Quando penso a Margherita Morotti mi vengono in mente due cose: Egon Schiele e l’esoterismo. Il primo perché Margherita sembra voler raccontare il disagio interiore attraverso l’espressività fisica dei personaggi esattamente come faceva l’artista viennese. Il secondo perché i suoi disegni hanno sempre una seconda chiave di lettura che si rivela solo ad uno sguardo più approfondito. Oggi ci consegna il suo Passaporto.
Lucha Libre Mag. Come mai il nome di uno stile di wrestling per una rivista di critica narrativa?
Va premesso che tra i membri di Lucha hai scelto quella con l’analfabetismo di ritorno più detonante, però: abbiamo scelto questo termine perché la lucha libre è una lotta basata sulla teatralità e la spettacolarizzazione, uno scontro che genera un grande effetto visivo, volevamo suggerire un incontro/scontro, nel nostro caso quello tra tematiche contrapposte, testo ed illustrazione, bianco e nero.
Da dove nasce l’idea di un magazine palindromo? Per ogni cosa c’è sempre un rovescio della medaglia oppure perché possiamo osservare tutto da almeno due punti di vista?
Sono vere entrambe le ipotesi! Abbiamo deciso di sfruttare il concetto di palindromia sostanzialmente perché crediamo che affrontare due tematiche diametralmente opposte all’interno di una stessa rivista permetta al lettore di entrare maggiormente nel vivo del tema scelto di volta in volta. Ovviamente la scelta non è mai casuale. Analizzare in termini cinematografici, teatrali e narrativi due tematiche contrapposte stimola noi per primi e ci permette contemporaneamente di fornire al lettore una duplice chiave di lettura. Il prossimo numero per esempio sarà un esperimento e tratterà una sola tematica vista da due punti di vista contrapposti.
Le tue illustrazioni sono molto più simili a dipinti che a fumetti. Che tecnica usi?
Inchiostro e penna bic quando lavoro in bianco e nero e negli ultimi tempi quasi sempre ecoline quando lavoro a colori, anche se per quanto ci provi non sono ancora riuscita a padroneggiarla come vorrei, quindi per ogni illustrazione c’è sempre una successiva correzione a Photoshop di bordi mangiati e dettagli sconvolti.
Dance Like Shaquille O’Neal, Draw Like?
Charles Burns, Daniel Danger o Roman Muradov a seconda della giornata.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
E’ da sempre il tavolo della cucina, eccolo nella sua magica suddivisione tra spazio lavorativo e spazio in condivisione.
Quando esce il numero 2 di Lucha Libre Mag? Sul sito siete in cerca di autori e disegnatori per la sua realizzazione.
Presto! Ci siamo al lavoro da mesi ormai, i tempi di produzione sono sempre dilatati perchè cerchiamo di unire al meglio i tre aspetti principali della rivista (testi, illustrazioni e grafica), però ciò detto entro qualche mese dovremmo avere i primi frutti!
Cos’era l’illustrazione prima del 1982?
Più analogica senza dubbio.
Sono sempre affascinata dalle motivazioni che spingono all’emigrazione. Raccontaci della tua Modena e dell’arrivo a Milano.
L’arrivo a Milano è stato frastornante e contemporaneamente bellissimo. Le motivazioni sono le stesse di tanti miei amici, trovare un istituto per concretizzare il sogno di poter fare di una passione un lavoro; a Modena tutto ciò mancava e per quanto Bologna fosse più vicina mi ispirava tantissimo il corso di illustrazione ed animazione editoriale dello Ied qui a Milano, per questo mi ci trasferii. Poi della città non sapevo nulla e per quanto mi fosse sempre piaciuto disegnare, tra uno schizzo a bordo verifica ed un’illustrazione ne passa di acqua sotto i ponti. L’ho visto un po’ come un terno al lotto! C’è da dire che l’essermi ritrovata in una classe splendida mi ha aiutata notevolmente, credo sia stato uno dei periodi più belli della mia vita.
C’è musica nell’aria mentre illustri?
Sempre, il rumore mi concentra molto! Di solito disegno ascoltando la discografia di qualche artista o guardo qualche serie televisiva che altrimenti non riuscirei a seguire, ma in generale mi va benissimo qualsiasi situazione mi permetta di non lavorare nel silenzio più assoluto.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?