LOVE HOUSE è un piccolo nido d’amore di 38 metri quadrati, realizzato per una coppia a Yokohama, capoluogo della prefettura di Kanagawa e città più popolata del Giappone.
In questo rifugio d’amore ogni cosa è pensata, persino la nicchia nel cortile e lo stretto corridoio tra scala e muro perimetrale atti ad ospitare e a far deambulare per la casa il coniglio di famiglia.
Le foto di Rodney Smith sono apparse tra le più diffuse al mondo su testate giornalistiche come il New York Times. Lo stesso Smith ha lavorato per importanti aziende come la BMW e l’American Express, oltre alle diverse cattedre universitarie di fotografia assegnategli nelle più prestigiose università americane, da Yale all’università di Santa Fe.
Attualmente Smith ha alle spalle più di quaranta anni di carriera, occasione scelta per la pubblicazione di “The End”, un libro in edizione limitata che raccoglie cento tra i suoi lavori più significativi, scelti per restare nella storia della fotografia.
I pattern sono un qualcosa che incontriamo tutti i giorni, li portiamo con noi, camminiamo su di essi, li consumiamo senza nemmeno accorgercene. Sì, perché questi accostamenti visivi richiedono attenzione e la nostra mente è sempre troppo impegnata e rivolta verso altri lidi per accorgersene, ed è per questo che abbiamo bisogno di progetti come quello di Tiziana Cantatore, 25 anni, laureata in Interior Design presso l’Istituto Europeo di Design di Milano.
Il progetto (H)eart ti mostra come sarebbe la terra vista con gli occhi del cuore.
Merve Özaslan vede le cose in maniera diversa da come le vedremmo noi. C’è qualcosa di magico in quest’artista che prende il quotidiano, o per essere precisi il passato, e lo reinterpreta, rappresentandolo come se fosse un qualcosa di nuovo.
Natural Act è una collezione di collage creativi in cui la fotografa fonde foto d’epoca in bianco e nero con elementi naturali a colori per creare delle narrazioni intriganti ed inaspettate.
Chi osserva riceve l’impulso incontrollabile di capire meglio cosa ha davanti, carpendo così come quelle alterazioni cambino il significato dell’opera.
“Perché non ci ho pensato prima?”
È probabilmente questa la prima reazione alla vista dei lavori del designer ed illustratore di Singapore Thomas Yang, uno di quelli che ti colpisce con la semplicità. I suoi lavori sono del tutto minimali, un po’ di inchiostro qui, un altro po’ lì ed il gioco è fatto.
Cosa c’è allora di tanto speciale?
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