Ogni generazione ha bisogno dei suoi luoghi simbolo, quelli che diventano dapprima certezze, nel presente, e poi ricordi, nel futuro. La nostra generazione ha il Club To Club Festival, quello che sai che c’è e ci sarà –sperando– ad inizio Novembre, quello che ti chiama gli artisti di cui leggi un po’ ovunque e te li porta tutti insieme in un’unica settimana.
Piccolo, ma necessario passo a lato. Per chi vi scrive, il Club To Club non è espressione del virtuosismo culturale italiano, rappresenta non un’anomalia –15 anni sono troppi per definirlo tale– bensì una struttura organizzativa che, con lungimiranza, è arrivata alla sua edizione numero 15 mostrando un’evidente evoluzione che lo porta a mettere in campo una line up che possa comprendere Thom Yorke senza correre il rischio di essere etichettato come “il festival dove suona Thom Yorke”.
Dicevamo, ogni generazione ha bisogno dei suoi luoghi di culto. Il Club To Club è ormai un ritrovo tra amici, fatto di 5 alti ed abbracci, di macchinate organizzate all’ultimo secondo pur di esserci. Te ne accorgi se aspetti all’uscita Lingotto della metro le varie ondate: salgono abbracciati o cercandosi l’un l’altro, pronti a quest’esperienza collettiva, a questo rituale che trasforma l’URL in IRL. Sì, perché in un’epoca in cui –grazie a fenomeni come Boiler Room– la fruizione della musica è resa ancora più accomodante tra le mura domestiche, per farti uscire ci vuole quel qualcosa in più, ci vuole una programmazione capace di raccontarti il qui ed ora musicale e farti assaporare come potrebbero suonare i tuoi ascolti futuri. E quest’anno –più che mai– la sensazione è questa: un menù ben assortito di nomi affermati, nomi che hanno scritto i capitoli più interessanti del 2015 in musica ed altri che magari conosci meno, ma che ti risulta più facile scoprire, invogliato da tutto il resto.
Il nostro #C2C15 parte con Floating Points al Teatro Carignano ─forse raggiunta la quadra per quanto riguarda le performance lì─ e Sophie + QT al Lingotto Fiere per poi esplodere –letteralmente– nelle giornate di venerdì e sabato. Si sviluppa su più location abbracciando la città di Torino ed i suoi visitatori, coinvolgendoli nella propria visione di musica elettronica fatta di tanti live, del citato main artist del venerdì, ma anche di ANTHONY NAPLES e TODD TERJE ─scritti in grande per dargli un minimo di distacco dal resto degli acts della loro giornata. Insomma, un amalgama versatile di declinazioni del concetto di avant pop.
Dato che il tema visivo dell’edizione sono le cartoline scrivo qui la mia, coi saluti e –soprattutto– i ringraziamenti. Per Lorenzo Senni in main stage –per chi l’ha visto e per chi non c’era; grazie per la curiosità musicale rappresentata dalla Sala Gialla; per la sua distanza “cosciente” dal Padiglione 1; grazie per Omar Souleyman, il più bel punto interrogativo musicale che potremmo mai meritarci; per Oneohtrix Point Never; per l’accoppiata micidiale Not Waving + Powell; per Mumdance e per averci portato la nuova ondata di grime uk. Grazie per i fischi durante l’attesa spasmodica per Thom Yorke ché tanto sapevamo tutti si sarebbero tramutati in un boato appena sarebbe comparso. Grazie ad Holly Herndon e La Priest per averci ricordato che gli imprevisti diventano ostacoli solo se non li si vuole superare. Ma soprattutto ─e qui mi riallaccio a delle considerazioni che esulano dalle singole performance che mi hanno convinto─ grazie per le migliaia di dita al cielo, gli occhi chiusi durante il pezzo del cuore, i selfie, i video e le risate. Da migliorare c’è ancora l’acustica del Padiglione ─venerdì meglio di sabato─ ed alcuni servizi per l’utenza a latere, ma la sensazione di star contribuendo, partecipando, a qualcosa di grande, di importante, di generazionale appunto, c’è. D’altronde, che te ne fai della perfezione senza la condivisione?
Se cercate i numeri, i voti alle singole perfomance, andate altrove ─con affetto. Le valutazioni numeriche non hanno mai voluto dire nulla al passare del tempo. Su lunga distanza conta altro, contano le emozioni. Come vedere Nigga Fox che suona di domenica a Piazza Madama Cristina con annessa e perentoria scritta ODIO LA LEGA.
Grazie, quindi, ed infine, Club To Club per permetterci di maturare dei ricordi, quelli che daranno valore ai terabyte di video e foto che collezioniamo, quelli che ci permettono di sorridere, di essere felici. Ogni anno, che sia il primo o l’ultimo.
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Raccontateci com’è stato il vostro #C2C15, pubblicheremo le cartoline nei prossimi giorni.