“Caroline” è l’EP d’esordio di CRLN, prima e nuova voce femminile ad entrare nel roster Macro Beats, in uscita venerdì 20 maggio 2016.
Sono già disponibili i pre-order su iTunes e i pre-order della copia fisica su MusicFirst, in entrambi i casi sarà possibile ricevere immediatamente il brano “Via da noi” in versione digitale.
Noi intanto vi facciamo ascoltare proprio “Via da noi” mentre vi leggete questa breve intervista per conoscere meglio CRLN.
Ciao CRLN, come va? Avessi a disposizione un tweet per presentarti, questo sarebbe…
Io direi “Si scrive CRLN, si legge Caroline”. Sarebbe perfetto per presentarmi, così evitiamo fin da subito anche tutti i possibili malintesi sul nome (ride)!
Prima voce femminile ad entrare nel roster Macro Beats, bella responsabilità. Com’è nata la cosa?
È iniziato tutto grazie a delle cover con l’ukulele che postavo su Instagram in modo più o meno regolare. Ho sempre reso partecipe il web dei miei momenti musicali. Ogni tanto mi capitava di inserire l’hashtag #MacroBeats, così un giorno tra i miei followers è comparso Macro Marco, che poi ho scoperto essere anche il mio vicino di casa a Roma… assurdo (ride)! Macro Beats era innanzitutto un punto di riferimento musicale costante per me e poi una realtà a cui credevo di poter appartenere solo nei sogni. Ritrovarmici dentro è stato qualcosa di super! Non potevo chiedere di meglio.
“Via da noi” oltre ad essere il primo brano dell’EP è anche il brano che presentiamo in anteprima. Ci racconti la sua gestazione?
“Via Da Noi” è un brano prodotto da Macro Marco con l’aggiunta dei fiati di Mirko Onofrio, sassofonista di Brunori Sas, e del basso di Roberto Dragonetti, bassista delle Forze del Bene, il gruppo che accompagna Ghemon nei live. Già dal primo ascolto ammetto che ne ero rimasta così affascinata da non volerlo “rovinare” con la mia voce. Era perfetto senza di me. Alla fine ho cercato di completarlo non concentrandomi troppo sul testo, ma su come le parole e la linea vocale potessero integrarsi e amalgamarsi perfettamente con il contesto musicale. È per questo che lo reputo il pezzo più internazionale dell’EP.
Quando testo, suoni e melodie diventano una cosa sola forse riesci anche un po’ ad uscire ideologicamente dall’Italia, o almeno ci si prova.
Nell’EP c’è anche spazio per una produzione di Yakamoto Kotzuga –il brano è “Un viaggio senza fine”– che bene o male ha la tua età (lui è ’94, tu ’93). Ci sono altri giovani che segui o con cui ti piacerebbe collaborare?
Un giovane che ultimamente sto seguendo molto è Dream Koala, producer francese, classe 1994 anche lui. I suoi pezzi hanno delle sonorità e un mood che mi appartengono tanto. La cosa che mi sorprende di più è che sia attivo con un genere di elettronica così contemporanea dal 2011 nonostante l’età.
Mi è capitato di sentirlo live e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Yakamoto Kotzuga è un producer che stimo tantissimo per la musica che fa e perché è riuscito ad emergere grandiosamente in un contesto musicale come quello italiano. Sono davvero soddisfatta della collaborazione con lui e di ciò che ne è venuto fuori.
Se CRLN fosse un disco, sarebbe…
Se CRLN fosse un disco sarebbe sicuramente “If You Leave” dei Daughter. Ascolto tanta musica e mi sono innamorata di tanti gruppi, artisti e generi dall’indie pop all’elettronica, ma niente mi è rimasto nel cuore come questo album, sia per la sua delicatezza che per il suo andamento lento, riflessivo e malinconico che caratterizza me come persona e come artista. A volte ho necessità di riascoltare questo disco e di rinchiudermi nella mia dimensione più interiore, per potermi prima ritrovare e poi trascrivere tutto quello che ho dentro. Alla fine il bello della musica è questo: quando soffochi ti ridà l’aria, quando perdi la strada ti rimette sui tuoi passi dandoti sempre la possibilità di confrontarti con te stesso e con il resto del mondo.