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Oblique dub songs… impossibile descrivere OWLS con altri termini. Jambassa si colloca dall’altra parte della strada di tutto il resto. Un lavoro ricco di collaborazioni e denso, profondo, pieno di carattere. OWLS è una perla, un miscuglio di ritmi black e riverberi, un condensato di groove, un suono che, come quello dei gufi, accompagna i nostri sogni e le nostre insonnie. Abbiatene cura.[/quote]
Impossibile trovare parole migliori delle proprie per descrivere un lavoro appena realizzato. Owls è un album italiano che suona internazionale ma che mantiene un’identità ben definita, le cui radici sono sicuramente ben piantate in quel periodo fine anni 90, inizio duemila, in cui il reggae e l’hip hop campano hanno dato il meglio di se fondendosi magistralmente con l’elettronica, la dub e il trip hop.
Mi vengono in mente i primi album degli Almamegretta, quel capolavoro di Pulsanti dei Polina, le prime produzioni dei 99 Posse (ascoltatevi la terza traccia Alieni ft, Roddog e Boom Buzz), le contaminazioni dub dei Casino Royale, Africa Unite e persino dei La Crus.
Il nuovo album dei Jambassa però è molto di più, complicato da definire con un genere specifico, ma a chi servono le categorizzazioni nel 2014 ?
Un ritorno ai ritmi roots e alla primissima dubstep, lontana dalla cafonaggine sonora da spot pubblicitario. Ci ritrovo il sound delle prime tracce di Skream, Loefah e Pinch (Last train to Rocchetta) ma anche un reggae melodico della titeltrack sulla dub polleggiante. Il primo singolo estratto in collaborazione con Sleeping Tree aka Giulio Frausin (su Bandcamp trovate il suo ultimo album Painless), da cui è stato anche prodotto un video, si intitola proprio Owls.
Nel disco ancora ospiti italiani che si stanno facendo strada anche all’estero come i Dadub, (residenti a Berlino, già ospiti al Sonar e al Melt!) che producono l’ultima, claustrofobica e serratissima strumentale Archibald che sfocia quasi in echi techno.
Ancora una volta musicisti italiani che utilizzano la tradizione nostrana portandola to the next level, prospetti esportabili di cui andare fieri, con un gran gusto e i cui sound, grafiche e video non hanno nulla da invidiare ai fenomeni che provengono dall’estero.
Agli scettici e agli haterzzz della musica italiana sarebbe ora di iniziare a rispondere così: “In Italia si produce della gran musica, non hai ancora ascoltato l’album dei Jambassa!?”