L’All Tomorrow’s Parties Holiday Camp Festival è finito per davvero, o quantomeno è finita l’epoca d’oro in cui l’ATP si tiene a Pontin’s. Abbiamo pianto molto, Pontin’s non è mai stato così bello e il Buddha Bowl mai così buono. Mai così tante birre sono state bevute, mai abbiamo apprezzato così tanto la campagna dell’East Sussex.
End of an Era part 1 curated by Primavera Sound è stato un buon mix tra ye olde rock ed elettronica d’avanguardia, di cui un giorno è stato dedicato principalmente agli ospiti spagnoli e alle scelte targate Primavera Sound.
Tuttavia per stringere in alcune cartelle di testo quel vortice di lacrime, freddo, stagediving, glitter, gamble, birra e bacon che è stato #endofanera1, abbiamo bisogno di un listone.
Migliori Acts, elettronica aside.
– Les Savy Fav: altrimenti detti “il divertimento”. Tim Harrington è arrivato sul palco scimmiottando Danzig, dopodiché ha passato metà del concerto tra il pubblico rubando cappellini, mangiando hotdog ordinati mentre continuava a cantare, rubando leccalecca alle avventrici e infilandoseli nelle mutande. Ma siccome è un gentiluomo, ha restituito tutto. Compreso il lollypop. Ci siamo dimenticati che la voce di Tim era scoppiata dall’inizio, in un furore di stagedive, ketchup e pennarello.
– The Icarus Line: Joe Cardamone, mi leggi? Grazie per l’EP. Sei stato gentile. Detto questo uno show potente, dove la band post-hc ci ha pettinati tutti. Certo, ricordano un po’ i carivecchi International Noise Cospirancy, ma ci sono piaciuti così.
– Godspeed You! Black Emperor: sfondare una porta aperta. Concerto ineccepibile. Meno archi, più doom e i soliti visual analogici che meriterebbero un capitolo a parte.
Peggiori Acts, salutam’assorete.
– Mùm: dal fondo della sala non si sentiva nulla. Chi era davanti giurava di aver apprezzato ogni movimento del cello, ma non posso dire lo stesso. Scusate.
– Chelsea Light Moving: tanto vale andavo a vedermi i Sonic Youth.
– Los Planetas: depressini, davanti un pubblico in hangover. Sul disco sono frizzanti ma dal vivo: not so much.
Elettronica, una questione a parte.
– The Haxan Cloak: musica drone esoterica per staccarsi via i bulbi dagli occhi con un cucchiaio in tutta autonomia. Vai e torni da un viaggio astrale, nel tempo di un set. BFFs dei Fuck Buttons.
– Pharmakon: 22 minuti di set ove tutti sono usciti innamorati. Pharmakon non le manda a dire, ti urla in faccia tutto il suo odio e il suo schifo nei tuoi confronti. Sì, nei tuoi: ti guarda dritto negli occhi. E poi se ne va.
– Blanck mass: un sacco preferiti dai miei compagni di viaggio. Ma se chiedete a me, è shhhhhhhhhhhhhhhffffffffffffffffffffffffffffffff (rumore bianco)
Effetto wow.
– Har Mar Superstar: Prendi Marvin Gaye. Prendi una boyband dei primi 90. Inserisci dei testi che non farebbero sfigurare i Lonely Island. Scuoti bene e fai cantare queste canzoni ad un ciccione pelato dotato di voce da angelo degli anni 80. Ecco a voi Har Mar. Eroe indiscusso del festival. I suoi beat funk ci hanno fatto limonare anche se non volevamo. Poi lui si spoglia e ti passa la voglia.
– New war: una bella sorpresa. Australiani, ma non so dire altro. Non mi sono mossa nemmeno quando ho finito la birra.
– Dinosaur Jr: a causa dell’età, nessuno gli avrebbe dato due lire. E invece. J Mascis e amici sono stati bravi, hanno fatto comme il faut, senza dare l’impressione di svolgere il compitino (Television anyone?). Un’ottima maniera per chiudere il sabato sera, lacrime e ritorno agli anni 90.
E per il resto ho visto cose voi umani non potete immaginare. Per 10 sterline Har Mar Superstar faceva massaggi al banco del merch . Durante il Karaoke, quattro individui vestiti da Kiss hanno cantato una canzone di René Kelly. Body surfing ensued. Un belga mi ha approcciata parlando di male prostitutes. Il mio cellulare è morto al giorno 1. Sono stati battuti tutti i record a Dance Dance Revolution e Air Hockey.
Pontin’s Holiday Camp, ci mancherai tantissimo.
Il prossimo ATP, dato che un’era è finita, si terrà in Islanda. Noi ci andiamo, voi?
Ma detto questo, Joe Cardamone mi leggi?
Lolla