Io non voglio cominciare questo articolo parlando del perché gli Indie Boys Are For Hot Girls si chiamano proprio Indie Boys Are For Hot Girls. Fiumi d’inchiostro sono già scorsi su quest’argomento. È un nome bruttino ok? Quantomeno impegnativo. Rimanda subito a magliette rigate e cappelli a falda per i boys, frangia e occhialoni per le girls, insomma fa un po’ 2006, almeno per chi non afferra al volo l’ironia di questi tre baldi giovani romani. Gli IBAFHG sono Alessandro Canu (voce e chitarra), Daniele Barillà (basso e cori) e Claudio Gatta (batteria). Hanno alle spalle tanta gavetta, grosse litigate, spassionate riconciliazioni, viaggi, risse al bar da veri duri, dediche romantiche, date all’estero, chiome folte, ossa rotte sui palchi di contest lungo tutto lo stivale, due Ep ed un labor limae durato due anni prima di ultimare il loro “Into Uncosciousness”, album autoprodotto in uscita in questi giorni.
Temevo di essere parziale nel recensire questo disco, cosi mi sono fatta dare una mano da loro, li ho invitati a casa mia e mentre il livello dello Jagermeister scendeva, gli aneddoti track by track aumentavano, fino a confessarmi che i testi dell’album sono praticamente la messa in metrica del diario segreto di Alessandro (compresa quella volta che ha fatto a botte al Fish’n Chips), che Daniele si è improvvisato video maker su una costa calabrese tra attoniti bagnanti obesi, e che Claudio da grande vuole “fare Dave Grohl”.
Questa è la cronistoria di una serata con i Ragazzi Indie. Questo è quello che dovete leggere per capire meglio il disco, per entrare nel mondo di tre “cani” (come amano definirsi) uniti dall’incoscienza, che forse si sentiranno per sempre un po’ precari, e che proprio per questo suonano sporchi, ma puliti allo stesso tempo, che credono in quel che fanno senza prendersi troppo sul serio.
1) Let your body out (Ale): il pezzo più suonato, il primo singolo in uscita. Nasce dall’ascolto del secondo album degli Horrors, mi piaceva il giro di batteria dell’ultima traccia (Sea within a sea), volevo qualcosa di ossessivo, claustrofobico. Poi con il Polimorfo è nata l’idea del video, un mini cortometraggio recitato col linguaggio dei segni, che lascia l’amaro in bocca alla fine, e tratta una tematica, quella della sordità, che si lega ad un linguaggio criptico, conosciuto a pochi. (Il corto è stato eletto miglior video indipendente dalla rivista “Sunset Island Musiczine”, Florida e lo potete vedere qui http://www.youtube.com/watch?v=NdQWkXEKjbg&feature=related)
2) Sad Actor (Claudio): Ah, questo è il mio pezzo preferito! Musicalmente mi fa impazzire, le dita stanno sul basso sempre nella stessa posizione, si muovono di un tasto solo verso l’alto, e questo lo rende psichedelico, desertico..parla dell’amore in un modo malinconico, come se fossimo tutti attori tristi su un palcoscenico cupo..(Claudio assume un’ espressione mistica e viene pesantemente deriso da tutti)
3) The One (Dan): Questa nasce nel luglio 2010..dovevamo partecipare al Sotterranea, a San Benedetto del Tronto, e io mi ero appena comprato il synth. Non sapevo assolutamente usarlo cosi ho provato a “spippolare” due rotelline e mi piaceva il fruscio che ne usciva fuori..è un pezzo molto “Arctic Monkeys terzo disco”
4) Craving (Dan): ecco, io e Claudio non sapevamo fino a due settimane fa cosa cavolo significasse in verbo “Craving”…
(Claudio): no aspetta zio, dilla bene!! E’ lui che un giorno mi chiama e fa “oh Clà hai visto che figo, famo ‘npezzo che se chiama IMPICCANDOSE”.. mi ha persuaso e anche io sono entrato in confusione, ma è tutta colpa sua!
5) The day that the love left my eyes (Ale): questo è proprio il racconto di una mia serata..ero in un locale e avevo litigato con la mia ragazza. Avevo anche bevuto un cocktail di troppo, e quando ho visto che un tipo la infastidiva mi ci sono buttato addosso infuriato..poi si sono aggiunti i miei amici, gli amici del tipo, il buttafuori, è scattata una rissetta mi sa..ovviamente ci hanno cacciato dal locale, e la canzone racconta tutto per filo e per segno!
6) Something like a dream: (partono sfottò e derisioni per Alessandro, e Daniele mi spiega): ovviamente questa canzone è stata scritta per la ragazza di Ale, il problema è che ad ogni live lui ripete la stessa solfa “questaèunacanzonespecialeperunapersonaspeciale!! Alessà ebbastaa! Bastaaa!
(Ale): è una canzone d’amore..c’è l’attacco tipico alla Jesus and Mary Chain, ha portato bene a tanti e l’abbiamo usato anche noi. È la canzone più “neomelodica” del disco. Poi diciamo la verità, quasi tutto il disco può essere cantato con testi neomelodici, super Napoli
(cominciano a intonare coretti in un pessimo dialetto campano)
7) Abandon: (Claudio) io da grande voglio fare Dave Grohl, e qui c’è un giro di batteria che lui usa in un brano dei Them Crooked Vultures! E’ il pezzo più stoner dell’album, big muff, chitarra scordata in RE, basso fisso su una nota, è insistente!!
8) Follow the tide: (Ale) è uno dei pochi testi che non parla di me, almeno non direttamente. Il soggetto è un ragazzo che si droga, che non riesce a fare nient’altro e segue la marea, è completamente solo ma alla fine arriva in una casa in cui “le sue braccia sono accettate” .
9) Colours: (Claudio, accanitissimo) è la canzone più brutta del disco, è nammerda, l’ha scritta Daniele. Che te devo di, fa schifo!!
(Ale) Claudio dice cazzate in continuazione, Daniele invece ne spara una ogni tanto, ma ci ragiona, si impegna proprio..! Ma tu l’hai visto il video tributo che si è fatto DA SOLO in Calabria? Col bambino panzone che lo guardava sospetto..e lui in costume che sembra autistico.. è stupendo!
(il video è questo qui http://www.youtube.com/watch?v=OCPiK0WyzkE , io ho riso due giorni)
10) Crossfire: (Claudio) c’è tanto grunge anni 90, i cori di Daniele sono fighissimi e nel ritornello Alessandro ha dato una grande prova vocale, un’attitudine punk intelligente
(si alzano in piedi applaudendosi da soli..non so perché ogni lavoro che faccio per dlso si trasformi sempre in una carnevalata)
Questa è la storia di “Into Uncosciousness”, tra pochi giorni lo troverete un po’ ovunque in versione digitale, ma io vi consiglio di venire il 9 Febbraio al Circolo degli Artisti per “La Tua Fottuta Musica Alternativa” e comprarvi quello vero, quello che ci metti almeno 3 o 4 minuti per liberarlo dall’ostaggio del cellophane, e intanto friggi chiedendoti come sarà il libretto, che foto ci sono, se ci sono i testi.. (e si, ci sono i testi!!)
Sul palco elettrico, assieme agli IBAFHG, ci saranno i Tiger! Shit! Tiger! e i Pretty Wallet, mentre su quello acustico si alterneranno Samuel Katarro e C+C=Maxigross. L’appuntamento è sempre alle 21:00, se arrivi tardi sei scemo.
Ps: prima di andare via, gli IBAFHG hanno suonato un pezzo live nella mia cameretta, grazie all’aiuto del loro amico super bravo Andrea Bancone che ha girato il video, e con la partecipazione di un simpatico porcello d’india, che sacrifica anima e peli in nome dello star system. Per DLSO, Sad Actor.