Provo a pensare a tutte quelle cose che sortiscono sul mio cervello lo stesso effetto che una tisana alla melissa fa sui muscoli del mio corpo. Tra queste c’è tipo il suono ripetuto di piccole gocce d’acqua che scendono dal rubinetto, oppure il punto che fissi dal finestrino di un treno in movimento, o ancora il rumore dell’asciugacapelli, i negozi tuttomillelire, il minipimer in azione.
“Nevermind, We Are Not Here”, il primo singolo tratto da Tryst, nuovo EP di Dear Baby Deer sa pure lui di melissa: le percussioni sono ovattate, la chitarra è soffice cuscino che si offre a una coppia di voci sognanti (Beach House, The XX) che sussurrano parallele ma non si sfiorano mai. È un gioco di presenze che rincorrono le dissolvenze, dove la fisicità non esiste o, comunque, non è più.
Nevermind, we are not here.