BLOG IT YOURSELF è il primo tentativo di dare una risposta concreta all’anarchia comunicativa in cui è sprofondato il settore della musica indipendente.
Dietro BIY ci sono dei ragazzi che ad un certo punto della vita hanno iniziato a scrivere un blog perché volevano occuparsi di musica indipendente. Come tantissimi altri.
Sin dall’inizio ci siamo preoccupati di mantenere alto il livello qualitativo della nostra proposta, e di essere professionali nel rapporto con band e operatori.
In Italia ci sono decine di (piccoli) siti specializzati, come decine sono le piccole etichette, i booking, le agenzie di promozione. E ci sono centinaia di band. Eppure basta frequentare i locali che propongono musica originale dal vivo per accorgersi che ci sono sempre troppo pochi spettatori (non parliamo degli acquirenti di cd o supporti fisici). Decine, centinaia di appassionati che scrivono, ma non avendo decine di migliaia di lettori alle spalle.
Non è finita qui.
Ad un certo punto della vita del nostro blog, sono iniziate ad arrivare mail: band che si autoproponevano.
E contemporaneamente abbiamo verificato come spesso in un periodo piuttosto limitato di tempo in una serie di siti comparissero articoli su quelle stesse band.
D’altro canto, quando un post, una recensione o un’intervista che la riguardi vengono pubblicati, una band li pubblicizza sui suoi canali. Continuando a farlo per decine di volte: per TUTTI gli articoli di TUTTE le webzine o blog che se ne occupino!
E si crea così un circolo vizioso che non porta a nulla. Chi conosceva già la band leggerà i post in questione – solo quelli, DECINE – pur conoscendo già quell’album. Chi scrive cercherà di occuparsi di chi ha già molti fan e di chi (magari essendosi proposto via mail) abbia più interesse a pubblicizzare il post.
Sperando (l’appassionato che scrive) che alcuni di loro continueranno a leggere quel sito, da quel giorno in avanti. Sperando (i musicisti) che i lettori di quel sito diventino fan della band.
Ha un senso alimentare questo meccanismo?
Secondo noi, NO.
Proprio a questo punto arriva la nostra proposta:
AUTOREGOLAMENTIAMO IL MODO DI UTILIZZARE I NOSTRI SPAZI.
Diversificando la proposta e soprattutto promuovendo INSIEME i contenuti (diminuendo la quantità, aumentando la qualità della proposta: dicendo dei NO, finalmente).
Eccoci al punto cruciale: per farlo, serve un “CODICE ETICO”.
Autoimposto, sottoscritto e rispettato per nostra volontà.
Poche regole, e semplici:
1 CHI SCOPRE LA BAND HA DIRITTO AD UN RICONOSCIMENTO DA TUTTI GLI ALTRI: SE STIAMO PROMUOVENDO LA BAND, DOBBIAMO AVERE L’ONESTA’ DI PROMUOVERE ANCHE CHI L’HA SCOPERTA. BASTA UN LINK, BASTA SCRIVERLO CHE NON SIAMO I PRIMI A PARLARNE.
2 SE PROPRIO SI DECIDESSE DI SCRIVERE A SEGUITO DEL RICEVIMENTO DI UNA MAIL, IL LETTORE SECONDO NOI HA IL DIRITTO DI SAPERLO. PER ONESTA’.
3 PIUTTOSTO CHE UN’ALTRA RECENSIONE SULLA STESSA BAND, CERCHEREMO SEMPRE DI PROPORRE QUALCOSA DI NUOVO. MA SENZA L’ANSIA DI SCRIVERE SOLO PER ACCUMULARE ACCESSI. BISOGNA RICREARE UNA SCENA: PUNTIAMO SU CHI MERITA, APPROFONDIAMO IL DISCORSO SUI GRUPPI E SUGLI OPERATORI MIGLIORI (con interviste, curiosità, e magari forum di discussione condivisi).
Da parte nostra, ci impegniamo a creare uno spazio in cui raccogliere le adesioni e quindi promuovere i contenuti migliori (e originali) di tutti quei blog e siti che dovessero decidere di ACCETTARE IL CODICE. E che accettino di dare risalto al lavoro e alla professionalità dei loro colleghi, piuttosto che alimentare una competizione inutile.
Chi rispetta la musica rispetta e valorizza il lavoro degli altri. Si impegna nello scoprire talenti, rifiuta scorciatoie e soprattutto rifiuta questa corsa al post, al lettore distratto, al contenuto usa&getta.
Chi sta con noi?
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