Uscirà il prossimo 2 Dicembre il nuovo disco dei There Will Be Blood. Di seguito, potete leggere il loro discoraccontato® ed ascoltare Without.
Tutte le nostre canzoni sono parte integrante di una storia sola, che ha avuto inizio con il “prologue” del primo EP da noi inciso nel 2009.
Alcune raccontano episodi chiave per lo sviluppo del racconto, altre sono eventi auto conclusivi che costruiscono pezzo-pezzo la scenografia della vicenda.
1- la linea melodica per questo brano non arrivava mai. La musica era già pronta da un pezzo e ci voleva la grinta giusta che però in sala prove non usciva. Poi gli ZZ TOP e Freddy King son venuti in nostro aiuto.
2- Stavamo facendo il soundcheck in in locale e al solito “PROVA TUTTO” del fonico Tia ha tirato fuori questo ritmo. Pezzo assolutamente strutturato sulla batteria. Non è chiaro da dove sia venuta fuori l’idea di un tornado, ma nel testo di questa canzone c’è un evento chiave per il protagonista. “And in the middle of this I could hear his call.”
3- I capitoli della nostra storia non possono essere letti in ordine, sono carte da gioco mischiate nel mazzo che noi serviamo al banco, sta all’ascoltatore giocarle in modo vincente. Il protagonista è arrivato alla meta del suo lungo cammino, faccia a faccia con la sua nemesi, lo schiavo ordina al padrone di inginocchiarsi. Il burattino si ribella al burattinaio.
4- La musica è stata scritta mentre Davide era ancora in Australia. Riky e Tia erano convinti che non avrebbe approvato, perchè troppo cadenzata. In realtà è uno dei brani in cui la voce sforza meno e ha più possibilità d’espressione. Testo molto blues. Sofferto.
5- Per essere apprezzata appieno, questa canzone andrebbe ascoltata Live. Ha un incedere pensato per coinvolgere, che nasce da alcune incisioni B-Side dei Canned Heat. Campanaccio sopra tutto. Il fischio iniziale ha rischiato di venir tagliato nel mixaggio, ma è fondamentale come l’arbitro che da inizio al match.
6- Doveva avere un sacco di groove, un blues alla Keith Richards, tirato indietro. Da lì in poi si è scritta da sola. Il testo doveva essere spaccone e cantato in prima persona, sfrontato. Uno sciamano rabbioso.
7- Appena finito di registrare il primo album, questo pezzo era già pronto per i live. Potente e scarno per essere il più diretto possibile. Una carezza a mano chiusa. La voce impersona un camionista squilibrato. Balbuziente. Come fece Roger Daltrey.
8- Un pezzo acustico, chitarra e cucchiai. Inciso all’ultimo, nell’ultimo giorno extra di registrazione. Per poco non andato perso. Il testo scritto di getto guardando negli occhi il cane nero dello studio di registrazione.
9- Reminiscenze dei Bee Hive. Cassa dritta. Finale dispari.
10- Sempre nel filone danzereccio, la batteria ritorna protagonista. Con le caviglie nel fango della palude, qualcuno caccia la sua cena.
11- Buia. Scura. Di respiro. Spezza il disco in due. Porta l’ascolto nel profondo di un pozzo, dove una voce abbandonata chiede aiuto.
12- Blues spinto da finestrino abbassato. Una corsa veloce. Il rimedio a tutti i mali si distilla e si beve. Eppure non sono false promesse. È qui che il protagonista scopre il primo indizio che lo porterà alla sua rinascita.
13- Il titolo originario era semplicemente boogie. Un frutto caduto dal grande albero genealogico di R.L.Burnside. Batteria che insella. Ora che la nuova vita è finalmente trovata non si torna più indietro. Come Lei non ne fanno più, hanno buttato lo stampo.
14- Il canto di guerra, preghiera sommessa prima della fine. Tamburi, cori, percussioni tribali e sussurri. Una marcia lenta e inesorabile. Perché la fine è un inizio.
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