dire che io Enrico Boccioletti aka Death in Plains lo conosco personalmente, questo potrebbe farvi storcere il naso. È facile parlare di chi hai come amico; non puoi che parlarne bene! Giuro che quanto sto per scrivere è quanto di più imparziale possa esserci. Mi dimenticherò per qualche attimo dell’ Enrico conoscente e mi concentrerò soltanto sull’artista ed il suo progetto.
Questo Translationships Mixtape è un lavoro che ha a che fare con la meta-arte; Death in Plains infatti non si ferma alla semplice connessione audio-video, ma crea per ogni take, brano o parte di questo mixtape una visualizzazione dedicata con tanto di movimenti corporei che connettono strettamente il tutto alla video arte. In questo lavoro sono tanti i richiami alla “crossmedialità” ed al contatto sempre più stretto, che diviene a tratti dipendenza, dell’ uomo moderno con la tecnologie.
Venendo alla questione sonora, sulla parte video torneremo tra un po’, il flusso di note che ci accompagna in questi 38 minuti circa è difficilmente definibile, complesso ed acquatile. Proprio l’acqua ed il suo moto multiforme sembrano fare da collante a questo flusso di immagini su cui si stagliano riprese corporee mediate da diversi oggetti elettronici. Le atmosfere chill-wave di un tempo permangono solo a tratti, in alcuni casi scompaiono totalmente, per lasciare spazio a synth arpeggiati di chiara marca 80’s. Proprio gli anni dei capelli cotonati, della guerra delle Falkland e della Perestrojka fanno da asse portante al suono di questo lavoro, di difficile catalogazione e venato di citazioni: su tutte spiccano le parole di “Forever Young“ degli Alphaville che Enrico rielabora creandoci attorno un atmosfera degenerata e violacea.
Translationships non è semplicemente un disco, un mixtape o un insieme organico di suoni, è qualcosa di più, un progetto ambizioso ed unico almeno per noi italiani. Quello di Death in Plains è un tentativo assolutamente coraggioso di fondere insieme le arti e portarle ad un livello di fruizione nuovo ed altro, chiamate la sua musica SeaPunk, chiamatela revisited 80’s music, non è la semplice sonorità ad essere qui al centro. Il mixtape in questione è un tentativo di andare oltre. Oltre il consueto modo di intendere la musica, la video-fruizione ad essa connessa. Siamo nei territori complessi della video-arte e sarebbe bello poter fruire di questo lavoro chiusi in una stanza in cui percezioni sinestetiche integrano le note prodotte dagli speakers con le immagini proiettate su grandi mura bianche e candide, sporcate soltanto dai colori caleidoscopici di questo lavoro.
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