Cinque persone che in modi e forme diverse scrivono di musica italiana si “sfidano” a colpi di classifiche di fine anno.
Una sola regola: indicare i 10 “pezzi secchi” che più ci sono piaciuti, tra quelli pubblicati nel 2011. Facendo finta che non esistano né album né ep di riferimento, ma soltanto un unico brano. Un po’ per gioco, un po’ perché ognuno di noi per forza di cose ha delle canzoni preferite. A voi la possibilità di scegliere la classifica che più vi riflette, ma soprattutto di scoprire (o ricordare) alcuni dei pezzi più belli usciti nel 2011.
CIOPPY
Parolaia, ostinatamente rock e sentimentale. Lo dico per prima, così dovrete sforzarvi per trovare altri aggettivi. Qui sotto il meglio del mio 2011.
1. The Zen Circus – Nati per Subire
Perché è perfetta. Dall’entrata della chitarra “a gamba dritta” (per citare Ufo) al testo amaro come solo certi caffè bruciati. Perché semplicemente di versi come “nata già malata di ogni male che hanno i suoi” se ne scrivono pochi nella vita. Canzone nata vincente, da subito usata per chiudere i live. Amore puro.
2. A Classic Education – Can You Feel The Backwash
Tratta da un disco bello come pochi, orchestrata in maniera sontuosa, ma favolosa e travolgente anche live. Orgoglio italiano.
3. Eva Mon Amour – La Mia Rivoluzione
Ci mancavano e l’EP uscito a giugno è arrivato come un regalo. Sono bravissimi, attenti ai dettagli di ogni canzone, mai superficiali. E questa è davvero splendida.
4. Duo Bucolico – Tempi D’Oro
Il 2011 ci ha regalato anche Bucolicesimo, la terza fatica su disco del duo romagnolo più scanzonato che ci sia. Se non avete mai avuto la fortuna di vederli dal vivo, ve lo consiglio. In Romagna ogni autoradio la canta e non c’è da stupirsi. Non sense esilarante.
5. Mannarino – Maddalena
Con Supersantos il cantastorie romano si è addirittura superato. Maddalena ha forse il testo più irriverente e dissacrante dell’intero album. Bohémien.
6. Dente – Pensiero Associativo
Ma chi l’ha detto che l’amore è struggimento? Sentite questa serenata: divertente, sincera, irresistibile… e non esce dalle orecchie! Dente è sempre Dente!
7. Bud Spencer Blues Explosion – Squarciagola
Il lato più rock di questi bluesmen romani emerge in una canzone che incolla alle casse. Ritmiche magnetiche.
8. Dadamatto – William Shakespeare
Altro esordio con il pedigree, i Dadamatto non hanno sbagliato un brano. Bello!
9. Karibean – We Need The Sun
Campanilismo avanti tutta e non solo! Squisitamente pop e freschissimi. Ne vogliamo ancora.
10. Young Wrists – I Want To Die Young
Non lo si può negare: ci mancheranno.
PREMIO DELLA CRITICA: Daniele Silvestri – Ma Che Discorsi
Perché è sempre un maestro con le parole. Perché è di una leggerezza a tratti indispensabile. Perché è bello sbagliar strada e perdersi.
Nel caso ve lo chiedeste, manca Vasco Brondi che stupra Battiato, è vero. Più che altro perchè sono un’avvocato e so riconoscere un reato.
ENVER
1. Verdena – Razzi arpie inferno e fiamme : difficile trovare le parole per un tale equilibrio di grazia, tranquillità, apertura d’occhi e arpeggio. rappresenta due dischi molto ambiziosi, eclettici e in gran parte riusciti.
2. Ex Otago – Figli degli hamburger : dice tutto quello che deve dire, alla maniera scanzonata e divertente di chi può permettersi di essere serio come la propria operazione editoriale.
3. I Cani – Hipsteria : la più melodica, quasi lucacarboniana, di un album di cui non si è potuto non parlare comunque. Una foto poetica come l’avrebbe potuta scattare Pasolini o Remotti.
4. Cosmetic – Prima o poi : ritornello killer, chitarre epiche, teen spirit e farsi male alle orecchie andando sotto le casse del concerto. “in ogni opera d’arte che si rispetti come minimo c’è tutto”.
5. …A Toys Orchestra – Midnight (r)evolution : gli Arcade Fire di Agropoli/Bologna, almeno in questo pezzo trascinante e perfetto anche nel testo da critici sociali. Impressionante continuità ad altissimi livelli da anni.
6. Casa del Mirto – When night comes : In una traccia french disco e non dreampop, Marco Ricci dimostra tutto il suo know how. Cresciuti esponenzialmente in Italia e nel mondo, un mio orgoglio.
7. Paolo Spaccamonti – Guitar heroin : la miglior musica immaginaria d’Italia, da una sola persona itinerante. Questo brano renderà impossibile scollarsi da traccia 2 che lo contiene. Groovy!
8. Be Forest – Dust : li invidio perché sono giovani e belli come gli eroi di una locomotiva chiamata Cure, basso poderoso, voce girlish 4AD e triangolo isoscele perfetto. Il futuro.
9. Karibean – Gregorian spring : la mia estate, mettere quell’ep da bandcamp on air mentre facevo la doccia, il bisogno spasmodico di essere beach boy californiano del ’67 nel mare di oggi.
10. Dente – Piccolo destino ridicolo : scherzo filastrocca che mette a nudo il perché e il per come ci siamo ridotti ad essere quello che siamo, maiestatis o meno. Alla sua maniera, nostra da sempre.
PREMIO DELLA CRITICA: Captain Quentin – Gamma rana : il genio, le variatio, il live inattaccabile. Una macchina da musica dal profondo sud, ironia e Brasile “laterale” al servizio di un progetto solido e lucido.
INDIEPATICO
1. Gazebo Penguins – Senza di te : perché è la canzone che strilli in auto, sotto la doccia, quando cammini in una strada deserta di notte e pensi che nessuno ti veda/senta, è una canzone che strilli, perché.
2. Verdena – Scegli me (ma poteva essere Loniterp, o Miglioramento, o Razzi Arpia…) : devo aggiungere altro? dico questa perché me lo chiedono loro stessi.
3. Dente – Saldati : come sopra. Solo che questa fa “ffaraffaffarafà”, e uno non resiste pure se un po’ si sente scemo. E allora ha vinto lui.
4. Le Luci della Centrale Elettrica – Un campo lungo cinematografico : perché sembra che subito fuori faccia buio, e ci sia un pericolo dietro l’angolo. E ci si lascia guidare volentieri da quella voce. Che ti rassicura con il finale trascinato, un’inquadratura che si allarga, il sole che sorge, dissolvenza.
5. I Cani – Velleità : perché sono 6 mesi che nei locali continuo a guardarmi intorno associando facce e modi e movimenti a un anno di nascita. Per colpa di questa canzone.
6. Casa del Mirto – Just Promise (feat. Freddy Rupert) : perché ci sono pochi pezzi dance che canticchio volentieri, in assoluto. E il 99% fanno parte dello scomparto “trash”. Non questo.
7. Be Forest – Wild brain : perché hanno poco più di vent’anni, eppure riescono a lasciarti addosso qualcosa, come le band di quella “onda” che a distanza di 30 anni continuiamo ad ascoltare e ascoltare e ascoltare…
8. Mariposa – Pterodattili : perché solo loro potevano permettersi un’intro di 2 minuti e 24 secondi, facendo crescere l’attesa per un cantato che non delude, semmai finisce di rapire chi ascolta. Geniali davvero. E se vi piace così, provate a sentirla nelle due versioni live (uno e due)
9. Cosmetic – Prima o poi : perché questi ragazzi suonano talmente bene che ci metti un po’ a renderti conto che cantano in italiano, e allora riascolti fino ad imparare le parole, poi cogli i cambi di ritmo le pause e le ripartenze, e il pezzo ti piace sempre di più.
10. Green Like July – Jackson : perché mi piace il folk, e mi piace il folk anche perché ho ascoltato loro. Una melodia talmente semplice che pensi sempre che ne ricordi altre, e invece sono 10 mesi che ascolto e non sono ancora riuscito a trovare qualcosa di simile -semmai ho trovato imitazioni del folk.
PREMIO DELLA CRITICA: Edipo – I baristi stagionali : un pezzo stagionale, sicuro; ma talmente stagionale che l’ho canticchiata per 3 mesi, quasi ininterrottamente, e sorridendo ogni volta su un paio di frasi fulminanti. Il pop come bisognerebbe farlo.
DAVIDE “The Breakfast Jumpers”
1. Abiku – Technicolor : Per quando “lei dormiva sul sedile postriore e la portavo tutti i giorni al mare”.
2. Mary in June – Olio benzina e cherosene : Per quelle mattine in cui svegliarsi sembra impossibile che sia il gelo a rattrapirti o il sole a ferirti gli occhi. Per tutte le stagioni.
3. C+C=Maxigross – Wejk Ap : Per la loro spensieratezza montanara che se fossero nati al mare sarebbero stati dei novelli beach boys.
4. La Nevicata dell’85 – Settembre: Per lo smarrimento in cui mi lascia regolarmente l’infame mese di settembre, reso qui alla perfezione in una risoluta disperazione.
5. Distanti – A fine giornata : Per il sollievo che mi dà dopo una lunga giornata mettere le cuffie e urlare le parole sconnesse di questa magnifica canzone.
6. Do Nascimiento – Ventilatore : Per cantare e piangere, di emocore non ce n’è mai abbastanza. Fantastico esordio.
7. Démodé – Unobanana : Per la spiccata originalità dei suoni, caleidoscopio di generi e suggestioni che lasciano a bocca aperta.
8. Mircanto – Poca voce : Per la cruda poesia delle parole e per la nera determinazione a cantare la realtà in cui viviamo che attraversa l’intero album.
9. Big Charlie – Ask quietly : Per l’energia sprigionata da musica e parole e per la capacità di andarmi sottopelle e lì restare.
10. Shelly Johnson Broke My Heart – The boy and the pokey town : Per l’immediatezza e la freschezza del sound e per la capità di strapparmi un sorriso anche nella peggiore delle giornate.
PREMIO DELLA CRITICA : Three in One Gentleman Suit – Green riot : Per la potenza live, per la dolce violenza delle parole, per la passione che ci mettono e per la loro carriera che non ha mai conosciuto “bassi”.
GIANLUIGI (DLSO)
1. …A Toys Orchestra – Midnight (r)evolution
Tutti in piedi, mano destra sul cuore.
2. Dente – Pensiero Associativo
Volevo mettere Rette Parallele ché finalmente potrò dire ai miei figli di avere una canzone col finale come Anima Latina. Ma i fiati hanno il loro fascino.
3. Gazebo Penguins – Senza Di Te
Distanti anni luce da tutto il resto cui dovrebbero somigliare. Urlarla dall’inizio alla fine, per esorcizzare l’esorcizzabile di quest’anno agli sgoccioli.
4. Verdena – Loniterp
WOW
5. Dadamatto – Il Cantico Delle Creature
Metà classifica, giro di boa. Scansonati, diretti ed essenziali. Questo serviva, questo ci è dato. Rimetto a voi i miei debiti.
6. ManzOni – Scappi
La canzone vincitrice del Sanremo che non c’è. Tenca non definisce i suoi testi poesia, ma io, che con lui condivido solo metà nome, sì e lo dico a voce alta: epici.
7. A Classic Education – Billy’s gang dream
Scontato metterli in classifica, peccato mortale non inserire un rappresentante per un disco attesissimo. Una gemma d’esportazione, anzi … d’importazione visto che fuori dai confini vanno fortissimo.
8. Karibean – Gregorian Spring
Felicissimo di averne parlato in tempi non sospetti. Orgoglioso di possedere il cd. Più che certo che siano qui per restare. Surf woods.
9. Green Like July – Jackson
Un lavoro certosino su un album che ha lo stesso effetto di una coperta di lana in questo freddo inverno.
10. L’Amo – Dura la vita del superdotato
Giro di chitarra che ti entra in testa e ritornello killer. È per quel che non siamo stati e credo non saremo mai. Napoli, presente.
PREMIO DELLA CRITICA: Casa Del Mirto – The Nature
Prima 1979, poi The Nature. Mai visto nello stesso anno due dischi, anzi tre dello stesso artista con un livello medio così alto.
E dopo le varie top 10, ringraziando Enver, Davide, Luigi e Cecilia, vi ricordo che il 2012 saprà (tra gli altri) di loro: Welcome Back Sailors, M+A, Lo Stato Sociale, The Gordon Setter, No Seduction, Lumen e Maria Antonietta.