Terzo album per i Luminal, Amatoriale Italia. Dopo il cambio di formazione radicale il gruppo diventa un trio composto da basso, batteria e voce; i testi da visionari ed ermetici diventano crudi ed immediati, mentre i suoni si induriscono di conseguenza. Lo raccontano traccia dopo traccia per Shaq.
Donne (du du du)
Generazioni di donne cresciute per fare le badanti, le mignotte e le infermiere, secondo il mio inutile giudizio. Trova l’intruso. Vabbé, ve lo dico: il mio inutile giudizio.
Una casa in campagna
Una confessione di un delitto seriale con stupro, fatta in diretta da Bruno Vespa, che annuisce dietro il plastico di plastica, prima di perdere il controllo della situazione e mettersi a ballare.
Blues maiuscolo del maniaco su Facebook
Basato sulla figura romantica che è l’ispirazione principale di metà disco, senza saperlo, e senza che voi lo sappiate perché non possiamo dirvelo. La melodia mi è venuta in testa dopo due notti insonni. In origine era un blues mestissimo chitarra&voce, si trova ancora su Youtube.
Stella era una ballerina e stava sempre giù
Il titolo è una citazione degli Interpol. Ed “è una storia vera”. Tanto per cambiare.
Carlo vs. il giovane hipster
Il primo testo nato per questo disco. E’ zeppo di luoghi comuni, ovvietà, banalità e retorica. La tragedia è che si tratta soltanto di cose tragicamente reali. L’abbiamo arrangiato nella vecchia saletta, con una batteria di plastica da 50 euro e la voce in un ampli per basso. L’asta del microfono era una scopa. Faceva freddissimo e la sala era mostruosamente umida, passavo le prove a strapparmi il muco dalle narici.
Lele Mora
Il brano più concettuale della storia. Il miglior video di tutti i tempi.
Dio ha ancora molto in Serbia per me
Perché bisogna occuparsi di quello che si conosce, e noi conosciamo cosa voglia dire far parte di un gruppo rock in Italia. Il pezzo più faticoso da suonare, ma d’altronde siamo pigri e fiacchi e avremmo dovuto darci al trip hop che ci viene pure meglio.
Giovane musicista italiano, vecchio italiano
Volevo raccontare la storia di me e nonno Paolo che andiamo a giocare a bocce. Lui è stato nella resistenza pur essendo fascista fino al midollo, e dopo tanti anni racconta di essere fascista o partigiano a seconda di chi ha davanti. Gli uomini vogliono un idolo da seguire, le donne un grande uomo autoritario che se le sbatta.
E non c’era nessuno che sapesse giocare a bocce bene quanto me, dannazione.
Una discografia di Cohen
Perché non ne possiamo più di chi crede che sia tutta e solo colpa dei politici, dei potenti, dei burattinai, del club Bilderberg, dei massoni, delle scie chimiche, degli alieni, del papa, di Berlusconi, di qualcun altro. Daniele, siamo noi l’Italia.
Essere qualcun altro
Grand theft auto > vita reale. Per questo e un altro paio di pezzi quando abbiamo suonato a Catanzaro lido abbiamo fatto indignare qualche filo Gggesù e filo “gggente comune” nel pubblico.
C’è vita oltre Rockit
La scena indie italiana è più autoreferenziale di questo pezzo che parla di sé stesso. Il che non è un buon segno. Smettiamola tutti di far musica e ascoltare musica come se esistesse soltanto il nostro stramaledetto cortiletto, usando linguaggi ridicoli e giustamente incomprensibili al resto d’Italia e del mondo. Smettiamola di scrivere canzoni commerciali per 20 persone, smettiamola di “ascoltare” e far suonare gruppi solo perché hanno una recensione di 20 righe su Rockit o XL (e infatti al loro concerto a Imola saranno in 20 ad andarli a vedere). Smettiamola cortesemente di fare tributi agli 883, cover reggae di Lucio Dalla e smettiamola con questa ironia da due soldi per cui non si può fare e dire nulla di serio e stiamo crescendo generazioni di bimbiminkia. Questo brano è un’invettiva, ma sarebbe un errore credere che sia semplicemente “contro Rockit”, Rockit fa il suo lavoro che piaccia o meno, il pezzo è contro tutti noi.
Canzone per Antonio Masa (Laghetto cover)
Non so perché abbiamo accettato di fare di questo pezzo, a noi i Laghetto nemmeno ci piacciono e quelli di “XL sonoro” ci stanno sulle palle. Però dopo aver scoperto che c’era Maria Antonietta tra i partecipanti non abbiamo potuto resistere.
Grande Madre Russia
E’ tutto vero, romanzato pochissimo, quasi per nulla. La cosa divertente e di cui nessuno parla è che l’Italia è piena zeppa di storie così, solo che ci viene più comodo raccontare i precari, gli operai e i bravi cittadini vs. i cattivi. Sono un po’ di anni che abbiamo smesso di parlare di quanto sappiamo essere ridicoli.
Il lavoro rende schiavi
Il lavoro dovrebbe essere miglioramento, realizzazione di sé e di quello che ci circonda. Invece è troppo spesso nel migliore dei casi un furto della vita di una persona in cambio della sopravvivenza. Se credete il contrario probabilmente siete un sindacalista o il proprietario di un call center.
L’aquila reale
Vivere è una merda.