Mi tedia, a dire il vero, fare un lista di cantautori contemporanei italiani e confrontarli con chi è in oggetto a questo intervento, Pietro Paletti. Dato che non ho sempre in simpatia molti di coloro che in questo periodo stanno suonando per i vari circoli ARCI della nazione, mi limiterò a dire che Paletti, invece, non mi dispiace affatto. Ma del mio giudizio di valore non ve ne fate granché.
Dipingiamo piuttosto il profilo di quest’autore, che è molto più interessante e non poco da invidiare. Scrive canzoni da anni, era bassista e cantante degli R’s, il cui disco è stato prodotto dalla Nat Geo Music Record (l’etichetta discografica della National Geographic) e con i quali ha suonato sul palco del festival SXSW ad Austin. Il sedicesimo posto nella classifica di FMQB mi sembra un traguardo ragguardevole. E al sorgere del 2011 Paletti ci propone il suo nuovo EP Dominus: cinque canzoni sulla realtà quotidiana, familiare, il cui stile vocale è inevitabilmente associabile a Battisti, con elementi musicali non troppo distanti dai Beirut.
Paletti come nostrano Zachary Condon? E sia, glielo auguriamo.
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