Prendo una tisana ai fiori d’arancio e mi siedo su una sedia piccolissima. Tazza sulle gambe, profumo alle narici e mani che abbracciano la ceramica calda.
“A Long Betrayal” di Mèsico sta lì a mettere del nastro isolante tra me, la mia camera e tutto il resto.
L’ascolti insieme a me qui sotto e, più giù, leggi il track by track.
No Pain in The Sea
Come in un grembo, in un abbraccio compassionevole, materno, fraterno. Il mare ci carezza e ci perdona, il tempo rallenta. Sei salvo, povero diavolo.
Gli scrosci, le onde, i gabbiani sono quelli di una spiaggia della Romagna, registrati all’alba insieme a una persona di cui sapevo quasi nulla, che come me non trovava sonno e cercava pace.
Caribbean Girl
Tutte le paure svaniscono in un attimo. Le puoi vedere mentre si contorcono nel vento e, con il vento, se ne vanno via. Caribbean Girl è una canzone che parla d’amore e di cambiamento ed è, forse, la sintesi dell’intero album in termini di poetica, se di poetica è lecito parlare. Il momento in cui raggiungi quello che hai affannosamente cercato, quello che hai temuto di non potere mai più raggiungere, quello che credevi non avresti avuto la forza per afferrare, a costo di laceranti sofferenze, proprie e indotte ad altri. Tradire se stessi è imperdonabile. In quell’istante sei libero, fiero, vivo.
Princess Garden’s Shadows
Edimburgo, molti anni fa. Giorni da cercatore, senza pace ne riposo. L’estate scatarra e impreca e ti scatena contro un cielo in guerra con terra e mare. Quel cielo che mi somigliava così tanto. Tumulti, cambi di scenario repentini, brevi sprazzi di una maestosa serenità che, quasi, mi terrorizzava. Molta strada ancora da fare, anche se molta è stata fatta già.
Emptiness is a Warm Gun
Quante volte ancora devi vedermi barcollare prima di chiedermi perché lo faccio? Non ho trovato le parole per dirti che tutto è cambiato d’un tratto, ma ho trovato un rimedio, una cura. Ora, non ti restano che macerie. Fatti un favore, perdonati con un proiettile.
The Death Itself
L’alba. Sei la morte stessa, mi ripeto. Ineluttabile e spaventosa.
Con te finisce tutto, non c’è altro, così come la morte che ci portiamo dentro mette fine ai nostri sbadigli. Sei perfezione e c’è perfezione nella morte. Nient’altro dopo di te, che sei estasi e inganno. E ci penso mentre un nuovo giorno discende su un branco di folli, santi, luminosi esseri umani, “Troppo strani per vivere e troppo rari per morire”.
Empty Word
Ancora, la fine. E’ il vuoto che risucchia. Vita vissuta, nuda e cruda. Me ne andai per qualche tempo, tutto cambiò per sempre.
The Way Home In Snow
Un lungo piano sequenza ci riporta a casa. Tutto è nuovo, differente. L’illusione del cambiamento, una nuova veste. Velluto sotto i tacchi scalcagnati. Inadeguati. Con la neve disciolta, tutto si svelerà per quello che è: terribilmente consueto. Ma stanotte, abbiamo sognato. Può bastare.