Si può creare partendo da una perdita? È possibile dare alla vita qualcosa trovando la forza in un lutto? Non è una cosa da tutti, c’è bisogno di quel quid che ci dia la spinta necessaria. “Dark Red” di Shlohmo è un disco eccessivo, volutamente portato agli estremi dal suo creatore. Non è un album di quelli che solitamente ti ritrovi a fine anno. È un disco nato con una strada già tracciata, uno di quei lavori perfetti nella loro imperfezione. Nel loro saper esprimere appieno l’inesprimibile, il non comune, l’emotivo.
Se siete pronti a lasciarvi attraversare dalle lacrime altrui, dai tormenti e dalle paure, avventuratevi pure. Se volete il buon umore, cambiate stanza, questa ha le pareti di un rosso scuro, proprio come il cuore.
Premessa: Shlohmo stesso ha dichiarato che durante la stesura dell’album ha perso una persona cara e ne aveva un’altra accanto con gravi problemi di salute e ─se è vero che le tracklist hanno ancora un senso ed un peso all’interno della vita di un album─ qui proviamo a riviverne l’ascolto associando ad ogni brano una delle fasi dell’elaborazione del lutto.
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[column size=”3/4″] Questa fase è caratterizzata dal fatto che il soggetto, usando come meccanismo di difesa il rigetto della realtà, ritiene impossibile l’avere davvero subìto quella perdita. Molto probabilmente il processo di rifiuto psicotico della verità può essere funzionale per proteggerlo da un’eccessiva ansia di morte e per prendersi il tempo necessario per organizzarsi.
Un viaggio nella notte a fari spenti in cui riflettere sulle assenze, sulle mancanze, sulla convinzione di essere tutti fondamentalmente soli. È questa l’atmosfera preparata dalle prime due tracce di “Dark Red”.
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[column size=”1/4″] PRIMA FASE: Negazione e rifiuto.
1. Ten Days of Falling
2. Meet Ur Maker
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[column size=”3/4″]Dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzioni. Questa fase rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, che il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé.
A farti da compagnia in questo viaggio, i ricordi e soprattutto i brividi, evidenti, percepibili nella traccia “Buried”, un lamento di synth che picchiano dei piatti incessanti. Qualcosa da dentro lentamente viene fuori, ma resta quasi strozzato.
“Emerge From Smoke” il canto di un cigno che finalmente apre gli occhi e fa luce su quello che ha davanti. Siamo quasi alla fase della contrattazione: in un modo o nell’altro il soggetto prova a riprendere il controllo della propria vita. Le percussioni in “Slow Descent” sono talmente frenetiche che sembrano pugni ben assestati, schiaffi in faccia per riprendere il controllo di sé.
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[column size=”1/4″] SECONDA FASE: Rabbia.
3. Buried
4. Emerge From Smoke
5. Slow Descent
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[column size=”3/4″]“Apathy”, la negazione e la rabbia lasciano il posto ad un senso di sconfitta.
in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare, ed in quale progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negoziato (“Relentless”). Si può avvertire come la persona riprenda il controllo della propria vita e cerchi di riparare il riparabile.
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[column size=”1/4″]TERZA FASE: Contrattazione
6. Apathy
7. Relentless
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[column size=”3/4″]Rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che ha subìto. Avete presente quella vocina che a volte compare nella vostra mente per dirvi che alla fine nulla cambierà?! Che qualunque siano i vostri sforzi ci sarà sempre qualcosa che manderà tutto a rotoli? “Ditch” è la colonna sonora della scatola nera di questi ricordi, una traccia che si muove su di un ritmo costante, quasi ciclico, come la vita. Senza possibilità di interventi esterni. E a te non resta altro che raccattare i pezzi —“Remains”— e fartene una ragione.
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[column size=”1/4″]QUARTA FASE: Depressione
8. Ditch
9. Remains
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[column size=”3/4″]Quando il soggetto ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere o è accaduto.
C’è un momento di silenzio e raccoglimento in cui si raccatta quel che resta di sé, si dà un ultimo sguardo al passato e poi si volge lo sguardo al presente (“Fading”). Ed ecco che l’ultimo brano, dopo tanta distruzione, fissa le basi, gli appoggi per andare avanti. Ripartire, ricostruire dalle macerie con un concetto chiaro in mente: la morte non è la fine di tutto. La morta è di vitale importanza.
Giusto per restare in tema.
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[column size=”1/4″]QUINTA FASE: Accettazione
10. Fading
11. Beams
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