Non troppi mesi fa abbiamo parlato di Bruno Belissimo from Canada, presentando in anteprima il suo brano dedicato alle flip-flops.
Nel frattempo, oltre ad aver sviluppato un amore incondizionato nei confronti della mozzarella di bufala campana, Bruno si è messo a lavoro sul suo primo e omonimo full lenght che uscirà ad Aprile per l’etichetta Locale Internazionale.
Vi facciamo ascoltare in anteprima una traccia – “La violenza” – e leggere poi la succosa intervista.
Anzitutto devo ringraziarti per aver perfettamente rappresentato il mio recente malessere e, soprattutto, per avermi dato conferma sulla sua soluzione che, a questo punto, mi sembra essere una verità incontrovertibile: “la violenza, solo la violenza paga”.
Voglio sentire dell’empatia, Bruno: raccontaci il tuo malessere.
Ho tagliato quel sample “la violenza, solo la violenza paga” perché esprimeva a pieno quel senso di malessere che provo quando accendo il computer. Il messaggio stesso del film da cui ho preso questa voce (I Guerrieri dell’anno 2027 di Lucio Fulci) è molto attinente con il mio pensiero: in un futuro prossimo tutte le reti televisive trasmettono solo violenza per fare audience. Perfetto.
La comunicazione di oggi è un po’ così, violenta per tantissimi motivi. Per questo io che sono un ragazzo degli anni duemila non mi tiro indietro e sguazzo perfettamente in questo mare di informazioni non verificate.
“La violenza, solo la violenza paga”: Bruno è un violento? Un guerrafondaio? boh chissenefrega la musichetta sotto è carina però…
Il disco, in uscita ad aprile, si muove suavemente tra il funk, l’italo disco, lo space scandinavo e una miriade di altre influenze, tra cui quella dei sobborghi canadesi che mi sembra la più rilevante.
Sì, il Canada e la French Touch.
Sì, il disco è molto influenzato da quei generi che hai citato perché è praticamente ciò che ascolto. Ho voluto giocare con atmosfere diverse perché mi sono immaginato di fare un viaggio molto suave e di passare in rassegna tutto quello che è piacevole fare. È un disco molto positivo, ci tengo a dirlo. Io vengo dal funk e quando suono il basso quello che mi viene naturale fare è un giro funk. Come diceva un mio insegnante anni fa: “sembra che c’hai un Compressor Gate nelle dita”. Volevo un disco genuino quindi non ho pensato a niente, ho solo prodotto i pezzi con naturalezza, per questo credo che il suono del disco sia molto personale.
Volendo andare più a fondo, a scavare nelle nicchie, nei film di nicchia: i b-movie che attraversano il disco e i campionamenti a iosa. Non voglio arrivare allo spoiler, ci mancherebbe.
Voglio solo chiederti se, ormai, riesci ad ascoltare musica oppure a guardare un film di serie z senza pensare “dio, questo qui devo usarlo assolutamente”.
Sì, infatti son vittima di periodi in cui non ascolto e non vedo niente. Guardo solo partite di basket NBA.
Butta qui qualche titolo, di movie già belli sono per il titolo (lo so che ne hai piene le tasche).
A questa domanda ti risponderò in altra sede perché la mia top 5 di titoli riguarda un genere particolare diciamo. Mio padre gestisce una delle ultime videoteche (al mondo probabilmente), in negozio ovviamente ha l’angolino “luci rosse” e ti assicuro che proprio in quel luogo io credo che la genialità umana nel dare titoli a opere abbia raggiunto i livelli più alti.
Quali sono, invece, le 5 tracce che ti fanno volare? Di quelle che “Whisky, sole e sei in pole position”, per intenderci.
Ascolto cose molto diverse tra loro e quindi un pezzo che mi fa volare è necessariamente una traccia disco o funk. Però, credo siano le prime avvisaglie di autismo, mi piace avere delle canzoni ricorrenti per determinate azioni che compio, mi piace contestualizzare la musica perché in questo modo ascolto tutto.
Ne cito alcune solo alcune: (Usa ← → per navigare)