È uscito ieri, 2 Dicembre, il nuovo disco dei Japanese Gum, High Dreams. Di seguito streaming e track by track.
FINE AGAIN È il primo pezzo scritto per il disco, risale al periodo subito dopo l’uscita di “Hey folks! Nevermind, we are all falling down”. Ed è quindi un pezzo molto importante per noi. Il testo parla di un’ipotetica fine di un rapporto sbagliato, non si riferisce ad uno in particolare, quando l’ho scritta è stata come una sorta di sfogo comprendente i vari rapporti sbagliati della mia vita fino a quel momento. Parla di senso di libertà nel senso più profondo del termine, di un ritorno all’equilibrio interiore. L’importanza musicale è dovuta al fatto che “Fine Again” segna un’evoluzione stilistica grande per noi. La parte elettronica in tutto “High Dreams” è molto più presente e sviluppata rispetto al passato, sopratutto per le soluzioni melodiche e armoniche. Abbiamo improntato un pezzo girando su una sequenza di arpeggiatore fatta con un Juno 106 e da qui ci è venuto naturale lavorare in con loop, sia di strumenti sia di voci. Quando abbiamo iniziato a suonarla dal vivo abbiamo capito che lavorare coi loop ci avrebbe aperto un mondo di possibilità che prima non avevamo. È da questo pezzo che abbiamo capito che direzione dare alla struttura dei pezzi futuri e del disco quindi.
COMFY è un pezzo che conferma il discorso di prima. Quando abbiamo buttato giù la prima stesura abbiamo capito subito e deciso di lavorare alla struttura pensandola in loop. Melodicamente è uno dei miei pezzi preferiti del disco. In questo caso, tutto è nato con chitarra acustica e voce. Avevo il giro in testa che si prestava molto a suonarlo con un’accordatura aperta, e quindi mi risultato naturale partire da quello.
FOAM MADE FLOOR Questo è un pezzo atipico. Abbiamo reputato finita la canzone per un paio di anni, doveva fare parte di un ep, ma quando stavamo per farlo uscire, in seguito a vari live nei quali avevamo già suonato “Foam Made Floor”, abbiamo deciso di rimetterci mano pesantemente, modificandone le intenzioni. È un pezzo tirato, con chitarre shoegaze, e con parti melodiche che possono ricordare cose contenute nei lavori precedenti, ma che in realtà si rinforzano di sostanza con arpeggiatori e sequenze.
CORPOREAL Corporeal è un pezzo che avevamo proposto di cantare a Trish Keenan dei Broadcast, in seguito a qualche scambio di email dopo averla conosciuta al concerto che avevano fatto al teatro di Carpi nell’inverno del 2010. Purtroppo tutti sanno cosa è successo l’anno dopo. Per me e Paolo i Broadcast sono stati uno dei gruppi più importanti degli ultimi dieci anni, e per noi anche se non c’era nulla di nero su bianco ancora, il fatto di potere anche solo fare ascoltare i nuovi pezzi a Trish e scoprire che “Owls” (l’attuale Corporeal) era la sua preferita ci ha portato a dedicargliela, citando i Broadcast nel titolo. È la canzone che mi emoziona di più del disco.
HOMESICK Questo è il pezzo che è nato come singolo. È la nostra bandiera, il brano in assoluto che rispecchia al meglio come suoniamo dal vivo. È un pezzo semplice, fatto di meno suoni rispetto alla stragrande maggioranza dei brani di “High Dreams”. Sequenze in sidechain con la cassa, tablas, percussioni e chitarra/sitar. Credo sia il pezzo più semplice ma anche più efficace dell’album.
HI DREAMS Quando abbiamo finito i pezzi del disco, abbiamo sentito la necessità di inserire un intermezzo vocale, un qualcosa che desse un movimento diverso prima della seconda parte dell’album. Così mi sono armato di microfono, loop station, echi e delay vari. Il risultato sono questi due minuti astratti e free-form.
IGNORED Per circa un anno l’abbiamo chiamata semplicemente “Cassa Dritta”. Poi, pur rimanendo tale, la cassa dritta è stata coadiuvata da sviluppi ritmici e da più suoni. È un pezzo che fonde insieme la nostra passione per la musica kraut e per i bassi arroganti. Abbiamo voluto scrivere un pezzo diverso, e credo di esserci riusciti.
HOW TO SLEEP WELL Nata “Closer Skyes” e figlia di innumerevoli modifiche e cambi, “How To Sleep Well” vede come featuring Maolo Torreggiani e Lisa De Bernardi. Io non sono un cantante nel senso normale del termine, e quindi non sempre riesco a trovarmi a mio agio nello sviluppare un testo ed una melodia che funzionino bene insieme. Abbiamo deciso così di affidarci a Maolo, nostro amico di vecchia data con il quale si avevano già progetti per collaborazioni in passato per ottenere qualche linea melodica particolare. Ed è stato bravissimo. Ha lavorato a più livelli, come facciamo noi, inserendo soluzioni molto interessanti. L’apporto di Lisa, se pur per una frase, è stato molto importante perché ha rischiarato “l’ambiente vocale” se così si può dire, scandendo la frase su cui si fonda il testo.
WATERWALLS Ultima canzone del disco è “Waterwalls” che insieme a “Fine Again” risale ancora al periodo del nostro primo disco. Qui la collaborazione è firmata da Jonathan Clancy. Prima parte quasi ambient, brevi loop, sequenze arpeggiate; melodie e nebulosità vocali incrociate e mescolate con le percussioni nella seconda parte. Questa canzone è il miglior manifesto di concretezza per noi. Siamo riusciti ad unire insieme le due anime dei Japanese Gum, quella eterea e rarefatta con quella fisica e ritmica.