Grazie Spotify che non mi caghi un soldo, ma mi fai fare le playlist.
Questa qui raccoglie i brani che ho più ascoltato e apprezzato negli ultimi 12 mesi.
Non so dire se il 2015 sia stato un bell’anno discograficamente parlando, ma hey!, segna il ritorno di un’icona assoluta come Missy Elliott dunque non me ne frega un cazzo di tutto il resto.
Ho voluto pensare questa playlist come un elenco didascalico. Ogni volta che sentivo un bel pezzo, lo buttavo dentro. Nessun ordine. Nessuna classifica. Ho voluto più che altro dare una sorta di varietà alla tracklist di modo che possa essere fruibile ad un ascolto continuo. Ci sono dentro pezzi che ho amato molto ma che sono contenuti dentro a dischi che ho trovato discretamente inutili (tipo quello dei Deerhunter, di Justin Bieber o quello di Mykki Blanco).
Lo dico subito prima che qualcuno mi stracci le palle: il disco di Kamasi Washington l’avrò ascoltato mezza volta, dunque non meravigliatevi se non ci trovate nessun pezzo.
Non ho neppure messo Grimes perché il suo ultimo lavoro l’ho trovato perfetto per sonorizzare Disney Channel ma non le mie giornate.
Il disco che ho ascoltato più volte dall’inizio alla fine credo sia quello di Glenn Astro, mentre il pezzo che è stato il loop eterno di fine estate è “High by the beach” di Lana Del Rey. Sì, lo so cosa state pensando, ma non toccatemi Lana perché sono una persona viziata e sessualmente confusa, dunque è ovvio che mi piaccia.
Una scoperta che sento assolutamente di dovervi segnalare è l’EP (sull’ottima White Forest records) dei Celluloid Jam, italianissimi pur non suonando assolutamente italiani. Una ventata di freschezza in una scena indie che spesso è più concentrata a deprimersi che a divertirsi.
I Beach House hanno fatto uscire addirittura 2 album, entrambi minori ma pur sempre guidati dalla voce femminile che più tocca le mie corde emozionali; dunque ho dovuto per forza scegliere 2 canzoni.
Anche i Tame Impala hanno suonato un sacco nella mia auto (e anche in quella di mia mamma, che sa cantare tutti i pezzi di “Currents” in una lingua tutta sua).
Proprio quando pensavo che Drake e il suo Moncler rosso si fossero aggiudicati il premio di miglior video dell’anno è arrivata M.I.A. Così come quello di “Bad girls” qualche anno fa, anche il video di “Borders” vince a mani basse il titolo di miglior video dell’anno (e il pezzo non è da meno).
In contumacia Holden e Hopkins ci siamo accontentati del bravo Rival Consoles.
I pezzi di artisti italiani sono tanti e sono veramente felice di poter dire che non è assolutamente questione di amicizia o conoscenza. Questa gente è brava e merita tutte le vostre attenzioni.
In conclusione: grazie Spotify che non mi caghi un soldo ma mi fai fare le playlist.
L’artwork in apertura è di Fatomale.
Il testo è, ovviamente, di Populous.
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