Abbiamo chiesto ad Andrea Casali, in arte Caso, di farci spulciare tra i suoi dischi: un po’ per capire cosa ci fosse dietro il suo ultimo lavoro – “Cervino” – uscito lo scorso ottobre per To Lose La Track e un po’ per farci i fatti suoi in materia di ascolti.
SPOILER: non ci sono solo CHITARRONI.
1. KARATE – The bed is in the ocean
Il disco che mette d’accordo tutti, i fan del primo periodo con quelli dei dischi più jazzati. A me piacciono tutti, la voce di Geoff Farina mi accompagna da tantissimo, nei momenti buoni e in quelli sbagliati. Con il fatto che li cito in una canzone e non sono popolari mi è capitato più volte mi chiedessero riguardo alle arti marziali.
2. FRAMMENTI – L’appeso
Nell’ambiente punk la miglior band di sempre. Un dieci pollici che conservo come la cosa più preziosa che ho, come i ricordi migliori di quando ero ragazzo.
3. PEDRO THE LION – It’s hard to find a friend
E’ quel disco che quando cammini di notte ti fa credere che dietro alle finestre la gente dorma tranquilla. Poi sali le scale e se il disco non è ancora finito è troppo difficile schiacciare stop. Una volta sono andato a letto con le auricolari.
4. SATANIC SURFERS – 666 Motor Inn
Facevo skate, suonavo la batteria con ritmi velocissimi e pensavo che sarebbe stato così per sempre, invece. Di quel genere, uno dei pochi gruppi che regge alla prova del tempo: mi piacevano a vent’anni, mi piacciono ora. Li ho sempre visti con Rodrigo, il cantante, alla batteria. Per me saranno sempre così.
5. FRANCESCO DE GREGORI – Bufalo Bill
E’ il mio cantautore italiano preferito; è il suo disco meno facile uscito dopo il grande successo di Rimmel. Ho comprato il cd in allegato con un settimanale, anni dopo ho preso il vinile usato a un banchetto. Non so spiegare perché lo preferisca ad altri suoi. Di recente ho scoperto che è anche il suo preferito.
6. BILLY BRAGG – Back to Basics
Una raccolta in doppio vinile dei pezzi migliori dei suoi primi dischi. Billy Bragg è una delle prime fonti d’ispirazione che ho: da solo con grinta e telecaster. Qualche anno fa fece qualche qualche data italiana, io ero così gasato che feci doppietta, Milano e Torino. Allo Spazio 211 di Torino ho pianto.
7. THE WEAKERTHANS – Left and leaving
Se penso alla musica penso a questo. Testi bellissimi con i suoni che preferisco. È il disco pop power rock perfetto. Compagno di mille innamoramenti. Mi mette d’accordo con tutti gli amici più stretti e anche con la mia ragazza, cosa non facile.
8. JOHN COLTRANE – Giant Steps
Non ci capisco nulla di jazzisti ma lui è il mio preferito. Ogni tanto mi viene questa ossessione per cui per settimane ascolto solo lui. Una volta ero in vacanza a New York e sono andato a un concerto di suo figlio Ravi, al Village Vanguard. C’erano le sue foto appese ai muri e suo figlio sul palco, mi è sembrato di essergli vicinissimo. Che scemo.
9. DAMIEN JURADO – Saint Bartlett
Un amico sostiene che se Damien Jurado non è famosissimo è solo perché non è un bel ragazzo. Forse ha ragione, non esiste motivo per cui non passi almeno una volta al giorno su ogni radio, non venda milioni di dischi, non lo canti anche mia madre. Al suo concerto a Milano la gente in fondo alla sala parlava, il mondo è sbagliato.
10. IRON MAIDEN – The number of the beast
Secondo me anche se non ti piace il metal, ti annoiano gli assoli, ti sta antipatico il mostro Eddy e l’immaginario di genere, devi accettare che gli Iron Maiden siano la miglior band di sempre. Semplicemente perché lo sono.