La primavera. Ti coglie alle spalle e non te ne accorgi. Torni a casa dal lavoro o dall’ultima lezione (quella messa a tradimento alle 17) e c’è ancora un po’ di luce. Il bavero della giacca lo tiri su solo come vezzo, non più come necessità. Ti fa piacere camminare, gonfi le ruote alla bici, fai colazione la domenica mattina con le finestre un po’ aperte. E poi succede qualcosa che ha del miracoloso – sorridi senza motivo. Ciò che ha un motivo ben fondato, ahimé, sono gli starnuti che potresti usare come pattern ritmico per un bel pezzo. E il pezzo che comporrai avrà il sapore fragrante dei primi timidi tepori e dello schiudersi dei fiori.
La primavera inizia adesso e se ti chiedi che suono ha, beh, schiaccia play.