Omake (お負け?) è il termine giapponese con cui vengono indicati gli extra o i bonus aggiunti a un’opera di fantasia, come gli extra presenti nei DVD. Omake è anche il nome scelto da Francesco Caprai quando veste i panni del produttore, artista toscano di cui ti conviene non perdere le tracce perché tra qualche anno ne avrà di storie da raccontarti. Nel frattempo ti racconta il suo disco d’esordio, un lavoro minimale e sofferto di cui apprezzerai ogni singola nota.
Darkside / The Fighter
La prima canzone che ho consapevolmente scritto per questo album, e quella che rappresenta al meglio COLUMNS sia per le liriche che le sonorità. Le tematiche dell’analisi di se stessi, del passaggio all’età adulta e della ricerca di un aiuto ad affrontare il cambiamento sono i temi centrali di tutto il lavoro, e qui si anticipano al meglio. Idem per l’aspetto stilistico: il sound scuro che echeggia dalla prima nota è il marchio di fabbrica dei successivi 40 minuti di album.
Purest Love
Esteticamente, è il pezzo pop del disco. È stato scritto esattamente con questo obiettivo, non ho problemi a dirlo. Ci sono delle linee melodiche nel ritornello che sono l’evoluzione di bozze scritte almeno 10 anni prima. Il testo è in realtà forse il più pessimista dell’intero album, la rincorsa verso un amore idealizzato pur nella presa coscienza dell’errore nel farlo.
Nighthawk
Il brano che melodicamente ha la più forte matrice acustica, seppur poco presente nella sua resa finale. Le liriche auspicano un distaccamento dal quotidiano a favore di un insonnia forzata dove nessuno può raggiungerti. L’apertura finale del brano coincide con la risoluzione del testo. È il brano che maggiormente esplicita il mio approccio di scrittura, dove componente melodica e liriche nascono e si sviluppano contemporaneamente.
Deer / The Hunter
In quello che sarebbe stato il mio primo album sentivo di dover includere Florida, che non era uscita su supporto fisico. Avevo quindi bisogno di un altro brano in cui la chitarra acustica fosse protagonista, ed ho così scritto “Deer / The Hunter” mentre le registrazioni dell’album erano già iniziate. Pensavo che sarebbe stata quasi un riempitivo, ed invece è venuto fuori uno dei pezzi migliori dell’album e a cui sono assolutamente più legato (anche per il feat con A Safe Shelter, che ho conosciuto di persona a disco finito e con cui è nato un legame artistico e di amicizia molto solido). Il testo è il più “forte” di tutto il disco, in quanto fa riferimento alla violenza -fisica e non- che può esistere in un rapporto, e come questa possa essere giustificata dalla vittima.
Like a Snake, As an Eagle
La cosa che più mi gratifica di questa canzone è la sua struttura compositiva: riuscire a mantenere un corpo melodico importante senza doversi affidare a strofa/ritornello/ponte/ritornello era una sfida che ho sempre cercato di proporre anche nei vari progetti che ho avuto durante gli anni, e questo brano ne è forse il miglior esempio. Le liriche fanno riferimento all’arredare una casa in due e poi viverci da solo.
Slowrunner
Slowrunner è stata scritta appositamente per avere un producer di elettronica sulla traccia. Ci sono stati un po’ di nomi in ballo, e fra questi la scelta è caduta su Machweo in quanto lui stesso da subito si è dimostrato entusiasta delle cose che stavo facendo, e che quindi avrebbe partecipato più che volentieri all’album. Ci ha fornito i loop ipnotici e asfissianti che si sentono nel brano, e che si sposano perfettamente con le liriche basate sul confronto fra la velocità del mondo e la mia, che non chiamerei lentezza ma velocità diversa. Un corridore lento è pur sempre un corridore.
Woman
Difficile spiegare “Woman” in poche parole. Diciamo che nell’ultimo anno ho iniziato un percorso personale (grazie in primis alla mia compagna) nel comprendere le difficoltà che le donne vivono ogni giorno, e come queste vengono considerate da una società che è molto più maschilista di quello che si pensi. Ho voluto quindi dare il mio minuscolo apporto alla causa, sperando poi di poter tirare fuori l’argomento in più situazioni possibili. Così è stato, e ne sono felice.
Korsakoff
Sapevo che mettere un brano che andasse oltre i 6 minuti sarebbe stato difficile da digerire. Ma credo che nelle dinamiche del disco Korsakoff sia indispensabile. È forse la produzione che preferisco fra tutte quelle dell’album, e le liriche chiudono perfettamente il cerchio aperto con Darkside / The Fighter”. Vocalmente è il pezzo più scuro di un disco già scuro di per sé.”
Florida
È partito tutto da qui. Ho parlato mille volte di questa canzone, ma rimane il brano senza il quale probabilmente non sarei riuscito a combinare granché con questo progetto. Quindi mi sembrava giusto inserire “Florida”, nonostante fosse uscita 7 mesi prima, dentro l’album. Si meritava il supporto fisico.