Non nascondo di avere un filo d’emozione. Anzitutto perché ad Andrea ho fatto la mia primissima intervista su DLSO (con il progetto Vincent Butter – per ora in cantina) e poi perché a Sleeping Beauty ti devi accostare pianissimo, con attenzione, con gli occhi chiusi. Come se ci fosse un incantesimo dietro e tu non lo puoi spezzare.
E in effetti un incantesimo c’è: è la bellezza che, all’improvviso, si risveglia.
Il disco è uscito il 19 aprile (Trovarobato, Malintenti Dischi, Bomba Dischi) e lo ascoltate qui sotto (se non l’avete ancora fatto), mentre leggete questa chiacchierata con Andrea sulla sua Sleeping Beauty.
Sleeping Beauty arriva dopo quattro anni di letargo. Cosa si è risvegliato, da quel momento?
È stato un lento riemergere da raffreddori emotivi, cambi di vita ed intensa attività onirica che in qualche modo andavano fatti fermentare e decantare per venire incanalati al meglio in un nuovo processo creativo. Di grande importanza è stata l’esperienza con un altro progetto musicale (Vincent Butter) che negli ultimi due anni ha iniettato nuovo ossigeno ed energia nel mondo pellicano.
Ho letto da qualche parte nell’internet che quest’album trae in un certo senso ispirazione da Jodorowsky: c’è una lettura in particolare?
“La danza della realtà” di Jodorowsky è stato uno strumento prezioso per aiutarmi a dipanare la matassa su quello che sarebbe stato l’argomento del disco: il rapporto dell’uomo con la dimensione onirica ed il potere dei sogni nella quotidianità. In ogni canzone poi ci sono molti riferimenti letterari a Don DeLillo, Sartre, Fitzgerald, Roth o cinematografici come Gus Van Sant (Restless) o Kieslowski (Somber Times).
How to prevent a cold è nato tra Roma e Barcellona. Mi chiedo se anche questo lavoro abbia conosciuto una gestazione aldilà dei confini italiani.
La gestazione di Sleeping Beauty è avvenuta in territorio nostrano, precisamente tra Roma e Spinetoli. Quest’ultimo è un piccolo paesino dell’entroterra ascolano legato alla capitale da un nota consolare che in antichità serviva per trasportare il sale.
Restiamo in tema italia sì/italia no. I testi di Sleeping Beauty sono tutti in lingua inglese e, probabilmente, è lo stesso disco a rivolgersi a un contesto internazionale. Volevo saperne di più.
Non credo che la musica per sua natura abbia confini in termini di ascolto, ma di sicuro i testi in inglese spero possano rendere più agevole il passaggio delle note del disco aldilà delle Alpi o dell’Atlantico. In termini di concerti prossimamente mi piacerebbe far risvegliare la mia bella addormentata in qualche città europea o americana, anche perché le sue parentele sonore sono dislocate in varie parti del mondo.
L’album vede diverse collaborazioni, una su tutte quella con Tom Brosseau: com’è nata e com’è stato lavorare con lui?
Tom Brosseau è un raffinato folksinger e gentleman d’altri tempi. Sentirlo cantare da vicino è un’esperienza unica e deliziosa; grazia allo stato puro. La collaborazione è nata in maniera del tutto casuale. Aveva un concerto dalle mie parti ed in quel periodo eravamo in fase di registrazione. Il giorno successivo aveva bisogno di ospitalità così lo abbiamo invitato in studio. A fine serata, vedendo che il suo orecchio non rimaneva indifferente a quello che ascoltava, gli ho chiesto se voleva mettere una voce su Orphan. Con l’immancabile sorriso elegante rispose ‘Why not’.
Ci sono artisti della “scena folk italiana” con cui ti piacerebbe collaborare?
Tra i vari artisti che stimo e con i quali sarebbe piacevole collaborare c’è Giorgio Tuma, di cui ho apprezzato l’ultimo album. Anche se non proprio appartenente alla ‘scena folk’, chiamerei di sicuro Enrico Gabrielli.
I 5 album che hanno risvegliato il tuo processo creativo.
Timber Timbre – Hot Dreams
Sandro Perri – Plays Polmo Polpo
M. Ward – Post-War
Connie Converse – How Sad, How Lovely
Rodrigo Amarante – Cavalo
E tanti altri..
Sleeping beauty si porta dietro un universo di immagini oniriche e, anzi, leitmotiv dell’album è proprio il “sogno lucido”. Qual è, secondo te, il brano più evocativo?
Ascoltare Daydream, il brano d’apertura del disco, rappresenta per me tuffarsi ad occhi aperti in un precipizio fatto di visioni, ricordi, sensazioni ed emozioni ogni volta differenti. Una lunga immersione ed un ritorno alla realtà con una nuova consapevolezza tradotto in musica dal finale estremamente distorto.
In copertina c’è una modernissima belladdormentata. In realtà, potrebbe anche avere gli occhi aperti, ma a me piace pensare che sia una specie di Principessa Aurora in attesa del bacio del risveglio ecc ecc.
Ma, a parte il romanticismo e la nostalgia (tutta colpa delle musiche di
Tchaikovsky), come viene fuori quest’artwork?
L’artwork è stato ideato da Davide Luciani e Fabio Perletta (Mote Studio), due artisti e musicisti italiani di stanza a Berlino. Dal mio canto, come nei due dischi precedenti, ho sempre voluto un volto femminile in copertina. Non capir bene se gli occhi siano aperti o meno lascia allo spettatore/ascoltatore un’apertura, quindi la tua interpretazione è del tutto calzante.
Nel disco la sleeping beauty da risvegliare non è la belladdormentata delle favole, ma la creatività; uno dei più grandi poteri che abbiamo per nobilitare la nostra breve vita. Per me sta nel fare musica, per altri potrebbe risiedere in qualsiasi altra forma d’arte o amore.
Prima di lasciarli, invita i lettori di Dance Like Shaquille ‘O Neal ai tuoi prossimi live.Siamo appena tornati da una prima, bellissima ed intensa settimana di concerti, ma il prossimo 14
maggio all’ex Caserma Guido Reni, ci sarà il release party romano all’interno della festa di Bomba Dischi. In questi giorni stanno cominciando ad uscire le prime date estive, ma di sicuro continueremo anche in autunno. Dal vivo le canzoni acquistano un’energia inaspettata, quindi non vediamo l’ora di portarle in giro il più possibile.