Avevo poco più di diciotto anni, era il mio primo viaggio fuori dall’Italia che sapeva veramente di libertà, partii con il mio ragazzo di allora e altri due amici con un bagaglio troppo piccolo e pantaloni troppo leggeri. Volevo vedere Berlino perchè il film di Wim Wenders mi aveva cambiato la vita. Mi ero preparata al viaggio sviluppando una maniacale ossessione il design della DDr e rimasi così affascinata da tutto quello che vidi che decisi di tornarci l’anno dopo (ovviamente senza il tizio che mi ero trascinata dietro l’anno prima.
Questa volta per Last Day in…abbiamo chiesto ad Ilaria di raccontarci la sua Berlino…. “Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda” Le città Invisibili – Italo Calvino
Mi è stato chiesto tempo fa di scrivere una guida per un giorno a Berlino. Come comprimere il tempo e lo spazio in un unico post per una città così estesa? Riuscirò a tritare il tutto, a far colare il superfluo, a rendere allettanti dei luoghi che mi sono entrati nel cuore? Mhm, proviamoci. Mi sono trasferita a Berlino più di quattro anni fa e il fatto che non viva questa città da turista rende il tutto più difficile; i ricordi si dilatano, lo spazio diventa casualità ed è difficile tradurre in immagini concrete quelle che sono delle emozioni. Inoltre la città sta cambiando – ahimé – troppo in fretta, perdendo ciò che ha fatto innamorare molti – i grandi spazi autogestiti, le ex fabbriche rese club, possibilità di vivere dignitosamente a costo zero – acquisendo, con un automatismo simile al copia e incolla, la patina tirata a lucido che caratterizza indistintamente tutte le grandi metropoli europee, creando quell’immancabile serie di H&M – Zara – Zara – Mango – H&M che sa di già visto altrove, già provato.
Ok, questo non è “Alla ricerca del tempo perduto” né un comizio contro la gentrificazione, quindi mi armo di pragmatismo e comincio. Innanzitutto, per un breve soggiorno in questa città la cosa essenziale è armarsi di un biglietto per i mezzi pubblici (ne esistono di diversi; le tageskarten, ad esempio, consentono di utilizzare un unico biglietto – valido ovviamente per tutti i mezzi – per un intero giorno).
Siccome anche per il tempo è essenziale essere economi, meglio rinunciare da subito all’idea della bicicletta.So che da italiani la cosa potrebbe allettare parecchio, ma se si ha poco tempo a disposizione meglio rinunciarci da subito; c’è il rischio, soprattutto per i più imbranati, che vi perdiate il meglio. Direi che il modo ideale di cominciare la giornata è una colazione turca (!!!). So che, buttata così, può sembrare strana come cosa ma il cibo turco è una delle cose che più mi fa realizzare di essere in questo preciso punto del mondo. Potreste sorseggiare un tè, mangiare un sesamring – un anello di pasta di pane ricoperto di sesamo – o un pogca – una specie di panino ripieno di feta e sesamo. Una delle mie panetterie preferite è la Melek Pastanesi, nella Oranienstraße: a qualsiasi ora del giorno passiate, troverete odore di pane appena sfornato (per i più sensibili: sarà come sentirsi a casa). Un giro per questa strada non nuocerà di certo: tanti negozi carini tra i quali anche una fumetteria fornitissima.
Einstürzende Neubauten “Autobahn”
Dunque, adesso andiamo in cerca del centro; …ma qual è il centro qui a Berlino? Francamente, dopo tanti anni, non l’ho capito neanche io. Supponiamo però per convenzione che il centro, come lo intendiamo noi italiani, sia Alexanderplatz. Sebbene simbolo della vecchia DDR, oggi di quel periodo è rimasto ben poco. Qualche palazzone decandente con i suoi mosaici propagandistici (vicino al centro commerciale Alexa ce n’è uno che è un’allegoria della società socialista. Fantastico! …nella sua bruttezza) vi potrà dare una vaga idea di come doveva apparire questa piazza fino a qualche tempo fa. Annotazione per chi è innamorato della scena tedesca di inizio anni novanta: forse avrete un coccolone nel vedere questa piazza piena di emo e scientologisti. Da qui potreste proseguire, a piedi o in bus, lungo Unter der Linden – uno stradone turistico, molto turistico, pure troppo (cit.) – che vi porterà alla Porta di Brandeburgo. Dopo esservi guardati intorno per un po’, giusto per dare soddisfazione a parenti e amici che di sicuro vi chiederanno di descrivere questo benedetto monumento, potete tranquillamente proseguire verso il memoriale per gli ebrei d’Europa, progettato da Peter Eisenmann, una successione apparentemente senza senso di grosse steli di calcestruzzo, accanto alle quali troverete un altro cubo/monumento, quello agli omosessuali vittime del nazismo. Annotazione per gli appassionati di architettura: vale la pena allungarsi fino a Schützenstraße, dove potete trovare il famoso complesso abitativo di Aldo Rossi.
Paula “Als es passierte”
Prendendo il bus per velocizzare le cose, potreste ritornare in zona Alexanderplatz e proseguire verso il cuore di Mitte, ideale per un po’ di shopping. La strada di riferimento è senz’altro la Alte Schönhauser Straße; dal design, ai cosmetici, ai vestiti troverete di tutto, e a tutti i prezzi. Da non perdere sono, a mio discreto parere, Cyroline, o.k., Soma. Si sarà fatta ora di pranzo. La scelta in questa zona è davvero vasta ma consiglio vivamente Kuchi e l’annesso Cololo Nudelbar, specializzato in ramen (Gipsstraße 3), che offre dell’ottima cucina giapponese in un’atmosfera accogliente. È il caso di rimanere nei paraggi: con un comodissimo tram potrete raggiungere la zona della sinagona (varrà la pena anche ammirarla dall’esterno), dove nel giro di pochi metri troverete il Tacheles (uno spazio occupato, quattro piani dedicati all’arte in tutte le sue forme) e il C/O, che offre sempre delle interessantissime mostre di fotografia, allestite in uno spazio che ricorda un po’ le atmosfere di “The Kingdom” di von Trier (a meno che nel frattempo tutto l’ambaradan non sia stato ristrutturato).
Marlene Dietrich “Sag mir wo die Blumen sind”
Pur sapendo che non è in, propongo lo stesso di affacciarsi sull’Ovest; la zona di Savignyplatz è una delle più interessanti e rimasta autentica nonostante si trovi nel pieno del centro economico della città. Piena di negozietti che sembrano gli stessi dagli anni ’40, questa piazza trova il suo centro nella libreria BücherBogen, proprio al di sotto del ponte della S-Bahn, particolarmente indicata per gli amanti di architettura, fotografia, cinema, antiquariato. Di sicuro, il fatto di raggiungere questa piazza con la S-Bahn vi farà molto comodo per avere una visione d’insieme di quello che non potrete vedere per il poco tempo a disposizione: dall’Humboldt Universität agli edifici della Museumsinsel, per qualche secondo dalla vostra postazione privilegiata potrete scorgere le immense sale del Pergamon Museum e persino gli annessi laboratori di restauro, ai quali il pubblico non ha normalmente accesso. E poi: il parlamento e la sua cupola a scheletro di dinosauro, le siedlungen di mattoni immerse nel verde e la prospettiva su una città che si sta rivoltando come un guanto, la sabbia dei cantieri, la luce riflessa sul vetro dei grattacieli, il kitsch di un Ovest che voleva ostentare ricchezza e potere. Col sole o con le nuvole, la pianura del Brandeburgo regala sempre dei bellissimi tramonti. Sarebbe bello potersi riposare e ammirare lo spettacolo da un ponte. I miei preferiti sono quello di Warschauer Straße e l’Oberbaum Brücke: un gomitolo di binari nel primo caso, una vista su un fiume geograficamente irrilevante nel secondo. Se sopravviverete alla cena e alla stanchezza, magari con l’aiuto di qualcosa che Santa Romana Chiesa poco approverebbe, la vita notturna vi aspetterà dietro l’angolo. La scelta è imbarazzante. Buona fortuna.
Link utili:
http://www.bvg.de/come muoversi
http://www.kuchi.de/ sopravvivenza/magnà http://www.lesmads.de/blogs/okcool/2009/11/shopping-guide-berlin-alte-schonhauser.html shopping
Ilaria Bentivoglio: Folgorata daii polizieschi tedeschi, Ilaria si è rifugiata in Germania da circa cinque anni in cerca di mezzi pubblici efficienti e gioventù non prematuramente invecchiata. Si divide tra due lavori, lo studio e un Silk-épil che non trova il tempo di usare.