Sam Shackleton mette, nell’esplorare impervi e misconosciuti territori musicali, lo stesso impegno e passione che Ernest Henry Shackleton metteva nell’avventurarsi, per primo, alla scoperta dell’antartico. Non sappiamo se i due siano parenti ma siamo certi che Sam è uno dei punti di riferimento cruciali per l’elettronica di ricerca dell’ultimo decennio. Il fondatore dell’etichetta di culto Skull Disco, creata con l‘amico Laurie “Appleblim” Osborne, ha elaborato un timbro sonoro unico e riconoscibilissimo che anima le parti basse dell’impianto con tribalismi ritmici ancestrali, derive industriali della Londra metallica, digressioni dub in chiave minimalista, tessiture ben arrangiate che fanno reagire il post punk a contatto con la musica contemporanea. Le sue uscite su Perlon, Less Music e Honest Jon’s portano in filigrana le passioni giovanili per The Stooges, Can, Throbbing Gristle, Faust e finiscono per spingere il suono club ad un livello assolutamente mentale e astratto. Da chitarrista in un gruppo punk, passando per le serate FWD nelle quali imperversavano Youngsta e Hatcha, Sam fonda, nel 2005 la sua etichetta dubstep indipendente per poi diventare resident del Fabric di Londra (per cui curerà anche il volume 55 della serie Fabric Mix). Determinante, per il produttore inglese, risulta il trasferimento a Berlino, dove la sua passione per le evoluzioni digitali e oscure del dub trova un retaggio storico assai consistente e un sacco di fertili collaborazioni. Risponde a questa nuova direzione della sua carriera la fondazione, nel 2010, di un’altra etichetta, questa volta denominata Woe To The Septic Heart!, per la quale escono i suoi lavori più misteriosi e affascinanti, come la serie di EP “Drawbar Organ”, realizzati a partire dal suono di un organo acquistato in Italia (poi raccolti nell’album “Music For The Quiet Hour”) e quella intitolata “Deliverance” che esalta ancora di più il taglio, quasi antropologico, del suo primitivismo ritmico. Notevoli anche le sue collaborazioni con Pinch (a due riprese, sempre su Honest Jon’s) e Demdike Stare (nel 2015 su Distort Decay Sustain). Il suo suono organico e furioso, fatto di intricate trame percussive, melodie lisergiche e le linee di basso che scavano nel profondo troverà presto una nuova forma. È stata infatti annunciata ufficialmente, dal Dekmantel Festival di Amsterdam, la data di debutto per il nuovo progetto Devotional Song che lo vedrà assieme al performer e cantante italiano Ernesto Tomasini, capace di raggiungere una incredibile estensione vocale di quattro ottave, e all’artista visivo portoghese Pedro Maia che lavorerà sull’estetica del cinema analogico utilizzando solo pellicole in 16 e 8 millimetri.
Nell’attesa vi suggeriamo vivamente le tre date del prossimo tour italiano di Shackleton:
venerdì 8 aprile > Goa Club > Roma
sabato 9 aprile > Harmonized > Porto Sant’Elpidio (FM)
10 aprile > Disco_nnect > Limonaia Stibbert, Firenze
Per la data fiorentina, quelli di Disco_nnect, propongono, prima del live dell’artista inglese, “Explorations“, una mostra-mercato di etichette indipendenti con l’obiettivo di “esplorare” le nuove frontiere della musica contemporanea, promuovendo piccole realtà del panorama internazionale, tra autoproduzioni musicali e showcase live. Per iscrivervi avete tempo fino a sabato 26 marzo.