Il Veneto, luogo natio di Palladio, dello Spritz e della polenta, sembra essere diventata anche la terra di una certa bedroom-tronica, rappresentata da personalità come Yakamoto Kotzuga e da progetti come i Klune, trio padovano composto da Alberto Pagnin (producer e synths, ex Bodwan), Giulio Abatangelo (chitarra ed effetti) e Giovanni Solimeno (voce). Tre ragazzi provenienti da background musicali diametralmente differenti, ma che hanno identificato nell’art-soul di Chet Faker, nei beat downtempo di Bonobo e le trame chitarristiche del conterraneo Kotzuga il proprio punto di incontro. Un’alchimia apprezzabile nei loro primi tre estratti: Hope, il loro cavallo di battaglia, Woman e Cinnamon, quest’ultimo arricchito dalla voce di Emay, nome già noto ai più per la collaborazione in These Days degli M+A.
Oggi il trio non possiede ancora una release ufficiale, sebbene questa sembri essere imminente, ma ha pubblicato Saturdays, un brano che parla di attese ed è sintesi delle influenze sopracitate. Spinte che loro compendiano, per modestia o per riluttanza nei confronti dei canovacci musicali, in “just kind of pop music”.
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