Sonnecchiante, placida e priva di guizzi, Roma per anni è stata a guardare l’indie passare, senza riuscire a mettere un segno, una bandiera, uno stile proprio. Una scena, insomma. Direbbe qualcuno: “la gente in circolo al Circolo degli Artisti”. Per un po’ è stato così. Ma va bene così.
Qualcosa si respirava nell’aria, segnali, poi è arrivato Niccolò Contessa (sì, I Cani), insieme alla già epocale 42 Records, ed ha cambiato le carte in tavola.
Modificando la mappa di ciò che valeva la pena d’ascoltare in Italia, di cosa riusciva a mettere il punto sulla quotidianità nel nostro paese. Insomma, Roma ci riesce. E bene.
Ci riescono anche i Testaintasca, ed il loro sound sixties, sporco e cattivo. Flaiano in salsa rock, di quelle cose che solo nella capitale possono succedere. “Cazzi tuoi” sono quattro minuti di sfogo, parole sbattute in faccia ai perbenisti, agli evasori, agli ipocriti. All’italiano, insomma. Nevrosi, logorree della noiosa cronaca quotidiana. Un vademecum del costume odierno, niente male.