Folk epico e sanissimo.
“Love And Rage” sa d’America ma anche di baite altoatesine. La voce di Phill Reynolds fa scricchiolare le pareti in legno e le mani scorrono velocissime su marcette country alla Langhorne Slim.
I vetri sudano, tremano ogni volta che Phill impenna sulle sue aperture incalzanti con una durezza che è fragile e ricorda un po’ quella di Micah P. Hinson.
Ma al di là di ovvi riferimenti, “Love And Rage” respira a polmoni pieni un suo immaginario fatto di barconi arrugginiti, Moderat e Louis Armstrong che potete ascoltare qui e leggere più sotto.
Freedom’s Path
Leaders and cancers are the same. Ho voluto fortemente, spinto da Bruno Barcella, che la prima frase dell’album fosse questa, tanto quanto che il primo accordo fosse un Sol, ossia la Luce.
Sono convinto che l’unica vera politica sia l’azione personale, lo sforzo verso la Responsabilità, e quindi una partecipazione naturalmente tesa a diventare collettività.
Sono anche convinto, senza troppe pippe, che il Sol sia fichissimo.
Black Sea
Mi sono messo nei panni di un ragazzo che sta cercando di raggiungere una costa migliore della sua sua di un barcone arrugginito, zeppo di dolore e speranza. La stiva gli permette di vedere appena il cielo e le stelle. Non ci è dato sapere se ne vedrà ancora. Dedicata a tutti coloro che latrano “Ruspe!”.
The Anchor
Questo brano è la mia migliore amica, Astrid, tanto che nella seconda strofa ho costruito le frasi utilizzando diversi titoli della band che abbiamo assieme, Miss Chain & the Broken Heels. Nel 2010, durante un tour in California, ci tatuammo la stessa ancora.
E’ diventato nel tempo un brano sull’importanza dell’amore che chiamiamo amicizia.
Oblivion
Anni fa ho raccolto quasi per caso un paio di frasi lasciate cadere da un amico eroinomane; mesi dopo ne è nata questa zoppa lettera spedita dal buio della solitudine e della dipendenza.
Your Kisses Are
Per un periodo, ho pensato che non fosse un brano adatto all’album. Troppo sentimentale, troppo “romantico”. Qualche amico mi ha fatto ricredere. E credo abbia fatto bene: quanta meraviglia, quanta salvezza possiamo trovare in un bacio?
*Tribute
Quando ho sentito per la prima volta A New Error dei Moderat non ho potuto ascoltare nient’altro per due giorni. Riprendendola dopo settimane, mi è venuto spontaneo canticchiarci sopra l’aria del capolavoro di Louis Armstrong, brano adorato da mia madre. Questo tributo, alla commistione di diversi generi e genti e a mia madre, è nato così. Mi fa ridere riascoltare quel “suono di marimba”: è una bombola del gas da 25 litri, fucsia, con delle finestrelle di diversa misura intagliate per riprodurre le note della scala maggiore di Do.
Hope?
Un incontro, ed una preghiera. Forse l’esplosione di luce più nitida dell’album. Ma dopo aver letto ciò che un vecchissimo Monicelli pensava della speranza, ho ritenuto opportuno aggiungere un punto interrogativo.
Dacca
Il 24 aprile del 2013 un rogo uccide più di 1200 persone nel complesso manifatturiero del Rana Plaza, a Dacca, Bangladesh. Mi sono posto, in quanto indirettamente facente parte dei responsabili della tragedia (tra i tanti, Primark e Benetton), un bel po’ di quesiti, prima da dentro un nucleo familiare devastato, poi dall’ottica di persone ad esso vicino e per ultimo dal nostro privilegiato nido fraudolento.
Tell Me
La parte più rabbiosa dell’album. Anche qui molti interrogativi sulla legittimità delle Nazioni-Stato, sul concetto di Patria, sulle piramidi economiche e sociali che diamo per scontate. Ad un tratto mi sono accorto che stavo scrivendo un verso dei Dillinger Four: ne è nata un’esplicita citazione.
That’s Tomorrow
Non dovremmo temere il futuro così tanto. Se stai leggendo, tutti i domani alle tue spalle non ti hanno ucciso. E dovremmo, noi occidentali, imparare a pensare alla morte come ad un passaggio, come ad una notte tra due giorni.