Evitiamo fraintendimenti, diciamocelo direttamente.
I rapporti umani non sarebbero meravigliosamente più semplici se ognuno di noi fosse accompagnato da delle istruzioni per l’uso? Ancora meglio se scritte dai diretti interessati?
Una ragazza, Marinella, ha avuto l’idea geniale di chiedere ai suoi amici di scrivere / disegnare / fotografare / rappresentare come vorrebbero essere trattati dagli altri. Sono venuti fuori ritratti interessanti e indicazioni impossibili e incomprensibili che potete sbirciare nel suo tumblr. Chissà magari troverete ispirazione per scrivere le vostre di istruzioni (anche se di solito le istruzioni per l’uso sono più lunghe e complicate di un codice di Leonardo).
Come ti è venuta l’illuminazione di fotografare le persone con annesse le proprie istruzioni per l’uso?
L’esigenza è nata alla fine di una relazione complicata. Ho riflettuto su quanti errori commettiamo nei rapporti, amorosi e non, se non ci conosciamo abbastanza. Ho pensato che forse prima di affidarci a qualcuno dovremmo imparare a capire quali sono i nostri confini, i nostri ingranaggi, come vanno oliati e fin dove possono esserlo. Allora mi son detta: perché non spingere anche le altre persone a rifletterci su? E l’ho fatto.
Come reagisce di solito chi fotografi?
I primi a essere fotografati sono stati i miei amici, a cui avevo chiesto io di realizzare il libretto e farsi fotografare: molti di loro hanno avuto difficoltà a farlo, sono andati in crisi, ma una volta arrivati lì con le loro istruzioni fra le mani erano a loro agio davanti al mio obiettivo – sono miei amici. Però poi ho aperto il progetto agli estranei, che hanno iniziato a scrivermi e proporsi. Ovviamente, nel loro caso il libretto era più spontaneo, ma ho dovuto cercare ogni volta una chiave di comunicazione per abbattere l’imbarazzo che potevano provare nel farsi fotografare in primissimo piano, e con qualcosa di così intimo fra le mani, da una perfetta estranea. Ed è forse la parte che mi è piaciuta di più.
E come scegli a chi fare il ritratto?
A parte alcune persone a cui l’ho proposto io (perché miei amici o perché conoscenti che immaginavo avrebbero potuto tirare fuori qualcosa di molto bello), gli altri si sono proposti spontaneamente, e io non ho mai rifiutato nessuno se non per motivi logistici (…c’è chi mi ha scritto anche dalla Sicilia, e io sono a Milano!). Così come non mi esprimo mai sui loro libretti: è una cosa talmente personale che non può e non deve esserci alcun giudizio.
Hai inserito il tuo ritratto nella collezione?
No, per varie ragioni, la prima delle quali è che non era quello il mio obiettivo: volevo far riflettere gli altri, io l’avevo già fatto e continuo a farlo.
Qual è la foto a cui sei più affezionata?
Davvero, potrà suonare ruffiano, ma non ne ho una. Quelle dei miei amici sono quelle che sento più vicine, ovviamente, ma quelle delle persone che, pur non conoscendomi, sono arrivate ad aprirsi così tanto, bè quelle mi hanno proprio commossa.