Il 23 ottobre scorso è trascorso esattamente un anno dalla pubblicazione di Mi casa es su casa, l’album di debutto di Viva Lion, progetto del romano Daniele Cardinale, in cui è accompagnato da Marco Lo Forti. A pochi giorni dall’anniversario, DLSO vi presenta in anteprima il video di Hope in the hill, uno dei brani più intensi di quel disco.
La regia è di Palma.
In occasione dell’uscita del video, abbiamo fatto qualche domanda a Daniele.
Com’è nata l’idea del video e perché per la regia hai scelto Palma?
Ho coinvolto Palma (Marco Riccardi) perché è un visionario e Hope In The Hill, per il mood e per quello che racconta, si prestava alla sua regia.
È una traccia primitiva e spirituale, e i riferimenti visuali, il ballo scomposto rimandano a un tempo lontano e alla forma rituale e seguono il ritmo incalzante e ripetitivo della strofa.
Ogni immagine/simbolo ha un significato più o meno nascosto nel testo.
E poi mancava la mia faccia nei video precedenti. Qui non manca MAI.
Nel video compaiono anche diverse immagini sacre. Come le avete scelte? In che modo la tua spiritualità permea la tua musica?
La spiritualità permea praticamente tutta la musica, dalle origini. Che ci piaccia o meno, blues, gospel, soul, la musica africana, sono le fondamenta di tutto quello che è venuto dopo. Nella mia musica queste influenze sono evidenti. In questa canzone poi, il testo può essere (a ragione) interpretato come un gospel: scrivo di un popolo che aspetta un segno e lo trovano in una donna che mette al mondo un bambino, da sola in una vallata. Ma è spirituale, non confessionale.
Le immagini sacre che vedi sono antichi simboli per lo più cristiani, la genesi di alcuni è per certi aspetti geniale.
A un anno di distanza, come valuti il tuo album di debutto? Cambieresti qualcosa? Sei felice di quanto raccolto nel suo primo anno di vita?
È un inizio, e siamo veramente soddisfatti. Ci abbiamo lavorato tanto e la fase di registrazione ha avuto delle pause, abbiamo aspettato molto tempo prima che venisse pubblicato, per ragioni discografiche, ma nel corso dell’anno ci ha portato a suonare un po’ ovunque. Abbiamo condiviso il palco, tra gli altri, con Stereophonics, Xavier Rudd e The Fratellis. Insomma gli vogliamo bene.
Non cambierei le canzoni, sono tutte nel posto giusto, segnano un passo avanti rispetto a The Green Dot Ep.
Ci sono dei difetti e alcuni li abbiamo lasciati apposta. Nello scrivere nuove canzoni stiamo approfondendo alcuni aspetti della composizione e degli arrangiamenti che in Mi Casa Es Tu Casa sono solo accennati. Sono grato a questo album. E il titolo, la copertina con mio padre e il suo migliore amico, saranno per sempre legati alle canzoni. Nel suo insieme, tutto racconta perfettamente dove volevamo andare.
Quindi stai lavorando a un prossimo disco?
Sì, ci sono nuove tracce, ma nel frattempo sto scrivendo le canzoni per i “backers” della campagna Indiegogo.
Per tornare a suonare in California, questa volta ho chiesto aiuto al crowdfunding, ad agosto. Non esattamente il periodo migliore, tutti al mare. E invece abbiamo raggiunto il 107% dell’obiettivo! Per chi ha donato 100 $ il “perk” è una canzone dedicata, a song for you. Le sto scrivendo in questi giorni e vorrei farne un EP. Vedremo.
Per altro si può continuare a donare, sarei dovuto partire a settembre ma purtroppo pochi giorni prima della partenza mio padre è venuto a mancare e ho dovuto rimandare. Ma si farà, e non vedo l’ora.
Mi casa es su casa lo ascolti qui.