Di Pawcut me ne sono occupato in occasione della stampa di DRITTE. Parliamo di un produttore che a 50 anni rilascia il suo primo disco ufficiale. Si intitola Maverick, 20 tracce colonna sonora di una vita, pubblicate dall’etichetta Radio Juicy . C’è poco da introdurre o da celebrare. In questa intervista ci racconta (quasi) tutto. Per chiudere in bellezza ci ha anche regalato un mixato esclusivo che ha molto a che vedere con il nostro paese.
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Hallo Pawcut. Magari per te non fa nessuna differenza ma tu sei nato nel 1965 e Maverick, se escludiamo i Mixtape, è il tuo primo album ufficiale. Come mai così tardi? Raccontaci un po’ della tua carriera e del tuo passato.
Hallo. Semplicemente perché la vita, fino a 10-15 anni fa mi ha portato altrove, lontano dal produrre beat. Ho avuto una vita parecchio movimentata alle mie spalle. Potrei scrivere un libro a riguardo. Successivamente ho preso la decisione di raccontarla attraverso la musica. Trovo che sia sempre un po’ complicato farlo, specie su Internet dove chiunque può raccontare cazzate senza averle vissute personalmente. Per questo preferirei raccontare il mio passato focalizzando la mia “carriera” sulla musica.
La musica è stata per me da sempre qualcosa di essenziale nella mia vita, specialmente da ascoltatore. Negli anni 80 ho provato insieme ad amici a produrre dub e punkrock utilizzando dei dispositivi chiamati Echoeffektgerät. Con le stesse persone abbiamo realizzato una fan-zine chiamata “Wa-Do-Dem” che trattava di Reggae. Tutto questo è avvenuto prima che incominciassi a produrre, fino agli anni duemila, quando è tornata un po’ di tranquillità nella mia vita. Improvvisamente avevo un sacco di tempo libero e io sono uno che deve sempre riempirlo in qualche modo. Quindi mi sono procurato due turntables e un mixer ma ero ancora troppo indisciplinato e maniacale per poter diventare un buon hip hop dj, soprattutto tra i miei 20 e 30 anni. Ho avuto un Sampler Korg ma tutto è iniziato seriamente quando programmi come Reason o Fruity Loops sono diventati fruibili da tutti. Da allora ho imparato da solo a lavorarci. All’inizio involontariamente perché non conoscevo nessuno che ci avesse a che fare e io non avevo neanche Internet. Pian piano mi sono accorto che stavo costruendo uno stile personale e che attraverso questo metodo fai-da-te ci si arricchiva e si scoprivano cose che altrimenti avrei trascurato.
Il mio piano non è mai stato quello di mettere la mia roba online e tantomeno di pubblicare un disco. Ma dopo essermi procurato una Groovebox e dopo alcuni scambi in rete con un paio di persone mi sono deciso ad aprire una pagina Soundcloud che fino ad allora avevo utilizzato principalmente come ascoltatore.
Dopo aver caricato N.O.I.R.E. sulla pagina ho ricevuto tantissimi feedback positivi e successivamente anche degli ottimi vocals e da lì ho cominciato ad entrare in fissa. Da 3-4 anni produco, registro e masterizzo intensivamente materiale, come se fosse una normale “giornata di lavoro”. Nel 2012 poi ho vissuto un episodio che mi ha fatto fare i conti con il tema della morte. Nello stesso periodo i ragazzi della Dusted Wax Kingdom mi hanno chiesto di realizzare un EP e mi sono detto ” meglio ora che poi non so cosa potrebbe accadere da qui in avanti” . Così è nato The Stuff that Dreams are Made Of . Da lì sono entrato in contatto con Janis di Radio Juicy.
Fino a qualche anno fa ti facevi chiamare Paw Cut, poi semplicemente Pawcut. Come mai? Da dove viene il tuo moniker?
Il nome è rimasto più o meno invariato in realtà. Per via di Facebook è stato riportato in due versioni. Ma visto che entrambi sono “googleabili” per me è esattamente lo stesso, a seconda di come le persone preferiscono scriverlo. Il moniker è nato circa 10 anni fa durante una serata a Minden, durante la quale la gente voleva sapere cosa scrivere sul flyer dell’evento. Allora sul mio giradischi avevo appeso un gagliardetto della Kutztown University. Sopra vi era raffigurato un orso che pareva stesse scratchando. Da lì Paw (zampa)- Cut.
Possiamo dire che Maverick è un concept- album ?
Sì, senza dubbio.
Si tratta di un album personale e autobiografico. Per questo motivo ciò che si nasconde realmente dietro al concept sarà accessibile solo a chi mi conosce molto bene e ai miei familiari. La colonna sonora della mia vita che vorrei però potesse essere anche la tua. Non deve essere per l’ascoltare il racconto di una storia precisa, che segua una linea o un plot.
Come descriveresti e interpreteresti la cover dell’album ?
L’immagine della cover è una scena del film “Permanent Vacation”, il film di debutto di Jim Jarmusch, disegnata da Julian Kramer. L’ho collegata molto al film perché penso abbia parecchio a che fare con il mood del disco. Il film viene campionato anche anche in tre tracce (Touchdown, Public Eye e Bumblebee).
Della copertina è stata realizzata una versione serigrafica. Un capolavoro. Il tutto ha donato sicuramente un valore aggiunto all’album. In qualche modo l’immagine esprime anche molto la visione della mia persona all’interno della società, non tanto come un escluso, ma piuttosto più osservatore esterno che parte della stessa.
Se ti nomino Dramadigs, Flo Filz e Dexter…
Con Flo mantengo un buonissimo rapporto di amicizia e non posso che parlarne bene, come persone e come artista. Non è un caso che sia l’unico artista con cui ho realizzato un album in collaborazione.
Per quanto rigurada i Dramadigs ho un rispetto enorme per la musica che fanno, per il modo in cui lavorano e per la loro immagine. Considero Der 2. November una delle tracce più belle del rap tedesco che siano mai state realizzate. Alto livello.
Con le ultime uscite di Dexter non credo di avere molto in comune. Ma sta avendo successo in quello che fa e gliene riconosco il merito. Alcuni suoi lavori come The Trip ho deciso volutamente di non ascoltarli dato che anche io utilizzo il Psych & Prog sample e perché in questo periodo consciamente e ancor di più inconsciamente sto cercando di lasciarmi influenzare da cose potenzialmente di successo che poi magari mi ritrovo a copiare o a evitare nelle mie produzioni.
Quali sono i passaggi per creare un beat? Come scegli i sample da utilizzare ?
La mattina ho sempre un rituale. Di solito sono uno che si sveglia molto presto e prima di portare fuori il cane, dalle 6 alle 8, gioco un po’ a Poker Online e passo in rassegna tutti i gruppi e i blog che seguo. Dopo poco mi ritrovo davanti una serie di pezzi da ascoltare. Quando voglio campionare qualcosa di solito ho già in mente in che modo verrà impiegato in un papabile pezzo. Faccio una serie di prove e ascolto la track che verrà campionata molto intensivamente. Ho già una visione del prodotto finale quando ascolto l’originale. La maggior parte del tempo lo passo tra ricerca, listening session e rip di vinili che abbiano una qualità accettabile.
Cerco di creare la bozza della traccia e ci lavoro fino a che non mi ritengo soddisfatto e poi ci aggiungo le drums. Se alla fine diventerà una Pawcut track dipende da come suonerà una volta terminata. Faccio un sacco di prove e molte bozze vengono cestinate. Penso di avere, oltre al lato creativo, anche un sostanziale lato distruttivo in me. Capita che tracce a cui ho lavorato per 4 mesi vengano cestinate senza alcun apparente motivo e questo mi fa capire diverse cose.
In alcune tue tracce vengono campionate scene da film. Sei un appassionato ?
Sono un grande fan di Stanley Kubrick , Ridley Scott, Jim Jarmusch e David Lynch. Oppure di roba old school come Arancia Meccanica e Blade Runner; queste sono le opere con cui sono cresciuto e che, come tanti di voi, ho amato. Di più rispetto alle produzioni contemporanee. I film sono un modo per aggiungere un concept o vibe a quello che faccio. Per questo non utilizzo alcun Dilla -Yeahs -Aahs o sirene varie.
Conosci rapper o beatmaker italiani?
Non molti, anche perché non seguo davvero la scena in generale. Chiaramente conosco The Beatfonics Crew che sono più vicini a quello che faccio io. I miei punti di incontro con l’Italia sono sicuramente i compositori delle Soundtrack dei film italiani anni 60, 70 e 80. Oppure Goblin, che si può dire su di loro. Goblin è Goblin.
So che hai fatto parte anche della scena techno negli anni 90. Raccontaci di quel periodo…
Tu sei su alcune da cose davvero ben informato. Come tu stesso hai sottolineato all’inizio, io sono del 1965. Ho fatto parte di parecchie scene. Per quanto riguarda quella techno avvenne perché all’inizio degli anni 90 mi ha casualmente portato a trasferirmi a Monaco. Per uno che viene dal nord della Germania, con un po’ di sale in zucca, conoscenze e pronto a prendersi dei rischi, era un buon modo per guadagnare soldi. Lo posso dire tranquillamente perché in quel periodo questa storia mi ha anche portato in tribunale. Diciamo che è stata più una scelta di business piuttosto che musicale. Poi certo, la musica alla fine non era neanche tanto male ma nei viaggi di ritorno verso casa si ascoltava Snoop, Ice Cube e un sacco di G-Funk per sentire nella testa e nell’anima quel 4 to the floor bounce. L’ “Ultraschall” (storico locale nella Monaco dei 90 ndr), nel vecchio aeroporto di Monaco, è stato per noi come una seconda casa. Eravamo lì ogni settimana, dal giovedì alla domenica a farci una lunga tirata, praticamente senza dormire. Un periodo davvero folle, stancante e direi tossico.
Parlaci del mixato esclusivo che hai realizzato per DLSO.
Oh per il mix mi sono tornate utili due cose. Il mio flow maniacale nel lavoro e il fatto che con i Jazz Jousters , circa 3 mesi fa ci eravamo occupati proprio di cose italiane. Avevamo messo da parte del materiale di Mina, Enrico Pieranunzi , Enrico Rava e della Casa del Jazz Allstars. Da qui sono partito con alcune piccole interludes. Il mix contiene, oltre a una rassegna di creazioni di Pawcut, anche 4 tracce inedite con campionamenti di origine italiana.
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Hallo Pawcut. Warscheinlich spielt es für dich überhaupt keine Rolle aber du bist im Jahr 1965 geboren und Maverick ist dein erstes offizielles solo-Album nach vielen Mixtapes und Kollabo-Alben .Erzähl uns ein bisschen von deiner Karriere und Vergangenheit. Warum so spät?
Hallo. Ganz einfach weil das Leben mich bis vor 10-15 Jahren vor andere Karren gespannt hat, als das Beat machen . Ich habe ein recht bewegtes Leben hinter mir. Da könnte ich ein Buch schreiben . Ich habe mich aber dafür entschieden in Form von Musik darüber zu erzählen. Ich finde es auch immer ein wenig problematisch, im Netz irgendwelche Räuberpistolen zum Besten zu geben wenn die Leute einen nicht 1: 1 erleben . Deswegen lass uns betreffs meiner “Karriere ” bei der Musik bleiben was die Vergangenheit betrifft.
Musik begleitet mich schon immer und seit ich denken kann, als etwas essentielles in meinem Leben , meist als Hörer . Ich habe aber auch schon mit Freunden und einem Echoeffektgerät versucht, Dub und Punkrock zu produzieren in den 80s . Mit den gleichen Leuten habe ich ein paar Folgen eines Reggae -Fanzines namens “Wa-Do-Dem ” gemacht . Das ist alles aber von der produktiven Seite zum Erliegen gekommen aus verschiedenen Gründen , bis zur Jahrtausendwende etwas mehr Ruhe in mein Leben eingekehrt ist . Ich hatte dann auch plötzlich sehr viel Zeit und ich bin jemand, der ständig Etwas um die Ohren haben muss. .Also habe ich mir erst 2 Turntables und einen Mixer zugelegt. Ich war dann aber, glaub ich, zu manisch und undiszipliniert, um noch ein guter Hip-Hop Dj werden zu können , speziell mit Mitte 30 . Ich habe dann erst einen Korg Sampler gehabt , aber so richtig los ging das dann erst als Sachen wie Reason oder Fruity Loops für Jeden zugänglich wurden . Seit der Zeit bringe ich mir das eigentlich selber bei . Am Anfang eher unfreiwillig weil ich niemanden kannte, der das auch macht und ich kein Internet hatte . Danach habe ich gemerkt, dass mir das auch zu einem eigen Stil verhilft und man auf diese “Versuch macht klug ” Art viele Sachen entdeckt, die man sonst ungesehen hätte am Wegesrand liegen lassen.
Der Plan war auch nie, das je Online zu stellen oder dadurch irgendwohin zu gelangen , geschweige denn eine Platte zu veröffentlichen . Aber dadurch, dass ich mir eine Groovebox zugelegt hatte und mich da im Netz mit ein paar leuten ausgetauscht habe, ist es dann dazu gekommen, dass ich irgendwann einen Soundcloud Account hatte, auf dem ich zunächst auch eher als Hörer unterwegs war .
Auf einen meiner ersten Uploads dem N.O.I.R.E. hatte ich dann aber so gutes Feedback and kurze Zeit später auch krasse Vocals , das hat mich dann schon angefixt . Seit 3-4 Jahren betreibe ich das produzieren, engineeren, mastern auch so intensiv, dass das denke ich zeitlich einem recht normalen ” Arbeitstag ” gleichkommt. Ich hatte 2012 dann ein Erlebnis, dass mir meine Sterblichkeit extrem vor Augen geführt hat. Zeitgleich haben mich die Leute von “Dusted Wax Kingdom ” nach einer E.P. gefragt und ich hab gedacht , “mach mal, bevor noch was dazwischen kommt” . So ist The Stuff That dreams are Made Of enstanden, das sich recht gut gemacht hat . Draufhin bin ich mit dem Janis von Radio Juicy in Kontakt gekommen bin.
Du hießt damals Paw(leer)Cut und heute einfach Pawcut. Warum? Wo kommt dein Name her?
Der Name hat sich nicht wirklich geändert , es haben sich durch Facebook nur 2 Schreibweisen eingebürgert. Da beides aber absolut “googlesicher ” ist ( kleines wortspiel am Rande für unsere deutschen Freunde ), ist mir das relativ egal wie mich die Leute schreiben .
Der Name ist vor ca. 10 jahren enstanden als ich hier in Minden auf einer Party aufgelegt habe und die Leute wissen wollten, was auf den Flyer soll . Ich hatte damals über meinen Turntables einen Collegewimpel von der Kutztown University aus den U.S.A. hängen. Das war ein Bär drauf, dessen Gesten aussahen als würde er scratchen .
Da war der Name geboren .
Ist Maverick ein Konzept-Album ?
Ein klares Ja.
Es ist ein sehr persönliches, autobiographisches Album. Deshalb wird sich vieles, was hinter dem Konzept steckt, nur mir oder Leuten die mich gut kennen oder mit mir verwandt sind erschliessen . Es ist der Soundtrack zu meinem Leben, aber ich möchte eher, dass es auch der Soundtrack zu Deinem sein kann . Es soll für den Hörer keine “bestimmte ” Geschichte sein, die einen linearen Strang hat oder auf einen Plot zuläuft .
Wie würdest du das Cover von Maverick beschreiben und interpreterien ?
Das Cover ist eine Szene aus dem Film “Permanent Vacation “, dem Erstling von Jim Jarmusch , die Julian Kramer nachgesketcht hat . Ich hatte ihn zu dem Film gelinkt, weil ich fand, dass er viel mit dem Vibe des Albums zu tun hat . Es kommen ja auch in 3 tracks Touchdown , Public Eye und Bumblebee Zitate des Protagonisten vor . Das Cover wurde vom Künstler auch noch extra als Risographie gedruckt . Das hat dem Ganzen eine viel höhere Wertigkeit verliehen. Man kann den Druck “fühlen “. Ein Kunstwerk .
Das Cover drückt, glaub ich, auch ganz gut aus wo ich mich in Gruppen der “Gesellschaft “sehe , …. nicht als ausgegrenzt , aber als jemand der dort nicht ankommt , eher ein Betrachter als ein Teil.
Dramadigs, Flo Filz, Dexter… was kannst du über die Genannten sagen?
Als Maverick nur über Flo wirklich Etwas , weil ich zu dem ein gutes , freundschaftliches Verhältnis pflege . Zumindest kann ich über ihn als Menschen und Künstler nur Gutes sagen . Es ist ja auch kein Zufall, dass er der einzige Beatmaker ist, mit dem es offizielle Kollaboreleases gibt.
Für die Dramadigs hab ich Tonnen von Respekt was Ihre Musik , Ihre Arbeitsweise und das Bild, dass sie von sich in die Öffentlichkeit transportieren betrifft . ” Der 2. November ” ist einer der krassesten deutschen Raptracks die ich je gehört habe . Ganz weit vorne .
Mit Dexter‘s aktuellem Kram hab ich, denk ich, nicht so viel gemein . Aber er ist in dem, was er macht erfolgreich und das gönne ich Ihm . Gewisse Sachen von Ihm habe ich aber auch bewusst nicht gehört wie “The Trip ” z.b. , weil ich halt selber viel Psych und Prog sample und ich generell versuche mich gerade von potentiell erfolgreichen Sachen weder bewusst noch unbewusst dahingehend beeinflussen zu lassen , das da etwas raushöre, das ich dannn später bei meinen Sachen kopiere oder vermeide .
Wie baust du einen Beat auf ? Wie suchst du ein Sample aus?
Ich habe ein Morgenritual . Ich bin ein Frühaufsteher und bevor ich mit dem Hund rausgehe – so von 6-8 h – , spiele ich online Poker und scanne dabei alle Diggergruppen und Blogs die ich verfolge . Dabei entsteht im Laufe kurzer Zeit ein grosser Pool mit Sachen die ich durchhöre. Wenn ich etwas verwenden will, höre ich meist schon zu dem Zeitpunkt den späteren Track in meinem Kopf . Ich probiere oder jamme nicht gross , aber ich höre den Track den ich verwenden willl sehr intensiv . Ich habe eine Vision vom Endprodukt, wenn ich das Original höre und versuche dies zu realisieren . Dabei geht auch die meiste Zeit drauf : beim Diggen , Listening Sessions und dem Aufstellen von qualitativ aktzeptablen Vinylrips .
Ich baue fast immer erst den Trackentwurf bis das für mich passt und dann die Drums . Ob das dann zum Schluss ein Pawcut Track wird, hängt nur davon ab , ob er das für mich ist, wenn ich ihn am Ende höre . Ich probiere manisch viel aus und verwerfe vieles wieder . Ich denke ich habe ausser der kreativen, auch eine starke destruktive Seite an mir . Tracks oder Konzepte- nachdem ich da 4 Monate dran rumgefrickelt habe – aus nichtigen Gründen komplett auf den Müll zu schmeissen, kickt auch irgendwas in mir .
In deinen Tracks findet man oft viele Samples aus Filmen. Bist du auch ein Cineast?
Ich bin ein grosser Fan von Stanley Kubrick , Ridley Scott , Jim Jarmusch oder David Lynch . Old school shit wie “Blade Runner ” oder “Clockwork Orange “. Das sind bei mir wie bei vielem, denk ich, eher die Sachen mit denen ich aufgewachsen bin, als zeitgenössiche Produktionen . Die Filmschnipsel sind mein Weg, den Tracks einen gewissen Vibe oder Kontext zu geben , dafür hab ich keine Dilla -Yeahs , -Aahs oder -Sirenen .
Kennst du italienische Beatmaker oder Rapper?
Nicht viele, weil ich die ” Beatscene ” nicht besonders intensiv verfolge . Natürlich kenne ich die Leute aus dem näheren Umfeld, z.b. die ” Beatfonics ” Crew .
Aber meine wirklichen Berührungspunkte mit Italien sind die unzähligen kongenialen italienischen Soundtrackkomponisten und das italienische Kino der 60s , 70sund 80s . Oder Goblin , was soll man zu Goblin sagen , ich liebe Goblin .
Du warst in die Rave und Techno Szene unterwegs. Erzähl uns Episoden aus dieser Zeit.
Du bist ja über einige Sachen erstaunlich gut informiert . Wie Du am Anfang bemerktest, bin ich Jahrgang 65 . Ich war schon in einigen Szenen unterwegs . Mit dem Feierding, betreffs Techno hat sich das so ergeben , weil es mich Anfang / Mitte der 90er eher zufällig nach München verschlagen hat . Für jemanden aus Norddeutschland mit etwas Grips , Verbindungen und Risikobereitschaft war da einfach sehr ,sehr gutes Geld zu machen . Ich kann das hier ruhig sagen , weil ich dafür in München auch rechtskräftig verurteilt worden bin . Das war also weniger ein Musik – als ein Biznessding . Klar im Club für die gesamte Dynamik , war die Musik auch ok, aber wir haben im Auto auf dem Heimweg meist schon Ice Cube , Snoop oder irgendwas G-Funk mässiges gepumpt um den” 4 to the floor “-bounce aus Kopf und Seele zu kriegen. Das “Ultraschall ” am Alten Flughafen war zu der Zeit unser zweites Wohnzimmer . Wir haben jede Woche von Donnerstag bis Sonntag durchgefeiert- und gehustlet , in der Regel ganz ohne Schlaf . Eine durchgeknallte , anstrengende , recht vertoxte Zeit.
Wie hast du den Mix für DLSO gebastelt ?
Oh , da sind mir 2 Sachen zu Gute gekommen . Mein manischer Workflow und die Tatsache, dass wir mit den Jazz Jousters in der “Locations” – Reihe vor 3 Monten erst Italien am Wickel hatten : Dadurch hatte ich noch einige Trackskizzen von Mina , Enrico Pieranunzi , Enrico Rava oder den Casa de Jazz Allstars als Leftovers hier rumliegen. Aus denen habe ich schnell einige kleine interludes gebastelt . Dadurch enthält der Mix neben einem Querschnitt durch Pawcuts Schaffen auch 4 unveröffentlichte Exclusives für DLSO mit italienischem Ursprung im Sample.[/tab]
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Mix Tracklist:
1. Mina intro (unreleased)
2. Pieranunziloop (unreleased)
3. Killah Trakz – N.O.I.R.E. (from the ” Duplex ” 2Lp)
4. Casa del Jazz Interlude (unreleased )
5. Onmywaysumwhere Instrumental (from the “Maverick” Lp)
6. Jones (from the “Maverick” Lp)
7. Enrico Rava Interlude (unreleased)
8. I Am Dangerous (from “The Stuff That Dreams Are Made Of Ep”)
9. Zen-Zin & Headtrick – Questions (From Headtrick “Hypochonder Ep “)
10. Lullabye (from the “Smoke Break Ep “)
11. Sarah Winton – Walk On By (from Sarah Winton – Shebeen Queen )
12. Jo Goldie – Follow me (from Pawcut’s Soundcloud )
13. Welcome (from the “Smoke Break Ep”)
14. Heaven (from the “Maverick” Lp)