– illustrazione di Marta Baroni.
Se non sapete chi sia Claudio Cavallaro cercate alla voce Granturismo e troverete un progetto di musica italiana a cavallo tra pop, tradizione, folk e oscurità che, ne siamo certi, vi farà impazzire. Un album all’attivo, “Il tempo di una danza” del 2010 e due EP. tra cui l’ultimo, “Cacciavite nel cuore”, uscito a dicembre scorso.
Granturismo è Claudio e Claudio non è solo Granturismo ma un dj, un attento ascoltatore di musica di ogni colore e forma e, non ultimo, appassionato lettore/scrittore, docente di inglese all’Accademia di Belle Arti.
Riuscite a immaginare qualcosa di più interessante del momento in cui, uno come lui, si ferma a raccontarvi delle sue letture preferite?
Qual è l’ultimo libro che hai letto?
Sway di Zachary Lazar. L’ho iniziato e finito proprio stanotte.
Com’era?
Parla di Rolling Stones, Kenneth Anger, Charles Manson mischiando cronaca e fantasia. Racconta di quell’epoca in cui i campi di fragole dell’Estate dell’Amore si tinsero di sangue: Brian Jones che galleggia in piscina, Sharon Tate, Altamont. E’ scritto in maniera magnetica, decadente e lisergica, e riesce a proiettarti in quelle visioni, proprio come i film di Kenneth Anger, senza darti troppe inutili spiegazioni. Nel complesso però devo dire che non mi ha esaltato tantissimo. Mi piace molto come viene fuori la figura di Keith Richards.
Qual è il primo libro che hai letto e di cui ti sei innamorato?
Non mi ricordo di preciso. Forse i Raccontastorie! Erano delle raccolte di favole che avevano anche la musicassetta: “Gobbolino il gatto di casa”, “I musicanti di Brema”, “Lo strano viaggio di Narana”.. mi facevano davvero viaggiare altrove con la testa! Se penso a quei libri fantastici mi ritorna in mente l’odore di vento sul cappotto di mia madre quando tornava a casa in bicicletta con un nuovo numero. Leggevo anche un sacco di roba di Rodari, e un libro che avevo trovato alle elementari sui massacri dei conquistadores nelle Americhe che mi faceva sempre piangere come un disperato. Per il resto da bambino ero davvero un rincoglionito che non prestava attenzione quasi a niente, a parte quello che suonava la radio nella macchina di mio padre.
Un libro che ti fa pensare alla tua famiglia, magari uno di quelli che hai letto trovandolo in casa oppure che semplicemente ti fa pensare a casa.
Cavallaro e la repubblica di Caulonia: un libro che ho trovato in camera dei miei. Parla di un parente lontano di mio padre che nel 1945 guidò con successo una rivolta contadina contro il regime fascista in Calabria. Proclamarono addirittura una repubblica che durò 5 giorni, poi incarcerarono un po’ tutti. E’ strano: questo Pasquale Cavallaro è morto il 17 luglio, proprio il giorno del mio compleanno.
Un libro per chi vuole conoscere il posto in cui sei nato, la tua terra.
Ti rispondo con un film: Amarcord di Federico Fellini. Nessun libro riesce a raccontare meglio lo spirito onirico e guascone di cui è intrisa la Romagna. Colgo l’occasione per segnalare un grande poeta della mia zona, che ho anche la fortuna di avere come amico di lunga data, che si chiama Roberto Mercadini: su youtube trovate molte sue cose. Andatevelo a cercare!
Il libro che hai più regalato?
Forse Una banda di idioti di John Kennedy Toole. Quello sì che è un libro! Se avessi molti soldi, ne farei un film! Solo che nella parte di Ignatius Reilly ci vorrebbe John Belushi, e al momento purtroppo non credo che sia disponibile. Ho anche regalato le poesie di Wislawa Szymborska, o i diari di Ennio Flaiano, per esempio. Di norma non regalo mai lo stesso libro, dipende dalla persona. I lbri sono come le scarpe: lo stesso paio non va bene per tutti. Lo dico perchè ho lavorato in una libreria per 8 anni e ogni cliente aveva bisogno di trovare la sua storia.
Quale, invece, quello che hai regalato solo a una persona?
Il Cantico dei Cantici, la poesia d’amore più bella di tutti i tempi, un canto sensuale di desiderio lancinante. Sembra scritta da Leonard Cohen. E’ un libro della Bibbia quindi mi raccomando: evitate la traduzione della CEI, che è molto edulcorata e al confronto sembra un racconto delle Giovani Marmotte! In ogni caso, il regalo non le è piaciuto.
Prosa o poesia?
Prosa e poesia.
Romanzi o racconti?
Di solito preferisco i racconti, ma solo per il fatto che spesso è lì che trovi la quintessenza dell’autore, il suo esprimersi puntando all’osso senza troppi intrecci o digressioni, il suo saltare addosso alla storia e alle parole con la lucidità ferina di un predatore. Meno è più. Ci sono autori di grandi romanzi che nei racconti diventando potentissimi: come Buzzati, Salinger, il Moravia dei Racconti Romani, o il Jack London de Le mille e una morte. Un racconto che mi ha sconvolto è “Reparto n’6” di Cechov, oppure “Una cosa piccola ma buona” di Raymond Carver – che poi Carver è Cechov se fosse vissuto negli Stati Uniti degli anni ’70. Ho amato molto anche Trilobiti di Breece Pancake, 12 racconti spietati e delicati, inarrivabili. 12 racconti di umani, animali, paesaggi a cui vengono strappati i legacci del tempo fino a diventare un’unica vita esemplare e dolorosa, vera per tutti in ogni momento.
Poi ci sono autori che non riuscirei a immaginarmi infilati nella forma racconto, ma sono tutti autori che in realtà più che romanzi inventano mondi autonomi, indipendenti dal nostro, tipo Kurt Vonnegut, Raymond Queneau o Boris Vian. Io spesso mi chiedo “Chissà cosa starà facendo Kilgore Trout in questo momento.. e Zazie sarà ancora in giro a fare casino per Parigi?”. E se tu accosti l’orecchio sulla copertina de La Schiuma dei Giorni sentirai uno strano brusio provenire da dentro. Prova!
Un libro che da tempo vuoi iniziare ma ancora non hai incominciato.
Ne ho tantissimi, sono tutti li che mi aspettano al varco, tipo Alla cieca di Magris, Pastorale americana di Roth o Viaggio al termine della notte di Celine, per dire i primi che mi vengono in mente. Per non parlare della moltitudine di quelli che ho iniziato e non ho mai finito di leggere! Se ci penso è una cosa davvero poco bella. Purtroppo ho il difetto di iniziare 3-4 libri contemporaneamente e di mischiare le storie tra loro. Sono disordinato anche in quello.
Un libro che tratta di musica e che è imprescindibile, insomma, quello che chi ama la musica deve leggere assolutamente.
Death or Glory, la biografia dei Clash. Oppure la raccolta completa dei testi di Bob Dylan. E per i fan di Battisti un libro imprescindibile è Ma c’è qualcosa che non scordo di Renzo Stefanel. A me ha rivoluzionato a dir poco il modo che avevo di ascoltare Battisti. Tra l’altro un paio d’anni dopo Stefanel mi contattò per scrivere la postfazione di un nuovo libro che stava dedicando ad Anima Latina. Pensa: uno dei tuoi critici italiani preferiti ti chiama per scrivere su uno dei tuoi dischi della vita! Quello è stato un gran bel momento.
Un libro imprescindibile e basta.
Anche questa volta non riesco a sceglierne uno. Potrei dirti I canti dell’innocenza e dell’esperienza di William Blake, oppure la raccolta completa delle strisce dei Peanuts. Potrei anche dirti i Vangeli, ufficiali e apocrifi. Ecco, nonostante io non sia cattolico, sono sempre stato affascinato dalla figura di Gesù Cristo, dalla sua pazzia. Non so bene perchè. Dopo tutto sono libri scritti da gente che indossava delle ciabatte scomode e si inculava delle pecore, in che modo possono parlarmi oggi? Negli anni ho letto un sacco di saggi sui Vangeli e sulle religioni in genere, sulle loro incongruenze e sulle loro contraddizioni, sulla loro natura meramente biologica e ambientale, eppure nonostante io lo avessi vivisezionato in tutti i modi, il messaggio rimaneva intatto e le mie domande sempre senza risposta.
Quanto puoi stare senza leggere?
Anche un paio di settimane di fila! All’inizio è dura, lo scoglio più difficile è resistere almeno 3 giorni. Poi dopo una settimana riesci a stare davanti a un libro chiuso senza cadere nella tentazione di sfogliarlo. Gli effetti positivi li noti subito: hai meno pensieri, la testa è più leggera e pesa meno, respiri meglio.. Il trucco è tenersi impegnati, avere altre cose da fare, cercare altre distrazioni, o all’occorrenza inventarsele. Adesso purtroppo ci sto ricadendo. Sono addirittura arrivato a nascondermi i libri nei cassetti del bagno o della cucina, come facevo una volta quando mi fumavo due libri al giorno, per farmi una sfogliata di nascosto ogni tanto..
Vai/andavi anche in biblioteca?
Una volta sì, ma ora preferisco i mercatini di libri usati. Ne ho comprati 3 anche oggi per meno di dieci euro. Bazza.
Dove si legge meglio?
Divano. Oppure il Parco di Levante di Cesenatico, nella zona del laghetto più piccolo.